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l'opinione"Devono passare sul nostro corpo!" di Matte
03/08/2005

Civiltà e amore nelle manifestazioni del popolo rossoblù

 


Stiamo manifestando. Un'improvvisata reazione alla grottesca sentenza che spinge il Grifone sull'orlo di un profondissimo baratro. Tutto spontaneo, nato da un tam tam di sms ed email poichè i siti internet sono in tilt. La città è in fermento, ribolle, sta solo aspettando di capire in quale direzione sia più giusto esplodere il proprio dolore.
Non mettendo a ferro e fuoco la città come alcuni media hanno riportato (ignoranza o malafede, non si scappa), ma pacificamente ci si ferma all'incrocio fra via Brigate Partigiane e corso Buenos Aires. Si parla, si cerca sostegno l'uno con l'altro, fratello con fratello. Non ci si crede, occhi lucidi di lucida rabbia, il mondo sembra crollare ma si trova la forza di cercare comunque le strategie più opportune.
Comunque uniti. Tutti, tutti, tutti dalla stessa parte, dalla parte del Grifo e del suo Presidente.
 
Poi, fra un paio di bottiglie di beck's e tatuaggi di grifoni sotto il sole cocente, spuntano loro, fermi in piedi al nostro fianco, a bloccare il traffico.
Lei ha ottant'anni, è cieca, porta con sè un bastone bianco ma cerca e trova sostegno in lui, stessa età, una grinta ed un orgoglio che molti giovani d'oggi si sognano.
"Non riusciranno a cancellarci così. Devono passare sul nostro corpo!"
Io non ce la faccio, mi devo girare dall'altra parte perché gli occhi mi si riempono di lacrime e un groppo in gola mi spezza il fiato.
Allo stesso tempo mi assale una rabbia che difficilmente ho provato in vita mia e che difficilmente si può spiegare a chi non l'ha vissuta. Una rabbia che parte da lontano, una rabbia che solo un urlo di gioia atteso dieci anni e vergognosamente ricacciato in gola ti può dare.
Perché?
Perché ci stanno facendo questo?
Perché una coppia di ottantenni deve arrivare al punto di scendere in piazza a bloccare il traffico?
Io in serie C ci posso anche andare, a patto di essere con la giusta compagnia di romane, parmensi, siciliane, torinesi,... perchè prima o poi sono certo che arriverò a vedere quella Stella. Io lo posso anche accettare, se tutto il sistema viene azzerato, perchè oggi è comunque un giorno in meno alla Stella.
Ma loro?
Loro che sono Genova, loro che per una vita ne hanno calcato le creuze, loro che ne hanno respirato i profumi e gustato i sapori, loro che si sono consumati il fisico in qualche angolo laborioso della città, loro che l'hanno vista crescere, decadere e rinascere, loro che ne hanno scritto la storia insieme a Faber, insieme a tutti i nostri nonni, da sempre a braccetto con il Vecchio Balordo...
Come possono chiedere a loro di ripartire dalla serie C in questo modo?
Come possono calpestare in questo modo la nostra storia?
 
Se stiamo uniti, il giovane ultrà, il dottore, il besagnino, il muratore ed il ragazzo in carrozzella (si, ho visto anche questo in corteo) ne usciremo, ancora una volta, ne usciremo.
Ne usciremo, ma la ferita a questi due nostri nonni non la rimarginerà nessuno. E qualcuno dovrà pagare per questo.
Perché il Genoa vive e respira al di fuori di quel rettangolo verde, il Genoa vive e respira nel cuore e nella storia di Genova.
 
Matte


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""Devono passare sul nostro corpo!" di Matte" | 2 commenti
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Re:
di eugenio il 04/08/2005 15.34

Pronti ad un nuovo appuntamento un nuovo incontro, ma teniamo la violenza lontano da noi non fa parte del DNA GENOANO. Non possono 4 imbecilli-teppisti rovinare quanto di bello sta fecendo il vero tifoso rossoblu. A venrdì. Ciao a tutti.





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