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dalla redazioneA che gioco giochiamo?
19/07/2005

Speriamo questa volta di aver toccato il fondo nel senso che dopo la famosa telefonata inesistente di Preziosi, ora siamo stati nuovamente "tramortiti" dalle "ammissioni" di Lejsal.

Lejsal, un ragazzo di 23 che capisce e parla non benissimo una lingua di cui non ha padronanza assoluta e di cui non può capirne le sfumature, sottoposto ad un clima da "Santa Inquisizione" come ha dichiarato il suo avvocato, secondo l'accusa avrebbe "confessato".

 Strano, intanto, che il giorno dell'interrogatorio questa "svolta" clamorosa non sia "trapelata".


 


Abbiamo visto tutti come durante Genoa Venezia questo portiere abbia fatto pienamente il suo dovere.

Le immagini televisive confermano poi, con certezza, che c'è stato un piedino galeotto di Milito che cercava di approfittare per un'eventuale sua mancata presa a seguito di un tiraccio di Caccia.

Lejsal ha anche manifestato segni di sofferenza al polso movendolo a più riprese quasi per scacciare il dolore.

Tutta scena? C'è da dubitare, salvo non si veda tutto con l'ottica della "Santa Inquisizione", appunto.

L'infortunio era vero, è stato il dottore della squadra (e non Pagliara) a dirmi d'uscire……queste dichiarazioni appaiono inconciliabili con le tesi dell'accusa.

Il ragazzo, che non pare un Mefistofele, non può aver detto negli interrogatori una cosa diversa da quello che sostiene adesso, sapendo che sabato prossimo dovrà nuovamente deporre: non ci sarà stata qualche forzatura o qualche trabocchetto più o meno lecito in quel clima da "Santa Inquisizione"?

Sono state esaminate le immagini della partita? E' stato sentito quel dottore?

Perché la Procura di Genova, dopo aver interrogato sia Lejsal che Borgobello, non li ritiene indagati?

Nel testo del rinvio a giudizio si richiamano, poi, anche i contenuti delle famose intercettazioni, ma non ho letto da nessuna parte una frase indicativa che tagli la testa al toro.

Appare invece evidente che si da per scontata la propria interpretazione dei tanti, forse troppi, discorsi fatti in quella settimana convulsa senza avere il minimo dubbio che spesso l'apparenza prevale sulla realtà.

Ad un certo punto, quando si prova ad entrare un po' di più nello specifico, si parla di Borgobello che in un'intercettazione ambientale "da per scontato" l'accordo tra le società del quale "evidentemente" ne è già a conoscenza alla luce di altra telefonata con Capozzucca.

Non sono avvocato e non mi voglio avventurare in disquisizioni che non mi competono, ma a palmi, con un minimo di logica, non sembra che messa così si tratti di qualcosa che viaggia sopra le teste dei giocatori…si saranno messi d'accordo……e in ogni modo non si può rovinare la festa……..?

Agli atti risulta che ai giocatori del Venezia qualcuno ha detto chiaramente che dovevano perdere?

Borgobello e Lejsal tra loro "danno per scontato", ecc., ecc., ma come mai (eppure non sapevano di essere controllati) non si sono detti….allora tu fai passare uno o due gol, io tiro fuori l'eventuale rigore, ecc., ecc…….?

Saranno considerazioni banali, qualcuno dirà che basta molto meno per essere condannati e sappiamo pure bene che davanti alla giustizia sportiva è l'accusato che deve dimostrare la sua innocenza.

Va bene tutto, spesso però, ripeto, è sottilissima la differenza tra realtà ed apparenza e credo sia comunque dovere anche della giustizia sportiva capire la realtà di quello che, effettivamente, è accaduto e la reale gravità dei fatti che si imputano.

Spero bene, dunque, che anche la Giustizia sportiva non possa, né debba, accontentarsi di giudizi sommari, peggio di forzature investigative come quelle che stanno affiorando che si aggiungono ad altre già denunciate.

Troppo comodo, ma inefficace, se la giustizia come dobbiamo credere è serena ed equa, provare a strumentalizzare le parole e/o far dire quello che si vuole ad un giovane inesperto che conosce non benissimo la lingua e che li per li può facilmente confondersi, ma che poi, tranquillo e sereno fuori di quel clima, non ha difficoltà a dichiarare che l'infortunio non era inventato e che è stato un medico a dirgli di uscire.

Conclusione: chiaro che l'accusa fa il suo mestiere, ora aspettiamo di sentire anche le campane della difesa ed evitiamo, anche noi, di trarre conclusioni affrettate e soprattutto di sgomentarci, cosa che in questo periodo, evidentemente, qualcuno pare trovi proprio gusto a farci subire.

Giancarlo Rabacchi 

 



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"A che gioco giochiamo?" | 2 commenti
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Stai visualizzando i commenti del giorno 20/07/2005


Re: A che gioco giochiamo?
di RABAX il 20/07/2005 07.03

Solo alcune “amare” considerazioni a seguito d’alcune indiscrezioni secondo le quali sembrerebbe che dalla Procura siano state inviate altre intercettazioni al Gen.Pappa, addirittura, sino il giorno prima del deferimento.

Qualcuno, molto efficacemente, ha classificato tutto questo come una sorta di “accanimento terapeutico” oltre che smania di facile pubblicità.

Premetto che nessuna sorta d’impunità può essere ammessa, neppure per l’amato Grifone per il quale è doveroso sia accertato il reale livello di gravità di quanto, eventualmente, commesso.
Come cittadino, prima ancora che come tifoso, credo però sia lecito domandarsi, ammessa e non concessa anche l’ipotesi più negativa (che ovviamente spero sia, alla fine, non provata) se, tutto sommato, queste “cose” non abbiano dal puro di vista etico e sociale, tutto sommato, un livello di gravità e di pericolosità relativo.

Si sta parlando di calcio e cioè di un mondo tutto particolare che, specie in questi ultimi anni, ci sta facendo vedere di tutto e di "meno".

Il cielo ci scampi e liberi ad esempio da fatti come quelli di Londra, ma il pericolo del terrorismo fa paura a tutti, per non parlare di mafia, traffici di droga che insidiano la salute dei giovani, rovinano le famiglie dal punto di vista morale e materiale, le frodi alimentari che minano la nostra salute, l’inquinamento fatto da personaggi senza scrupoli che si vogliono arricchire a scapito dei cittadini indifesi ed avanti di questo passo.

Cosa pensare, ripeto, come cittadini, al dispiego di risorse (mezzi, persone, tempo, ecc.) per intercettare le cavolate che si dicono Borgobello e Lejsal piuttosto che Dal Cin e Pagliara se dovesse succedere qualcosa di grave (ripeto che il cielo ce ne scampi e liberi).

La conclusione è chiara e, consentitemi sconsolante, non sarebbe il caso che cosi imponenti risorse di uomini e mezzi ( e non si perde occasione di parlare di carenza d'organici....) fossero piuttosto dedicate ad altri e ben più seri fatti anche e soprattutto per garantire la nostra sicurezza come cittadini?





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