Benvenuto su Genoadomani
6765143
visitatori
(sito attivo dal
31 Agosto 2004)

In questo momento ci sono 63 visitatori e 0 utenti registrati
Totale utenti registrati: 759
· ritorno al futuro
· la redazione
· torna alla homepage
· cerca nel sito:
dalla redazioneGiustizia, non vendetta
10/07/2006

 

Calciopoli è alla stretta finale ma già si sente parlare di amnistia per tutti. Gli stessi giornalsti, opinionisti, tuttologi, politici, ecc. che lo scorso anno rimasero muti di fronte alle palesi ingiustizie perpetrate ai danni del Genoa (al di la della sua presunta colpevolezza), da una legge calcistica che avrebbe potuto trovare piena collocazione, giusto in un tribunale speciale hitleriano, …

 


… oggi starnazzano di qua e di là scoprendo le palesi storture di una giustizia privatistica che si base sul principio cardine (ed ignobile) dell’onere della prova a carico dell’accusato e della presunzione di colpevolezza. Della Valle, che impartiva ieri lezioni di stile, bon ton e moralismo, infischiandosene di procedure, diritti e guarantige, oggi chiede tempi giusti per il processo che non deve essere sommario e condizionato da esigenze di calendario (che penserà di questo il dott. Carraro, sguaiatamente esultante alla frettolosa presentazione dei calendari di un campionato, lo scorso, già taroccato in partenza e finito ignominiosamente senza un legittimo vincitore?).

L’unica eccezione che conferma la regola è quella del buon rag. Macalli, implacabile censore e fustigatore dei vizi rossoblu, tanto da chiedere per il Grifone la radiazione…in questi giorni - forse - frate trappista votato al silenzio in qualche eremo alto anatolico.

Insomma, per farla breve, tutti i giacobini di ieri, sul ciglio del patibolo e ad un passo dal sentire la fredda e tagliente lama della ghigliottina, pronta a spedire (metaforicamente s’intende) le di loro presunte poco onorevoli teste nella cesta della serie C o in quella della B con penalizzazione, puntano i piedi e chiedono - ottenendola - la clemenza dei gazzettari e del loro pubblico.

Govi direbbe che dando delle facciate per terra farebbero sanguinare i marciapiedi!

Eppure da sinceri liberali, siamo pronti a dar loro ragione, non certo perché le argomentazioni difensive siano bencheminimamente scevre da vil partigianeria e bieco utilitarismo, quanto perché è sempre il principio a dover contare - per tutti - perfino per i presunti ladri di sogni bianconeri, viola e compagnia cantando.

Nello sforzo di rendere giuste le norme del processo pallonaro, ad oggi espressione barocco levantina di un consesso talmente fuorilegge da poter violare perfino i principi costituzionali e le basi del diritto in nome ed in virtù di meccanismi del tutto privatistici, si inserisce l’attività della Fondazione Genoa che sta organizzando un dibattito di grande spessore, proprio finalizzato alla ricerca di vie credibili per la riforma delle leggi che governano la giustizia sportiva nel nostro Paese. Un obbiettivo che se ieri poteva sembrare donchisciottesco, oggi è maledettamente attuale.

Se dal sacrificio a cui è andato incontro il Genoa lo scorso anno, dovesse scaturire la via giusta verso una riforma che evitasse una volta per tutte di rivivere certi beffardi minuetti (di personaggi togati ed ermellinati nella funzione pubblica ma esclusivamente stipendiati in quella di giudicatori calcistici), ne sarebbe valsa la pena.

No quindi a tribunali speciali proni ai voleri di un palazzo corrotto e dittatoriale ma nemmeno ad inquisizioni torchemadesche in cerca di pene esemplari; sì invece alla certezza del diritto estesa finalmente alla sfera calcistica.

In quest’ottica ben triste sarebbe l’amnistia generalizzata di cui si va ciarlando: un tarallucci e vino che non meriterebbero soprattutto i veri appassionati del gioco più bello del mondo, di cui lunedì potremmo perfino essere i degni rappresentanti sul campo… ma non certamente fuori da esso, se passasse il solito italico condono.

Giuseppe Marzucchi

 



Questo articolo è stato visualizzato 549 volte

 
"Giustizia, non vendetta" | 2 commenti
I commenti sono di proprietà dell'inserzionista. Noi non siamo responsabili per il loro contenuto.

Stai visualizzando i commenti del giorno 19/07/2006


Re: Giustizia, non vendetta
di degravesells il 19/07/2006 17.32

Ho mandato a Giovanna Melandri Ministro dello Sport (sul sito www.giovannamelandri.it) questa lettera: Gentile Ministro Giovanna Melandri, in questi giorni di “rivoluzione francese” per il mondo del Calcio (ed il riferimento ai nostri cugini d’Oltralpe non è casuale) mi rendo conto che Lei sta affrontando la più grave crisi del nostro beneamato sport; mi fa piacere che proprio come Ministro competente Lei abbia più volte sottolineato la necessità di “fare giustizia”, di non trovare alibi nella vittoria ai Mondiali per impresentabili colpi di spugna. Sono un tifoso genoano (ebbene si, non siamo tutti perfetti!) che ancora sta soffrendo i postumi di un incredibile campionato in serie C che la mia squadra ha dovuto superare con le unghie e con i denti dopo un processo che solo per pochi giorni è rimasto sui giornali nazionali per via dei famosi bigliettini dei giudici FIGC, che prendevano in giro il Presidente Preziosi; pochi giornalisti coraggiosi (e mi piace citare qui Xavier Jacobelli di QS) hanno capito in tempi non sospetti che il Genoa veniva usato come il Dixan, per pulire una FIGC impresentabile anche a Blatter! Ora, come si dice “un pò tutti in braccio alla mamma”: intere schiere di tifosi viola, biancazzurri e bianconeri bloccano treni e fanno manifestazioni più o meno minacciose nella stessa maniera che i media avevano tanto criticato quando era toccata a noi , “violenti genoani”, la medesima sorte. Ebbene anche se non è stata dimostrata allora la nostra colpevolezza, credo che fosse giusta comunque una sanzione, non certo una condanna come la retrocessione in serie C di una squadra appena arrivata in A. Ora tutti i giornali nazionali strepitano che la condanna della Juventus è esagerata: io dico che è appena giusta, se confrontata con la nostra: non si è voluto infierire nei confronti di una società che sta facendo i primi passi verso un auspicabile rinnovamento e moralizzazione. E in questo pesa il fatto che la Juve (e anche la Lazio) sono quotate in borsa. Sono i giorni dei ricorsi; mi auguro tre cose, sulle quali spero che Lei concordi: 1. che le punizioni rimangano quelle del primo grado (in quanto sono le minime possibili vista la reiterazione ampiamente dimostrata degli illeciti: per noi si è trattato di 1 partita!) 2. che non vi siano ricorsi al TAR (mi piacerebbe che la decenza suggerisca ai “colpevoli” di accettare le punizioni: l’Italia è ormai patentemente il Paese di chi si professa sempre e comunque innocente) 3. che la FIGC getti le basi (e qui la funzione del Suo Ministero è vitale come atto di indirizzo moralizzatore) per un reale rinnovamento dei quadri e dei criteri di conduzione Il tutto perchè il calcio ritorni ad essere uno Sport, e non solo una fonte di guadagno per sponsor, pay-tv o, peggio, mezzo di propaganda politica (in questo i sindaci delle città “colpite” hanno in questi giorni dato bella mostra di sè, difendendo davvero l’indifendibile). Vede, forse sono un romantico, ma ai miei tempi ai giardinetti se c’era una squadra ritenuta troppo forte, l’”arbitro” decideva di giocare sì la partita, ma con uno o due goals di vantaggio per i “più deboli”; negli ultimi anni il calcio italiano si è comportato esattamente all’opposto! Infine, apprezzo il Suo tentativo di separare la Nazionale ed il suo successo dall’invereconda conduzione di questi ultimi anni della FIGC, ma, Le dico sinceramente, che sono stato uno di quelli italiani che il 9 luglio hanno tenuto spento il televisore (e pensare che ero anche all’estero). Se da questo tifone non dovesse risultare un risanamento credibile del Sistema Calcio a noi tifosi rimane un unica arma (letale): non fare più abbonamenti e disertare gli stadi; credo di essere personalmente pronto. Con simpatia e con stima





Per informazioni potete contattare l'indirizzo e-mail admin@genoadomani.it