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l'opinione''Quale riforma per il calcio?'' di voce sommessa
19/07/2006

 

Per suggerire risposte a questa domanda (facile facile...) la Fondazione Genoa 1893 ha portato giuristi e giornalisti a dibattere in una Aula Magna dell’Università affollata da addetti ai lavori ma soprattutto da profani interessati se non perfino curiosi.

 

 

 

 


La Fondazione Genoa 1893 ha le sue ragioni e le sue radici in una vicenda che si è svolta attraverso generazioni, intorno alle bandiere di una società di calcio, il Genoa, e nel cuore dell’identità di Genova, città “di lavoro e di rivolta” secondo una intrigante definizione che viene proprio dalla storia degli anni in cui il Genoa è nato ed è diventato leggenda popolare.

 

All’indomani di una sentenza che, confermata o riformata che sia, mette il sigillo di un giudizio severo sul mondo del calcio, da molti amato e sofferto, non è stato un caso che proprio a Genova e per iniziativa della Fondazione Genoa un dibattito fra giuristi prima e giornalisti poi abbia dato un messaggio preciso che partendo dall’etica (il “lavoro” non ne è forse il fondamento?) ha messo a fuoco la necessità (e le difficoltà) di una riforma radicale del calcio (e cosa se non una “rivolta” ne può essere il detonatore?).

 

Nell’ascoltare i giuristi, da profano quale sono, ho confrontato il loro “lessico familiare” e la sua “apertura” verso il mondo dei comuni mortali con quello a me più noto della scienza e della tecnica e sono arrivato ad una conclusione inaspettata.

 

Gli scienziati, esattamente come i giuristi, usano un linguaggio adattato a concetti e a strutture logiche del tutto particolari, che pur nella chiarezza e lucidità di esposizione richiede agli “estranei” un certo sforzo per arrivare ad una comprensione comunque parziale.

 

I giuristi si riferiscono, in apparenza, ad una loro quasi metafisica realtà virtuale, gli scienziati parlano di una realtà concreta.

 

Ma la realtà concreta degli scienziati poi spesso si sfarina in qualcosa molto difficile da ricondurre all’esperienza quotidiana mentre, ecco la sorpresa, nella calda mattina di luglio attraverso le tecnicalità del diritto si è a poco a poco fatta strada la complessa ma ben percepibile realtà della vita; infatti oltre il velo della dottrina le parole dei relatori hanno dato un messaggio molto chiaro: il deficit di regole è la causa prima delle pratiche corruttive e distorsive che hanno stravolto classifiche e destini, il primato di regole certe è la condizione necessaria per ricostruire una credibilità, il diritto (la legge) è un “manufatto” che può fallire i suoi obiettivi intanto se non è “fabbricato” bene ma soprattutto se non c’è una concorde volontà di usarlo senza furbizie e senza sconti.

 

I giornalisti, che forse non avevano ascoltato con assidua attenzione, hanno cercato di sfuggire a questa premessa veramente convincente e insuperabile, divagando fra improbabili modelli di calcio “vero” o meno vero, ovvii riferimenti ai rapporti fra calcio e tv, astute omologazioni fra la federazione di Carraro e quella di Rossi e i loro presunti referenti politici (naturalmente in chiave pro-Juve), carrellate ecumeniche su quanto accade qua e là nel mondo degli sport.

 

Tutti però hanno avuto sottotraccia lo stesso scetticismo un po’ realista e un po’ qualunquista: è tutto sbagliato, e probabilmente lo resterà.

 

Avviandosi il tempo verso la controra e il dibattito verso la fine, al deludente clima che ormai incombeva ha dato un inatteso altolà il breve intervento della politica (quella che di solito fa arricciare il naso nei salotti buoni): il diritto nasce dalle leggi, il legislatore ha la volontà (politica…) di farsi carico dei gravi problemi del calcio, il Parlamento sarà la sede naturale di interventi della cui efficacia tutti potranno poi giudicare.

 

Saldata così la pratica alla dottrina, la Fondazione ha archiviato la sua prima manifestazione di ampio respiro confermando che per il Genoa e per i Genoani (senza aggettivi) potrà fare veramente molto, con buona pace dei pochi, chiassosi e interessati suoi detrattori.

 

voce sommessa

 

 



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"''Quale riforma per il calcio?'' di voce sommessa" | 1 commento
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Stai visualizzando i commenti del giorno 20/07/2006


Re: ''Quale riforma per il calcio?'' di voce sommessa
di chicca79 il 20/07/2006 14.10

mandare assolutamente in c2 la juventus





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