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dalla redazioneUomini e Caporali
29/11/2005

Cominciamo a rilevare il fatto che, "peppia", siamo primi in graduatoria, largamente e meritatamente.


Un traguardo parziale, ma importante e, forse, insperato.
Ricordandoci anche che li vorremmo restarci ancora per un bel po', almeno sino al termine del campionato.

Sbagliare, infatti, è umano, perseverare sarebbe diabolico......

 


Sono stato assente per un breve periodo di ferie, che non poteva cadere peggio visto quello che mi sono perso, ma ho letto con interesse i commenti di Cristina e di Vittorio alle partite vittoriose con lo Spezia ed il Lumezzane (complimenti a queste due belle squadre superate a fatica).

Vorrei dire, invece, qualcosa sulla questione Lamacchi sulla quale, giustamente, i due cari amici che ho citato hanno, immagino volutamente, sorvolato.

Nessun desiderio di polemica né di alzare polveroni e, quindi, non la farò tanto lunga, ma due righe credo che questa questione la meriti tutta.

Non sono tra quelli che, preso atto dell'inopinato rifiuto del giocatore di tornare in campo dopo l'intervallo della partita col Lumezzane, lo hanno immediatamente e senza tante storie "licenziato".

In effetti, aziendalmente parlando, un atto d'insubordinazione verso il proprio Capo, come quello attuato da Lamacchi, avrebbe portato a conseguenze molto serie, come minimo ad una lettera di messa un mora del tipo alla prima che rifarai "pedalare".

Non sono nemmeno tra quelli che tendono a sottovalutare l'accaduto "derubricandolo" ad un'impertinente birichinata, peggio ad un capriccio.

Non mi permetterei mai, infatti, di giudicare Lamacchi un bimbetto viziato che fa i capricci.

Il ragazzo merita molto rispetto per quello che ha fatto nel campionato scorso ed anche per come si è sempre comportato a Genova.

A questo proposito vorrei affermare che m'intristiscono, più che irritarmi, certe infelici insinuazioni che qualcuno, con l'aria del saputello, fa un po' maliziosamente trapelare e che lasciano davvero perplessi anche perché si ha la sensazione che provengano da tifosi che non rappresentano nessuno, forse solo se stessi, o forse ancora la parte non certamente migliore della grande tifoseria rossoblù.

Una parte che, detto con estrema franchezza, non mi sembra si stia precisamente coprendo di gloria in questi ultimi tempi.

Premesso tutto questo, mi pare che il gesto di Lamacchi debba essere valutato per quello che è e cioè la manifestazione di un disagio di un giocatore che si sente (ed è) importante e che, magari, teme di non essere abbastanza considerato dal suo allenatore che lo sta impiegando "come capita", un po' da una parte ed un po' dall'altra.

Allenatore che si sta dimostrando più bravo ed esperto di quello che in tanti immaginavamo, ma che probabilmente in questi frangenti ha dovuto e deve, evidentemente, avere più riguardo alle esigenze della squadra che non a quelle di un singolo giocatore.

Non mi sentirei neppure d'escludere che nel caso di Lamacchi il Mister confidi anche sulla sua non comune esperienza e "duttilità" (segnale quindi di grande apprezzamento e non certo del contrario).

Allargando solo per un attimo il discorso sovviene che nella vita non sempre si riesce a fare il lavoro che più piacerebbe, ma a volte ci tocca "sbrigare" anche "pratiche" che si gradiscono un po' di meno.

E' così per chi, volente o nolente, si dedica alla più grigia carriera impiegatizia, evidentemente capita anche a chi è pagato (e lautamente) per giocare al pallone.

Chiaro anche che un po' in tutti gli ambienti le "rugnate", in genere, dovrebbero toccare agli ultimi arrivati e che gli "anziani" sono facilmente meno docili e remissivi.

Insomma poiché tutto il mondo è paese e visto che, dai, siamo un po' tutti, travet e divi della pedata, insieme uomini e caporali, non escluderei a priori che quanto successo al "Ferraris" domenica scorsa semplicemente sia la conseguenza di situazioni non molto dissimili da quelle che mi sono sforzato di illustrare.

Sono, sia chiaro, problemi se non seri, abbastanza delicati e da non sottovalutare, nelle logiche aziendali come in una squadra di calcio, per evitare si alimentino dannose tensioni che, alla lunga, potrebbero causare seri danni.

Cose che richiedono interventi tempestivi ed equilibrati per capire a fondo la situazione e trovare i correttivi appropriati onde avitare, appunto, si guasti l'ambiente e finisca tutto come....beh lasciamo correre.

Insomma Mister, Direttore Generale e Presidente vedete ora un po' Voi di sbrogliare la matassa con responsabilità, decisione ed insieme con severità e buon senso.

Giancarlo Rabacchi

 



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"Uomini e Caporali" | 2 commenti
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Stai visualizzando i commenti del giorno 01/12/2005


Re: Uomini e Caporali
di vieux_marcheur il 01/12/2005 22.46

Il commento alla partita ha voluto ignorare una questione di puro spogliatoio, allo spettatore non evidente.





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