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l'opinione''Parole che fanno storia'' di amico-fragile
14/01/2007

 

Come diceva Tiziano Terzani, è fortunato chi ha l'occasione di vivere in diretta un momento storico. Certo, è irriverente paragonare le vicende cui lui faceva riferimento a delle interviste di allenatori di calcio, ma non a tutti è dato di potersi misurare con rivoluzioni epocali. Quelli modesti come me si devono accontentare.

Gli allenatori di calcio, finite le partite, comunque sia andata a finire, nel 98% dei casi dicono cose di granitica ovvietà e banalità. Essendo questa una media stimata, ma - credo - attendibile, risulta piuttosto facile accorgersi, con sorpresa, di quando uno si mette a dire qualcosa che sa di autentico.
Le parole di Osvaldo Bagnoli, dopo il famoso Genoa-Roma di Coppa Italia, sono rimaste scolpite nella memoria di ogni genoano, quasi come se al Ferraris ci fosse una targa di marmo a ricordarcele.


 


Oggi il pacato Gasperini, con la sua voce dal tono dolce, ha detto ai microfoni di Sky qualcosa il cui impatto, secondo me, non è inferiore a quello delle parole del suo illustre predecessore.

Se ne parlerà parecchio e, forse, l'intervista del mister verrà ricordata anche negli anni a venire.
Cos'ha detto il buon Gasperini ? Ha affermato, con parole lievi come le pietre, che il Genoa attuale non è in grado di centrare la promozione quest'anno. I suoi interlocutori esterrefatti gli hanno chiesto se si riferiva al Genoa che è sceso in campo oggi. E lui ha risposto di si, ma spiegando anche che evidentemente i problemi per le assenze li hanno un po' tutti, ma noi soffriamo di più perchè durante questi periodi siamo costretti a mettere in campo dei ragazzini. Bravi, con bellissime prospettive, ma pur sempre ragazzini. "Tanto che ad un certo punto sembrava di assistere ad una partita del Viareggio", ha dichiarato con ironia il tecnico.

Insomma il concetto era : con una rosa composta in percentuale consistente con dei bravi giovanotti si può fare un buon campionato, ma nulla di più. Il presidente Preziosi è sicuramente lodevole per l'impegno che sta mettendo nel cercare di rafforzare la squadra subito, ma ci sono oggettive difficoltà di mercato. L'ambiente (stampa e tifosi) avrà pure ragione a fare le sue pressioni, ma la realtà dice che il Genoa viene dalla serie C e che ha dovuto costruire una squadra praticamente da zero. Riuscire a battere società che hanno preparato le loro squadre in due-tre anni è quasi proibitivo.

Le parole di Gasperini sono state ascoltate con grande interesse dal suo collega Reja, il quale le ha riprese, rendendole valide anche per la situazione del Napoli.

Perchè, secondo me, le dichiarazioni del Gasp avranno un impatto importante e durevole ? Per le implicazioni che avranno sugli altri soggetti della società e dell'ambiente Genoa. In ogni caso potrebbe succedere qualcosa di importante.
Non ho idea di cosa ne pensi Preziosi. Potrebbe apprezzare quanto detto dal suo tecnico. Oppure non avrà gradito e il rapporto tra i due potrebbe incrinarsi, arrivando ai diversi film già visti.
E come la prenderà la tifoseria ? Forse la parte più calda della TO, quella che già si era espressa in maniera inequivocabile sul discorso della "neopromossa", non sarà molto felice.
E gli altri ? E' presumibile che avranno diverse opinioni tra loro. Immagino che i filoni principali del pensiero genoano siano due : da una parte quelli che sostengono che, dopo dodici anni, non si possono fare discorsi di programmazione e progetti. Dall'altra quelli che danno il benvenuto ad una vera e seria programmazione anche a costo di rimanere in B il prossimo anno.

In realtà le persone intelligenti sanno che le due posizioni non sarebbero poi così inconciliabili. Nel senso che nessuno vuole abbandonare le speranze già in questa stagione e che, se si riuscisse a completare l'organico come si deve, potremmo ancora dire la nostra. Di sicuro ben difficilmente si potrà centrare l'obiettivo senza l'adeguata copertura (qualitativa) in alcuni ruoli fondamentali. E questa è la verità incontrovertibile delle dichiarazioni di Gasperini.

Ma la "storicità" dell'intervista dell'allenatore secondo me sta in un tasto particolare che è stato sfiorato : le pressioni dell'ambiente. "Se giocassimo con i tifosi, saremmo primi in classifica", ha detto il Gasp. E' come dire che l'entusiasmo, la passione, la genoanità, sono fattori importantissimi, ma purtroppo insufficienti per vincere un campionato. Ed è così, lo sappiamo tutti.
Ovviamente tutti si devono mettere in discussione, non ultimo il tecnico. Si può infatti obiettare che queste parole si potevano dire prima. Eppure io sono convinto che affermazioni di questo tipo siano comunque coraggiose ed oneste.
Coraggiose perchè si esce allo scoperto, con società, stampa e tifosi, quando ancora non è stata giocata la prima metà del torneo. Oneste perchè non è più tempo per prendere e prendersi in giro. Adesso invece ognuno, cioè tutto (ma proprio tutto) l'ambiente è chiamato alle sue responsabilità. Le opzioni sono solo due : sfasciare tutto o proseguire nell'opera di costruzione anche se (ribadisco SE) non dovesse portare ad un'immediata promozione.

Fare calcio a Genova (Genoa) è più difficile che altrove. Lo dice spesso Preziosi. E' vero. Chi presiede il Genoa, chi ne allena la squadra, chi vi gioca, deve possedere le qualità umane per sfondare nei grandi club, pur sapendo che il Genoa è una grande società solo per la sua gloria, ma non per i risultati sportivi degli ultimi 60 anni.
Il prestigio di far parte del Genoa CFC 1893 è solo una faccia della medaglia. L'altra è rappresentata dall'ansia dell'ambiente genoano. Ansia che affonda le radici nel terreno paludoso in cui si sono mossi personaggi indegni del Grifone nei decenni passati e di conseguenza comprensibilissima. Ma, d'altra parte, quest'ansia, più o meno come l'immobilismo che avvolge l'intera città, finisce per essere una zavorra pesantissima.

Nel mio piccolo ho sempre scritto, sin dalle primissime giornate, che questo era un campionato difficile e che non poteva essere considerato fallimentare un piazzamento in zona play-off, dopo essere stati costretti negli ultimi due anni ad azzerare e ricostruire la squadra. Riponevo, e ripongo, speranze nel mercato di gennaio, pur essendo consapevole di enormi difficoltà ad operare. Sento diversi amici che sono della stessa opinione, ma non ho idea di quali percentuali goda questa posizione. Mi pare di capire che la parte meno silenziosa della tifoseria e gli organi di stampa più propensi ad un ristabilimento della "normalità" abbiano idee diverse.

Auspico che Preziosi rifletta seriamente sulle parole del suo allenatore e sulla situazione attuale. Dare finalmente continuità ad un progetto sarebbe già di per sè una forte rottura col passato. Sogno una squadra costruita col sistema dei tasselli che vanno guadualmente al loro posto. Con giocatori che stanno qui convinti. Con un allenatore che sappia dare una vera identità alla sua squadra. Con dirigenti che riescano loro stessi a lavorare in team. Per una realtà di questo tipo sarei pronto a sacrificare volentieri, se necessario, l'obiettivo immediato.
Auspico che non si compri tanto per comprare, ma per mettere casomai a posto degli altri importanti tasselli. Poi, se ce la si fa, bene, altrimenti saremo pronti ai nastri di partenza la prossima stagione.
So che per alcuni questo è inaccettabile. Ma quale sarebbe la vera novità (mi verrebbe da dire il "riformismo"...) in casa Genoa ? Demolire e andare avanti a tentativi, oppure continuare a costruire secondo il disegno originale, correggendo gli inevitabili errori ? Io, può darsi che mi sbagli, ma da quando sono genoano praticante mi pare di non aver mai visto mettere in pratica la seconda opzione.

Ognuno mediti su queste cose (sempre che lo si voglia, ovviamente) e ne tragga ragionevoli conclusioni.
Mi piacerebbe tanto che la giornata di oggi, pur macchiata dalla sconfitta in casa dell'ultima in classifica, venisse ricordata a lungo per due cose : 1)il primo dei tantissimi gol di Forestieri, autore di una fantastica carriera; 2) per alcune parole dell'allenatore che, con la loro semplicità, hanno contribuito a quel parziale cambio di mentalità nell'ambiente Genoa, capace di accompagnare la società in una dimensione più consona alla sua storia.
Alè!

amico-fragile

 



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