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dalla redazioneLacrime di coccodrillo
18/09/2005

Calo del 20%, spettatori al minimo storico. Carraro: "Non è solo la tv"
Per ora siamo a una media di 21.000 a partita. Il Viminale respinge le accuse sul decreto Pisanu

 

 


Se non è fuga, poco ci manca: i nostri stadi, questa la realtà, si stanno desolatamente svuotando.

Le media del 1991-´92, 34.205 spettatori-partita, è solo un ricordo.

Negli ultimi anni si è assistito ad un calo progressivo (24.986 la scorsa stagione, con la serie A allargata a venti squadre) e le stime di questo inizio stagione sono preoccupanti.

Una diminuzione di abbonati intorno al 20% (ma molte campagne sono ancora in corso), che potrebbe portare a circa 21.000 spettatori-partita a fine stagione. Dati ancora molto provvisori, ma prime proiezioni allarmanti.

Per Franco Carraro, presidente Figc la spiegazione di questo calo starebbe in quattro i motivi.

1) La crisi economica
2) L´offerta delle tv, che è sempre maggiore e che questo anno, oltre a Sky, prevede anche il digitale terrestre con Mediaset e La7
3) I travagli di questa estate quando i tifosi non sapevano quando si partiva, se con una serie A a 20 o 21 squadre...

Quarto, ed ultimo, il fatto che, "avendo rispettato in pieno le regole", ci siamo trovati con piccole società (le ripescate Ascoli e Treviso ad esempio) al posto di realtà maggiori, come Genoa e Torino ed anche questo peserebbe non poco sui numeri.

Per questa oramai screditata figura di dirigente la verità, e quest'ultima considerazione lo dimostra, è che come Federcalcio non avrebbero puntato sul calcio business, ma "sul pieno rispetto delle norme".

E lo avrebbe detto anche in Procura dove, guarda caso, è stato interrogato come indagato per abuso d'ufficio (sic!).

Carraro fa finta di dimenticare che "il rispetto delle regole" è stato molto relativo visto che ad esempio a Lazio, Roma ed Juve è stato concesso di tutto e di più.

Circa trent'anni fa Marcello Marchesi ironizzava sul fatto che la giustizia è uguale per tutti "…..basta essere ben raccomandati" diceva e, come si è visto, non c'è niente di nuovo sotto il sole!

Carraro non dice anche che sono oramai tre estati che il calcio non ha tregua ed è finito nel caos.

Di chi sono le responsabilità se non di dirigenti non all'altezza ed inadeguati come lui e compagnia cantante?

Nei due processi sportivi che ha subito il Genoa, tutti hanno potuto toccare con mano come sia mancato il rispetto delle più elementari regole di serietà ed autorevolezza.

Si è assistito a cialtronate incredibili  ed inaccettabili e parrebbe, salvo verifica, che ci siano state anche cose peggiori (incontri preliminari tra accusa e giudici prima del processo di primo grado) che ora sarebbero sotto indagine da parte del Procuratore Lalla.

Insomma più sgangherata di così la giustizia sportiva non poteva dimostrare di essere ed ora quello screditato personaggio ha l'ardire di parlare di rispetto delle regole.

In troppi, Federcalcio in primis, non hanno poi tenuto conto che il Genoa la sua serie A l'aveva limpidamente conquistata sul campo e con pieno merito.

E' rimasta un'ombra, se volete pesante, solo sull'ultima partita.

Dei meriti sportivi acquisiti sul campo, però, la Federcalcio non ha voluto, nemmeno minimamente, tener conto.

E soprattutto non si è potuto ne "voluto" approfondire quello che era realmente accaduto in quell'ultima maledetta settimana e, con una giustizia tanto necessariamente rapida quanto eccessivamente sommaria, ci si è accontentati delle apparenze, non è stata concessa alcuna attenuante ed è stata applicato più del massimo della pena.

Non solo per questa vicenda, dunque, è solare come l'unica conclusione che si può ragionevolmente trarre è che, da tempo, il calcio italiano manca di credibilità.

Sarebbe ora che anche i cosidetti addetti ai lavori (stampa, TV, società, ecc.) cominciassero a prenderne atto.

La nostra nazionale nei tornei importanti colleziona solo magre figure.

Sfido chiunque a sostenere che il nostro è ancora il campionato più bello del mondo.

Purtroppo non lo è più e la colpa è chiaramente di Carraro & Company che stanno portando il calcio alla deriva ed al conseguente progressivo abbandono da una parte crescente di tifosi e/o spettatori.

So bene che sono accuse pesanti che non si possono lanciare a cuor leggero, ma chi segue questo sito sa che sono discorsi portati avanti già da tempo e non la conseguenza del travaso di bile che abbiamo patito quest'ultima estate.

Con questi dirigenti il calcio italiano è destinato ad affogare nel progressivo disinteresse della gente, degli appassionati veri e, al massimo, potrà guadagnare qualche pantofolaio da divani (ma, sotto sotto, non sarà proprio questo quello che vogliono?).

La tolleranza zero adottata nei confronti di Genoa, Messina (che poi si è salvata in extremis), ecc., ecc. è stato più che altro una dimostrazione di arbitrio ed un patetico tentativo di riconquistare una verginità, oramai perduta per sempre, che arriva troppo tardi per ridare credibilità a personaggi come quelli che stanno attualmente ai vertici del calcio nazionale.

Peccato che ai giornalisti della carta stampata e della TV manchi il coraggio di dirlo con chiarezza e prevalga l'opportunismo e l'ossequio verso il palazzo.

Rimandiamo al mittente anche le tardive lacrime di coccodrillo di possibili futuri ripescaggi in base al bacino d'utenza.

Come già a suo tempo per la Fiorentina, prima massacrata per colpire il suo scomodo Presidente di allora e poi risarcita per ripulirsi la coscienza macchiata, ora pensano già a come rimediare con noi perché sanno bene di aver esagerato e di averla fatta davvero sporca.

Spiace che Carraro abbia tanti appoggi anche ai massimi livelli, Governo compreso.

Nessun secondo fine politico, ma se non provvederanno in fretta questi a mandare Carraro a casa, non ci si può che augurare che ci pensino poi gli altri.

Conclusione sul tema: il calcio italiano perde spettatori soprattutto perché non è più credibile.

E non lo è perché le risorse non sono divise equamente tra tutte le società e quindi, da anni, è in atto un'inaccettabile concorrenza sleale tra quelle che fanno la parte del leone e tutte le altre.

Perché l'ordinamento sportivo è retto da persone non all'altezza della situazione che, grazie ai loro appoggi politici, fanno, a loro arbitrio, il bello e cattivo tempo e nessuno li ferma.

Perché è sempre di più chiara evidenza la circostanza che tutto sia manovrato dall'alto, da qualcuno che tira i fili, che tutto sia già stabilito a tavolino e che, spesso, prevalgono anche interessi extra calcistici che pesano ed influenzano.

In tutto questo contesto il tifoso che incita, soffre, si arrabbia o gioisce, prepara striscioni, va in trasferta, ecc., ecc. comincia a capire di essere preso in giro ed ad avere più del dubbio di essere il "pirla" della situazione e comincia a non starci più.

Il quadro è nero che più nero non si può, sia chiaro che nessuno è il depositario della verità e, quindi, sarei davvero grato se qualcuno vorrà provare a dimostrare il contrario.

Giancarlo Rabacchi



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"Lacrime di coccodrillo" | 0 commenti
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