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dalla redazioneConsiglio Federale F.I.G.C., ovvero il lato oscuro del potere
15/03/2006

 

Con l'entrata in campo del Consiglio Federale, abbiamo sotto gli occhi il panorama completo dello scorretto funzionamento di questa Federazione Italiana Gioco Calcio.

Avevamo percorso tutte le altre tappe della vergogna; una vergogna gettata su di noi, ma che in verità, per qualsiasi osservatore neutrale,  ricade maggiormente su chi ha usato il potere in modo improprio e abusivo.

 

 


Si vergognino gli indagatori, così solerti a procedure lampo contro di noi e solo contro di noi tanto da non fermarsi anche davanti a forzature, mentre il restante universo calcistico invece va esente da ogni imputazione.

Si vergognino gli organi giudicanti, e non fatemi qui ripetere le ingiurie che abbiamo subito nei due gradi di giudizio.

Tralasciamo i commenti anche sui ridicoli deferimenti per essere ricorsi al Tar del Lazio.

Più che l'indignazione, qui ci sarebbe da esprimere sarcasmo.

Che dire poi di una Federazione che fa un accordo segreto con una Società affiliata?
Quantunque questa società sia il Genoa, io penso che le altre avrebbero diritto di
insorgere, o quanto meno di andare a vederlo.

Scendendo poi verso il basso, arriviamo alla Lega di serie C, la quale, nella sua adamantina autonomia, nel fare il calendario non ha voluto tener conto degli impegni dello stadio Ferraris, estranei ad essa perché dipendenti da un'altra Lega, così il Genoa impara, a credersi superiore!; salvo poi accorgersi di dover spostare intere giornate di campionato per rispettare il proprio regolamento.

Al vertice sta il Consiglio Federale.

Il supremo Ente della Federazione doveva dirimere il caso di un giocatore che aveva partecipato alla prima partita di campionato, non so più ormai quanti mesi fa.

Questo problema era arrivato al vertice dopo un logorante gioco di palleggi e rinvii che avevano percorso tutti i gradi della cosiddetta giustizia sportiva.

Il Consiglio Federale non l'ha preso in esame.

Ha fatto trapelare di opinioni discordanti tra i componenti. Mi sembra  che sarebbe stata maggior ragione per discuterne.

Troppo grave è il sospetto di un gioco oscuro, per scopo innominabile, sotto questa omissione di dovere.

Dobbiamo concludere che il malfunzionamento coinvolge al completo l'intera organizzazione della Federazione I.G.C.

Ma non voglio fare qui un discorso legato solo alla nostra sponda.

Che si dice dalle altre parti?

Hanno orgoglio di appartenere ad una tale organizzazione?

Dagli arbitri, gli altri si sentono protetti? Regnano equità, serenità, indipendenza?

Dei proventi televisivi così ripartiti, sono soddisfatti?

Dei favori elargiti ad alcune società e della rigidità verso altre (mi sovviene Cecchi Gori) non dicono più nulla?

Hanno l'impressione di essere ben governate, le altre squadre che non sono state perseguitate come siamo stati noi?  Pensano che così vada bene?

Anche noi, in questo nostro sito, abbiamo raccolto, come altri, varie voci di protesta.
Ne ricordo una, che ho trovato estremamente pertinente:
COMMISSARIARE LA FEDERAZIONE.
Sarebbe questa un'opera sacrosanta.

Infatti, se è vero quello che ha detto Spinelli, cioè che diverse società sono diventate vassalli di quelle poche superpotenti, e quindi in fase di elezioni non c'è più speranza di resistere a quella rete di potere, che ha i mezzi per incutere paura a chi vorrebbe cambiare, allora bisogna concludere che la strada della democrazia non porta più alla giustizia ed occorre l'intervento di una mano esterna.

A questo punto, malgrado la nostra avversione, il discorso è diventato politico.

E guardate un po' che caso: arrivano le elezioni.

Abbiamo assistito ieri ad un importante confronto alla televisione di stato.

Certo, hanno parlato di cose importanti.

Certo, cose più importanti dello sport.

Ma il calcio in Italia è proprio entità trascurabile?

E se una coalizione politica, superando l'intreccio di interessi, annunciasse di voler intervenire contro questa Federazione?

Io la voterei senz'altro.

Voi?

(Non lo chiedo solo ai genoani).


Vittorio Riccadonna


 



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