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l'opinione''Diversità'' di Bourbaki
11/11/2005

La romantica descrizione di una fotografia che potrete trovare sul libro di Santina Barrovecchio dal titolo:

"GENOA, LA NOSTRA FAVOLA" 

 

 


In un bel libro (fra i tanti) dove si racconta di Genoa, c'è una foto che al fascino un po' ruffiano del color seppia ne aggiunge un altro, più vero.

Sotto, in piccolo, sta scritto: "L'allievo Luigi Ferraris, a sinistra, con il calciatore campione Bugnion  del Genoa in casacca bianca (1902-1903)".

Luigi Ferraris è un ragazzo, fermo con le mani sui fianchi, come fermo è il campione Bugnion. Entrambi, eleganti con i calzoni appena sopra il ginocchio e i lunghi calzettoni di lana ingentiliti al bordo da motivi che si intuiscono colorati, entrambi guardano una "palla", che come noto è cosa ben differente da una sfera.

La palla, immobile e per questo inquietante sul terreno  dove l'erba, che si direbbe davvero color seppia, sta chiaramente perdendo la sua battaglia con la polvere e i sassi, è in realtà un pallone.

Un pallone di cuoio che, a chi ha esperienza, al solo pensiero di un colpo di testa per liberare l'area dal pericolo che incombe provoca una netta sensazione di dolore.

In secondo piano tre ragazzini sono colti in un movimento ambiguo, che sembra parte di uno scherzo ma che, un secolo dopo, suggerisce l'idea di tre presenze consapevoli del futuro, e perciò inavvertite.

Stava per cominciare la guerra russo-giapponese, Francia e Inghilterra stabilivano l'intesa cordiale, era al suo avvio il lungo regno che avrebbe visto il piccolo sovrano accompagnare tre generazioni di italiani verso la trasformazione dell'Italia, ottenuta col lavoro e col sacrificio.

Il fronte sul quale si sarebbero dati la morte giovani in armi aspettava Luigi Ferraris e il suo destino. Di Bugnion non sappiamo.

In questa foto e nella storia di un secolo tormentato sta forse la diversità che ci sentiamo addosso quando gridiamo Forza Genoa.

Bourbaki


 



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