L'argomento degli striscioni, son d'accordo, questa volta trascuriamolo senz'altro: ci vorrebbe un lungo discorso a parte, poco allegro.
La partita mi è sembrata bellissima e interessante. Ho visto un Genoa ingigantito perfino, rispetto a gare passate: un Genoa che ha acquistato parecchio, oramai troppo forte per la maggior parte delle avversarie.
Ma lo Spezia ha messo sul campo il suo gioco che ha un pensiero, con quel N° 6, Fusco, collocato davanti alla difesa a 4 a manovrare palloni su palloni e con quei precisi passaggi raso terra, filanti, in diagonale, verso gli attaccanti che incrociavano: proprio come da manuale di calcio. Questo Spezia da ammirare ha sfiorato il pareggio, nel secondo tempo, più per un paio di tiri di testa, usciti di poco, che per il tiro che ha toccato il palo, con Barasso sul controllo; e forse all'arbitro, che è stato bravo, nel finale avrebbe avuto qualcosa da dire. L'avesse raggiunto, il pareggio, non ci sarebbe stato scandalo.
Ma i bianchi hanno avuto due difficoltà: innanzi tutto i difensori del Genoa hanno sempre sovrastato i loro attaccanti; secondariamente il loro gioco, così limpido a spazi larghi, non ha uguale efficacia allo stretto, come documentato da alcuni pareggi in casa (es. Novara).
Nella prima fase il Genoa, con l'attacco a 3, ha lasciato libertà a Fusco concentrando il controllo sugli uomini di manovra più avanzati, di cui si conosceva l'insidiosità; nel finale, con l'attacco a 2, i rossoblù hanno ripiegato. Usciamo dunque da questa bella partita molto contenti, con una vittoria ottenuta per la forza della difesa, per una mediana che ha molto acquistato per intesa e per gioco e infine perché all'orizzonte è apparso in tiratore che ha risolto il confronto, dato che anche in questa partita, come tutti sappiamo, per vincere bisogna mandare la palla in porta. Alè, Grifone: avanti così, non fermarti mai!
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