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l'OspiteL'Inchiesta: diario di bordo 3
23/06/2005

Giovedi 23 giugno: S. Lanfranco
 
Dove si realizza l'Epifania in Genova del Gen. Pappa o di chi ne fa le veci, mentre l'Inchiesta comincia a ritirarsi nella risacca delle pagine interne dei quotidiani.

 


Del tribunale della libertà, ovvero: o il bustone o l'intercettazione.
 
La questione è proceduralmente molto lunga e complessa.
 
Non vorrete perciò male al Vostro affezionato, se Ve la semplifico brutalmente.
 
Il Tribunale del Riesame (è questo il suo nome tecnico) si pronunzia su ricorso della parte processuale che abbia a dolersi di un provvedimento cautelare assunto nel corso del procedimento o nei riguardi delle persone (misure c.d. personali, quali la custodia in carcere, gli arresti domiciliari, etc.) o delle cose (misure c.d. reali, ossia sequestri di denaro o cose).
 
Il procedimento davanti al Tribunale del Riesame - che sfocia in un'udienza in camera di consiglio nella quale si dibatte della fondatezza dei presupposti della misura cautelare (la sto facendo vergognosamente semplice e volutamente atecnica, onde non me ne vogliano avvocati, magistrati, etc. che perdessero il loro tempo a leggermi) - presenta, per quel che riguarda gli sviluppi della nostra inchiesta, alcune interessanti caratteristiche:
 
- il Tribunale decide in termini brevissimi e perentori, decorrenti dal momento di presentazione dell'atto che ne richiede l'intervento.  La mancata decisione nei tempi produce la caducazione (il codice - art. 309 u.c. c.p.p., dettato per le misure personali, ma applicabile per espresso rinvio normativo anche a quelle reali - parla di perdita di efficacia) della misura il cui provvedimento di adozione si è impugnato;
 
- lo stesso effetto rampolla anche dalla mancata trasmissione degli atti del procedimento (ossia degli atti posti a sostegno della misura cautelare) al tribunale - da parte della procura - cui gli stessi sono per legge subito richiesti, entro termini anch'essi brevissimi e perentori;
 
- il Tribunale decide - pur se con regole di giudizio estremamente meno garantistiche, rispetto a quelle sul merito della causa - solo sulla base degli atti che gli vengono trasmessi e/o messi a disposizione dalle parti e non ha poteri di ufficio, intesi a richiedere integrazioni probatorie;
 
- la decisione può essere nel senso dell'annullamento, della modifica o della conferma della misura impugnata.
 
Tirando le somme, si spiega come e qualmente il buon Mirko Mazzali - Milanese di Foro, ma sfegatatamente Viola di fede calcistica - abbia adìto a questa procedura sia a Genova, sia a Monza (rectius: a Milano, perché il tribunale del riesame sulle misure reali siede solo nei capoluoghi di provincia, art. 324, comma 5, c.p.p.), onde ottenere il dissequestro e la restituzione del bustone con i soldoni sequestrato al Suo cliente Pino Pagliara.
 
A questo punto, delle due, l'una: o la procura tira a mantenere il sequestro (e, allora, deve giocarsela fino in fondo, depositando gli atti posti a sostegno del sequestro, IVI COMPRESE LE FAMOSE INTERCETTAZIONI TELEFONICHE), oppure il mantenimento del vincolo di indisponibilità sui soldoni non interessa ed allora si potrà NON DEPOSITARE NULLA, a tutela della non divulgazione del contenuto delle intercettazioni, oppure ancora ricorrere ad un deposito parziale e selettivo, accettando il rischio di scoprire almeno parzialmente le carte e di vedersi comunque annullata la misura, ossia rimetterci dal tappo e dalla spina.
 
In ogni caso, la difesa ci guadagna: o costringe il P.M. a scoprire gli indizi raccolti, o lo fa - di fatto - rinunziare a mantenere il sequestro.
 
Come dire: o il bustone (e i soldoni) o l'intercettazione.
 
Che fareste Voi, al posto del P.M.?  Si tratta di dilemma cornuto e non da poco, perché o ci si "brucia" - almeno parzialmente - un'indagine in pieno svolgimento o si molla una bella somma di denaro davvero (250mila euri non sono bruscolini e potrebbero - forse - essere confiscati a fine-processo ed in caso di condanna, a patto di mantenere il sequestro).
 
Golo profondo azzarda un oroscopo: lo scopo del gioco era quello di attestare il fatto storico, ossia che Pino Pagliara se ne andava in giro per la Brianza con 250mila euri, presuntamente datigli a titolo di prezzo dell' aggiustamento" dell'incontro Genoa-Venezia e questo è comunque già attestato e provato; a questo punto, la segretezza del contenuto delle intercettazioni potrebbe essere ritenuta non sacrificabile e gli atti relativi non essere depositati o esserlo solo in minima misura...
 
Dei contrasti tra diversi uffici del pubblico ministero.
 
Non parliamo qui delle presunte divergenze di vedute tra il procuratore capo di Genova ed i suoi sostituti, circa la competenza territoriale, divergenze di cui (ammesso che siano reali) al Vostro Golo interessa assai poco, bensì della circostanza che sullo stesso fatto sembrerebbero indagare 2 procure (Genova e Monza) che - allo stato - sembrano ritenersi entrambe competenti.
 
Non occorre essere Candido Cannavò per capire che - alla fine - ci sarà un solo processo, a meno che l'intera vicenda (faccio per dire, non conoscendo gli atti) non possa essere in qualche modo segmentata e divisa tra le varie procure, tenendosi Monza - è sempre un'ipotesi o meglio un oroscopo - Pino e il suo bustone e Genova il resto della "storia tesa".
 
Ma se così non fosse o non potesse essere?  Risolve la questione l'art. 54bis c.p.p., demandando la risoluzione del cosiddetto "contrasto positivo tra uffici del p.m." al procuratore generale presso la cassazione, il quale decide secondo le regole codicistiche sulla competenza per territorio, a meno che nel frattempo non sia cessata la materia del contendere, con la rinunzia di uno tra i 2 contendenti.
 
In realtà la cosa non è così semplice.  Perché si arrivi a questo pronunziamento, occorre prima:
 
- che una delle 2 procure della Repubblica che indagano sullo stesso fatto a carico delle stesse persone chieda all'altra di levarsi di torno, trasmettendole gli atti;
 
- che la procura richiesta si rifiuti di aderire all'invito così gentilmente formulatole, avvisando il procuratore generale del contrasto.
 
Fino ad allora - e Golo presume che sia quanto accade ora - nessuno è obbligato a nulla; per il momento, entrambe le procure sembrano indagare sullo stesso fatto storico e sulla stessa persona (Pino & il bustone) senza schiacciarsi i piedi; la resa dei conti sarà più in avanti, con la rinunzia di uno dei due uffici inquirenti o con l'emersione del conflitto formale.
 
Delle varie ed eventuali.
 
Solo poche righe, per rispondere alla domanda rivoltami da Mr_Beans, con riferimento al diario di bordo di ieri.
 
Ti rispondo subito: no, Golo profondo non ce l'ha con Te, mon ami.  Golo non è minimamente d'accordo con le Tue idee (come Tu - si direbbe - non sei d'accordo con le sue); ma, finché si resta sul piano dei punti di vista, qual è il problema?  Si possono avere visioni opposte della stessa cosa, ma nondimeno rispettarsi profondamente: dunque, non mi riferivo certo a Te.  A chi, allora?  Fatti un "giretto" in rete, su altri siti e forum e capirai...
 
Infine, notizia di oggi (tratta dai giornali e quindi da prendersi con beneficio di inventario): la procura di Genova non sembra smaniare dalla voglia di collaborare con l'Ufficio indagini e la sua assistenza agli uomini del Gen. Pappa sarà - per il momento - limitata a fornire gli atti la cui divulgazione non possa più nuocere alla genuinità della prova nel processo penale.....Leggete il post di ieri e capirete che Golo profondo - oltre ad essere un ragazzo modesto e che mai si autoacclamerebbe - vede, prevede e stravede, anche se non ha bisogno di strillare titoloni per vendere una copia in più, né gli occorre stupirVi con effetti speciali....
 
Ci rileggiamo la settimana entrante: Golo festeggia - come molti tra Voi, cari compagni - il Santo Patrono e si concede un fine-settimana lungo: all'estero, ma non così lontano da non poter tenere le antenne puntate sull'Inchiesta. Saprò dirVi se il calcio italiano, visto da fuori dei Sacri Confini della Patria, faccia ancor più schifo che visto dall'interno.
 
Amicallement Votre,
 
Golo profondo

 



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"L'Inchiesta: diario di bordo 3" | 5 commenti
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Stai visualizzando i commenti del giorno 24/06/2005


Re: L'Inchiesta: diario di bordo 3
di RABAX il 24/06/2005 21.12

I media scrivono e dicono di tutto e di più.
La cosa più grave, se provata, sarebbe la telefonata del Presidente Preziosi nell'intervallo di Genoa - Venezia.
La prima cosa che uno pensa è:< i>possibile mai che un uomo come Preziosi si faccia prendere dal panico e si lasci andare ad un atteggiamento tanto leggero quanto infantile?
Eppure i giornali lo hanno scritto e ci hanno ricamato sopra senza porsi tante domande.
Senza neppure concedere il beneficio del dubbio
Vi sembra un modo d'essere seri e responsabili?
Perchè un uomo come Preziosi viene trattato in questo modo? Vi pare che un pubblico come quello del Genoa ed una città come Genova meritino tanta superficialità e leggerezza?
Ora pare che Capozzucca abbia smentito categoricamente che il Presidente abbia mai fatto questa benedetta telefonata.
Mi chiedo come il Direttore Generale del Genoa potrebbe, a questo punto, negare anche l'evidenza e non posso immaginare che non si sia parlato con il Presidente.
Allora?
Io certamente non ho elementi per affermare che le cose siano andate in un modo piuttosto che in un altro.
Ma come la metteremmo se, alla fine, risultasse che Preziosi quella telefonata non l'ha mai fatta davvero?
E' previsto un processo ed una retrocessione in serie B per i giornali, i TG ed i giornalisti che disinvoltamente e senza controllare si permettono di calunniare così gravemente? Si rendono conto degli incalcolabili danni morali e materiali che stanno causando con la loro disinvolta leggerezza? Viene davvero il convincimento, anche ad uno che non ama pensare alle persecuzioni e preferisce guardare prima in casa propria, che in questa vicenda c'è qualcosa che non torna. Qualcosa di forzato, eccessivo e come tale ingiustificabile ed ingiusto.br> Probabilmente nel Genoa qualcuno ha sbagliato.
Come è giusto e doveroso che sia, si accerti chi e la reale gravità dei fatti.
Ne pagheremo l’inevitabile prezzo.
Mi sia però consentito lo sfogo di denunciare che questo sempre più evidente accanirsi contro un uomo, una società calcistica, una tifoseria ed una grande parte di questa città, francamente, è inaccettabile.



Re: L'Inchiesta: diario di bordo 3
di marioepifani il 24/06/2005 17.33

cisco, tutto può essere, ma la nostra maglia e la nostra storia rimarranno sempre limpide perché sono di gran lunga superiori ad ogni miseria umana e rappresentano la storia del calcio in Italia!



Re: L'Inchiesta: diario di bordo 3
di cisco il 24/06/2005 12.25

Certo che gli aggiornamenti si dovrebbero fare di ora in ora.... visti gli ultimi accadimenti. A proposito dei quali, forse e' meglio stendere un velo pietoso. Se solo il 50% di quello uscito "in anteprima" sui giornali e' vero, la B non ce la toglie nessuno, a meno di affidarci a cavilli giuridici che senza ombra di dubbio, non puliranno la nostra maglia e la nostra Storia. Ciao e grazie per questo diario. Cisco





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