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dalla redazioneIl ritorno di Perotti
07/03/2006

Il Genoa ancora primo in classifica e con una partita da recuperare, in fondo, non era in una situazione “tragica”.

Certo anche, però, che il vistoso rallentamento rispetto al girone d’andata e l’incredibile sfaldamento di quella che era stata, a lungo, la difesa meno battuta di tutti i campionati cominciavano a preoccupare non poco.

Credo, comunque, che la “fifa”maggiore fosse quella conseguente ai brutti ricordi di un "recente" passato.


Per noi tifosi il ripresentarsi di antichi fantasmi che speravamo aver scacciato per sempre.

Il Presidente Preziosi, coerente con quello che aveva dichiarato in tempi non sospetti, sul rammarico di aver tenuto Cosmi anche dopo l’evidente fase di declino della squadra nel girone di ritorno dello scorso campionato, questa volta non ha avuto esitazioni.

Sbagliare è umano, avrà pensato, ma non perseverare ed ecco la svolta, dolorosa per chi parte, auguriamoci propizia per la squadra che dalla nuova guida dovrebbe avere lo scossone necessario per completare l’opera ed arrivare al traguardo della promozione.

Sarà così?

Speriamolo, ma a questi punti la decisione Presidenziale pare condivisibile.

Certo che il cambio dell’allenatore da solo potrebbe anche non bastare.

Attenzione non voglio essere pessimista ne rimestare nel torbido.

La scelta di un allenatore di esperienza e personalità come Perotti, uomo che di calcio ne mastica parecchio, dovrebbe garantire al Genoa una guida scevra da condizionamenti di sorta e tesa ad ottenere il meglio dalla rosa disponibile senza guardare in faccia a nessuno.

Non desidero e non è davvero il momento delle polemiche, ma è bene guardarsi negli occhi senza infingimenti o giri di parole.

Allora provo a spiegarmi nel senso che per arrivare al risultato occorre riassestare la squadra, ritrovare l’equilibrio un po' perso per strada e arrivare ad avere finalmente una fase offensiva che garantisca le segnature necessarie per staccare nuovamente le tante volonterose avversarie che, con molti meno nomi eclatanti, ma con molta più corsa ed umiltà, sono riuscite a trovare il modo di metterci in difficoltà.

Insomma non bastano più le referenze ne il passato più o meno glorioso.

Ne alcun giocatore deve sentirsi sicuro solo perché è stato scelto dal Presidente o dal Direttore Generale, che sono bravi, ma non infallibili.

Perotti deve individuare la “sua” squadra e metterla in campo senza pensare ad altro che non sia il miglior rendimento ed equilibrio possibile.

Senza intromissioni.

Non mi nascondo dietro un dito.

Ho infatti sentito parlare di istruzioni impartite dalla panchina dal Direttore Generale Fabiani.

Dubito sia vero, altrimenti sarebbe inaccettabile.

Immaginate i giocatori che ad un certo punto non sanno più a chi dare retta: insomma il caos.

Altri discorsi sentiti nell’ambiente: Botta e Jovine, due ragazzi della Beretti sarebbero in grado di far parecchio meglio di Mamede.

Sono, per la carità, valutazioni che spettano all’allenatore, ma questi non deve essere in alcun modo condizionato da niente e da nessuno.

Intendiamoci sarebbe chiaramente autolesionistico e, quindi, sbagliato bocciare frettolosamente un giocatore od un'altro (inutile fare nomi).

Chi arriva da fuori (parlo sempre di giocatori) ha tutto il diritto di ambientarsi ed inserirsi, anche se non all’infinito, ma le esigenze del momento devono, anche portare, se del caso, a decisioni “impolitiche”.

Deve prevalere insomma l’interesse della squadra, ad esempio, sul sia pur legittimo desiderio di dimostrare di aver azzeccato questo o quell’acquisto sul mercato di riparazione.

Forse sbaglio  tutto od anche solo esagero, ma come sempre è meglio parlare chiaro che tenersi le cose dentro.

Per finire un duplice augurio al Genoa di Perotti e, consentiteci un piccolo riferimento personale, al nostro grande Mattia: vedete un po’ di recuperare in fretta la forma migliore.

Un forte ALE’ per entrambi.

Giancarlo Rabacchi  



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"Il ritorno di Perotti" | 4 commenti
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Il post di Nemesis
di 102 il 09/03/2006 15.32

Nemesis, mi hai commosso...
Io non conosco il Genoa del 70/71; quella formazione la sento recitare a memoria da chi ha i capelli bianchi o brizzolati.. e mentre i nomi vengono fuori dal cuore vedo gli occhi di queste persone illuminarsi come se si fossero catapultati indietro nel tempo di 35 anni
e proprio 35 anni fa io sono nata.. i miei ricordi di bambina sono i Pruzzo sentiti nominare in televisione da Valenti, i Martina, gli Onofri, i Peters e i Vandereiken visti a Sant'Olcese... ma la MIA squadra, quella vista e vissuta, è quella dei 51 punti e la promozione in serie A...
Da allora poche gioie e molti dolori... ma non farei a cambio con nessuno, mi tengo stretta le mie emozioni colorate di rossoblù e leggo volentieri quelle di persone come te, che mi fanno vivere sensazioni genoane dei tempi in cui ero ancora in una culla.
Grazie.
Cristina





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