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il Grifone in campoCi sfugge di mano una vittoria immeritata
09/01/2006

 

 

 

Pizzighettone          3

(15' p.t. Quadri, punizione;  19' s.t. Quadri;  51' Quadri, rigore)

 

Genoa                      3

(33' p.t. Tedesco;  44' p.t. Greco, punizione;  21' s.t. Stellini, rigore)

 

 

Una segnatura per parte ottenuta su punizione con tiri precisi dalla parte della barriera; una per parte, con calci di rigore, battuti perfettamente; una per parte, su azione manovrata; infine, un gol annullato a ciascuna squadra, per impalpabili fuori-gioco. Punteggio movimentato e alternante. Alla fine i giocatori dalla maglia celeste, che hanno pareggiato proprio nel momento estremo, festeggiano sul campo la scampata sconfitta, che sarebbe stata per loro un'amara beffa.

 

 

 

 

 


 

In una partita di calcio si affrontano 11 giocatori per parte, ma in verità sono due  squadre a confrontarsi. Soltanto nelle formazioni benedette dal dio del calcio, giocatori di grande bravura trasfondono pienamente la propria attitudine in quell'organismo complesso che è una squadra di calcio.

 

Nessun dubbio che per valore di giocatori il Genoa è di parecchio superiore al Pizzighettone. Ma nessun dubbio che sul piano del gioco di squadra la supremazia è stata dei lombardi.

 

Questa supremazia, oltre che al gioco di collegamento, si è vista chiaramente, forse per naturale conseguenza, nell'ultimo quarto di partita, anche nella corsa e nel vigore fisico.

 

C'è chi ama ripetere frasi come: questa categoria non ci appartiene, occorre adeguarsi   al basso livello della serie C, ecc. Dove invece, se giocatori di gran classe vi sono rari, diverse squadre svolgono gioco piacevole e da esse abbiamo da imparare sul piano della manovra. Il gioco del calcio, nella sua difformità, è uno.

 

Confortante, per il Genoa, l'esordio di Fusco e di Iliev.  Sono buoni giocatori, porteranno un importante contributo alla nostra formazione. Fusco ha palesato sicurezza sul pallone e autorità ed ha operato alcune ottime chiusure.  Per movenze e tecnica, Iliev si manifesta giocatore di classe, che sa vedere il gioco e la posizione dei compagni.

 

Sono queste considerazioni individuali; poi però c'è da aggiungere che Iliev non ha potuto ingranare gran che con i compagni: ha ricevuto pochi palloni e non ha avuto molte occasioni per impostare manovre con i colleghi dell'attacco. Quanto a Fusco, c'è da credere che il suo inserimento abbia offuscato i meccanismi difensivi che finora avevano funzionato così bene.

 

Per gran parte del primo tempo il Genoa ha marcato una superiorità territoriale, ma inaspettatamente Gazzoli viene sorpreso da un tiro di  punizione non forte ma preciso.  Quattro minuti dopo De Vezze, già ammonito, scampa all'espulsione che merita, per aver dato un calcio ad un avversario, in azione di gioco ma a palla distante. L'arbitro Lena sorvola e forse la sua serenità poi ne risente. Al 30' una splendida azione dalla destra si conclude con un tiro fuori di Quadri.  Gazzoli è dei due il portiere più insidiato, benchè il Genoa stia di più all'attacco. Ma la supremazia del Genoa si fa sempre più evidente. Infine Tedesco fa un gol come ne ha fatto tanti, toccando in porta sul "secondo palo". Quindi Greco ricambia il gol su punizione, con un tiro forte molto bello nell'angolo alto, e si va al riposo in vantaggio. In questo finale di tempo avevamo anche visto Zaniolo sgambettato in area tra due avversari, ma l'arbitro aveva ritenuto suo il fallo.

 

Nel corso del tempo qualche tifoso genoano dalla scarsa intelligenza ha continuato a bersagliare il guardalinee sotto i distinti, Manzini  (non mi è chiaro il motivo) con pezzi di  ghiaccio, fino a quando non lo ha colto ad una coscia lasciandovi un segno.

 

Nella ripresa, al 5' Gazzoli si riscatta distendendosi in uscita a parare un tiro ravvicinato del solito N° 8, Quadri, che con il N° 10 Parmesani, il capitano, ha dettato il gioco per tutta la partita. All'8' il Genoa segna il gol che gli viene annullato.  Infine il Pizzighettone va in porta su bellissima azione manovrata (ma forse c'era un fallo in partenza). Sull'immediata ripresa del gioco, Ilev, su un pallone sfuggito alla difesa, entra in area, fa un dribbling secco tra due avversari, viene toccato di piede, cade e conquista un calcio di rigore forse generoso. Il tiro di Stellini ci riporta in vantaggio. Da quel momento sono i lombardi a comandare il gioco in modo assoluto. Il Genoa in attacco, dopo aver sostituito Ilev, Zaniolo e Greco, non tiene più il pallone. A cinque minuti dalla fine arriva il pareggio ma anche questo gol viene considerato viziato da un fuori-gioco un po' misterioso. Le insistite proteste portano ad una espulsione. In superiorità di uomini, il Genoa esprime un paio di fiacchi attacchi, giusto per dar modo agli avversari di colpirlo in contropiede. All'ultimo minuto di ricupero uno stanco Tedesco si allunga e perde un pallone, ne consegue un immediato  lancio, calibrato alla perfezione, a Campolonghi all'ala sinistra, marcato da Fusco in posizione di terzino. Fusco perde il tempo nel confronto dell'avversario più fresco (era entrato da poco), si vede battuto in velocità e all'uomo che gli scappa, però decentrato, invece che lasciarlo correre per chiuderlo dall'interno, si oppone di spalla e quello cade. Il giusto rigore porta al pareggio.

 

Pareggio che per il Genoa, nel complesso della partita,  possiamo dire quasi meritato.

 

 

Vittorio Riccadonna

 

 

 

 

 

 



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