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il Grifone in campoSchiaffo finale ad un Genoa in veste dimessa
14/01/2007

 

Pescara Calcio                       2

( 5' II t. Rigoni, rigore;  42' Rigoni,  rigore )

 

Genoa C.F.C.                          1

( 34' II t. Forestieri )

 

 

Ritornano in gran dispetto i bravi tifosi genoani che hanno seguito la loro squadra anche fino alla lontana riva del Mar Adriatico. Hanno negli occhi le fasi finali della partita, quando l'arbitro Orsato da Schio, anche con il silenzio-assenso, se non con la partecipazione, del guardalinee Vicinanza da Albenga, ha determinato la nostra sconfitta numero cinque.

 

Ma ditemi: il meritato pareggio ci avrebbe soddisfatto?

 

 


Il punto perso non ha un peso molto grave; è la mancata vittoria, là dove tanti hanno vinto, che ci arretra.  

 

Questa mera considerazione contabile però vale in astratto: nella realtà, la nostra squadra soffriva di tante assenze che è difficile contarle, sopratutto tra gli uomini di centro campo, e doveva fronteggiare un avversario rivitalizzato dalle vicende sociali e sostenuto a gran voce dal suo rinnovato pubblico. Le difficoltà della gara, per noi, erano ovvie.

 

Dunque, era il primo quarto d'ora che, così pensavo, ci avrebbe detto la sorte della partita. Se il Genoa, accreditato di un gioco superiore, avesse saputo da subito esprimerlo sul campo e mettere in minoranza gli avversari, avrebbe potuto poi condurre la gara dall'alto; invece, una volta che questi avessero acquistato fiducia, sarebbero diventati competitori alla pari.

 

Il campo ci ha rivelato un Genoa acefalo, dalla manovra senza sbocchi, poiché l'attacco di scarso peso non aveva la luce dai facitori di gioco. A sua volta il Pescara mostrava pochezza in attacco, per cui la partita nel primo tempo ha preso un andamento da pareggio.

 

Bisogna aggiungere che il prato era poco liscio: il pallone aveva strani rimbalzi e raso terra tendeva a saltellare.

 

Forse un falso rimbalzo ha contribuito a ingannare il nostro De Rosa il quale, in inizio di ripresa, avendo, davanti a lui, Biasi rinunciato al tentativo di intervento, vedendosi scavalcato dalla palla e con un avversario alle spalle ha intercettato il pallone allargando il braccio, e non posso dire se il gesto istintivo celasse malizia. Inevitabile calcio di rigore, cartellino giallo a De Rosa e poteva andar peggio, con le regole assurde volute da Blatter & C.

 

Nella nuova situazione, il Genoa man mano prendeva quota e acquistava la supremazia. Gasperini aveva buttato in campo tre giovani: Lopez già nell'intervallo, poi Aurelio, infine Forestieri, con l'effetto di vivacizzare in particolare la zona delle ali. Col passare dei minuti si faceva evidente che il Genoa comandava ormai il gioco e che il Pescara non riusciva più a reagire con attacchi.

 

Arriva finalmente il pareggio, con una delle azioni più belle della partita, condotta da Aurelio sull'ala destra: succede che la centrata viene respinta scarsa dal portiere Tardioli e Forestieri con magnifica prontezza la spedisce di testa in porta verso il palo più lontano, scoperto.

 

Partecipiamo tutti alla grande gioia del nostro golden boy quasi diciassettenne, all'esordio in campionato.

 

Ora il Genoa cerca la vittoria e sembra poterla acciuffare. Ma vengono gli amari minuti finali, quando uno smaccato tuffo di Paponetti su intervento falloso di Criscito fuori area viene premiato dall'arbitro col secondo calcio di rigore. Anche questo sarà segnato ottimamente da Rigoni.

 

Nell'estrema reazione del Genoa, Aurelio, dopo aver resistito ad una trattenuta in area, cade per un fallo di Delli Carri. Non solo l'arbitro non rileva, ma la caduta per lui è una colpa, gli contesta questa scorrettezza e lo espelle perché già ammonito.

 

L'arbitro ha fatto dunque tre ingiustizie, mosso dal timore di commettere due errori. Niente compensazioni! Dopo due rigori contro, certamente questi vorranno ottenerne uno a favore, ma appena uno casca in area, glie lo faccio vedere io!", così doveva pensare. Ma  l'ammonizione a chi semplicemente cade, magari, come in questo caso, dopo lunghe corse e a fine partita, mi sembra, come dire, un po' umiliante, che lascia il giocatore quasi offeso.

 

Va bene, abbiamo bevuto questo sorso amaro. Cosa resta da dire? Il miglior funzionamento della squadra nel secondo tempo potrebbe far supporre che non avevamo messo in campo la formazione migliore, ma sarebbe stato troppo ardito e imprudente affidare ad una schiera di giovani il compito di domare un ambiente effervescente e ritengo logico aver riservato questa mossa al secondo tempo; questo, al di là della effettiva prestazione dei singoli avvenuta poi in campo.

 

L'altra cosa da dire la sappiamo tutti: aspettiamo l'attaccante di punta.

 

Ma io accetterei volentieri anche una politica attendista: puntare le risorse sul mantenimento di Criscito, considerarci, come siamo, una neopromossa che ha già fatto tanto, cioè ha saputo costituire quasi da zero una buona e giovane e promettente ossatura di squadra, e se non si va su quest'anno, dal punto di vista puramente sportivo e non economico, pazienza, ci riusciremo certamente l'anno prossimo, giovandoci dell'estate per un mercato sereno.

 

Tanto per guardare lontano e non drammatizzare il presente!

 

 

Vittorio Riccadonna

 

 

 

 

 

 



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