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il Grifone in campoRivincita
07/04/2007

 

Spezia                         1

(30' s.t. Do Prado, su azione di punizione)

 

Genoa                         2

(31' p.t. Di Vaio, su azione di corner; 7' s.t. Criscito, su azione di corner)

 

 

Eccomi ancora immancabilmente qui, dopo un periodo di malessere. Ho rialzato il capo, con un certo sforzo, ho acquistato un biglietto da Orlandini all'ultimo momento, ho preso il treno delle 9,11. E' stato bello, dopo essermi rifocillato, passeggiare a piedi, in perfetta solitudine, lungo il viale alberato che conduce allo stadio (intorno i motorizzati su gomma erano sotto scorta compatta e vincolante). Me ne sono stato a prendere il fresco all'esterno, mentre da dentro si sentivano già le grida altisonanti degli "aquilotti", ben dotati di voce.

 

 


 La partita dell'anno scorso, quella dell'alta classifica della serie C, esigeva, ai miei occhi, di ritornare sul posto di quella sconfitta, che era stata a cavallo tra il regalo da parte della difesa e la deficienza atletica da parte dell'attacco. Pensavo: saremo in grado di reggere alla loro velocità? Sapremo contenere l'aggressione dei giocatori di questa città, che un tempo era sotto la giurisdizione di Genova? Il loro presidente ha parlato di "partita della vita"; il giornale cittadino intitola a caratteri di scatola: "derby da vincere a tutti i costi". Frasi, chiaramente, deformanti; affermazioni non corrispondenti alla realtà. Perché ne hanno bisogno?

 

Il campo confermerà che erano estrinsecazioni di una debolezza. In realtà non si percepiva, nell'atmosfera cittadina, nel parlare con la gente, la medesima determinazione, fiducia ed estrema ostilità contro di noi che si respirava l'anno scorso. Gli spezzini avevano una certa paura, la loro squadra era seriamente mutilata (prevedono anche l'importante assenza di Verricchio), avevano già perso storditamente parecchi punti, erano preoccupati.   

 

Con questi pensieri sono entrato finalmente sotto il sole della gradinata di tubi, mentre cominciavano ad arrivare i genoani sotto scorta e dietro di me si creava la prevista ressa per poter entrare nello stadio prima che cominciasse la partita.

 

La formazione dello Spezia viene declamata all'altoparlante con la consueta enfasi, che a me sembra piuttosto volgare.

 

E finalmente eccoci arrivati all'avvenimento vero. Scusino i lettori questo inusuale lungo preambolo. Ho voluto dire le radici del passato di questa gara, che a me pareva quasi la continuazione di quelle precedenti: una partita della durata di un anno! 

(Un anno lungo, un anno storico).

 

La prima risposta che dà il gioco è che lo Spezia non ce la fa a metterla sull'aggressione. E' difficile andare all'attacco se la palla l'hanno gli avversari! Il  Genoa gioca sul possesso di palla, predomina a metà campo, forte di Milanetto, Juric e Rossi, compie larghe azioni avvolgenti orizzontali. Pochi sbocchi in profondità, è vero, ma poche occasioni agli avversari di avventarsi in attacco. Qualcuna sì: al 9' Guidetti riesce a filtrare, poi al 15' manda Guzman verso Rubigno, sulla sinistra, e il diagonale va fuori di poco. L'occasione migliore per il Genoa l'ha al 17' Gasparetto  che arriva davanti a Santoni ma questi in uscita para il tiro.

 

E il Genoa vince la partita con due calci d'angolo, battuti da Milanetto. 

 

Il calcio d'angolo è una battaglia tattica minimale, giocata su minimi tempi e minime distanze, non molto facile da decifrare dagli spalti, in cui gioca anche la fortuna. I due gol hanno una strana analogia: la palla filtra in mezzo alla difesa e arriva bassa davanti alla porta, viene deviata in gol e respinta dal portiere quando è già dentro; non c'è il dubbio,  ma dà comunque gioia il gesto dell'arbitro che interrompe il gioco e indica la metà campo.

 

Dunque, il primo è di Di Vaio, che arpiona con prontezza la palla raso terra vicino al palo più lontano; questo, alla mezz'ora di gioco. Il secondo nella fase iniziale del secondo tempo, provocato da Nicola con un vero salvataggio acrobatico su Gasparetto, è di Criscito, proprio davanti al centro della porta, che colpisce forse di gamba il pallone toccato di testa da Leon.

 

Tra l'uno e l'altro gol, due episodi che avrebbero potuto essere importanti: un tiro di Confalone, basso, fuori di pochissimo, nel finale del primo tempo, un'altra grossa occasione di Gasparetto all'inizio del secondo, anch'essa respinta da Santoni.

 

La partita scivola verso una fase neutra. Entra Adailton al posto di Di Vaio. Il baricentro del gioco tende ad arretrare. Lo Spezia stringe, acquista prevalenza, con encomiabile slancio. A questo punto Gasparini sostituisce anche Leon, con Masiello. Oramai le possibilità di contrattacco del Genoa risiedevano quasi esclusivamente sul veloce Leon, che insieme a giocate scriteriate aveva fatto azioni di tecnica eccellente: ora il Genoa è in difesa.

 

Rubigno fa la miglior parata su Do Prado, che si era liberato, respingendo in angolo in diagonale.

 

Alla mezz'ora del secondo tempo lo Spezia segna con un perfetto tiro di punizione battuto di seconda, con palla spostata sul fianco della barriera e mandata esattamente nell'angolo alto da Do Prado. Rubigno nel tentativo di arrivarci (in ritardo) si sfracella contro il palo. Terza sostituizione obbligatoria: entra Scarpi, che giocherà onorevolmente.

 

Subito dopo arriva il gravissimo (come ci viene detto) infortunio ad Adailton, che affrontato con decisione ma senza cattiveria tra due avversari riceve un colpo da terra. Non rientra, Genoa in 10.

 

L'ultimo quarto d'ora di gioco è di pura difesa. Il Genoa non riesce a passare la metà campo. Lo Spezia ce la mette tutta, la gradinata "ferrovia" riprende in pieno la sua voce, ma il Genoa stringe i denti e non cede.

 

Finita la gara, nello sfollare verso la stazione ferroviaria, percepiamo l'ambiente più rilassato che l'anno precedente. Sugli spezzini grava la preoccupazione. Per i genoani, forse, gli avversari oramai sconfitti destano un'ombra di compatimento? 

 

Ci guardiamo la classifica.  Rimane un campionato incerto. Dobbiamo ancora giocarcelo.

 

Ma intanto abbiate tutti una buona Pasqua.

 

 

Vittorio Riccadonna

 

 

 

 



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"Rivincita" | 2 commenti
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Precisazione
di vieux_marcheur il 07/04/2007 21.35

Aggiungerei due parole sull'arbitro.  Morganti, da Ascoli Piceno, ha mantenuto una linea sotto misura, rifuggendo da ogni intervento che in qualche modo potesse risultare traumatico per l'andamento della competizione. Questa linea, seguita da alcuni grandi arbitri del passato, è anche la più facile, ma negli ultimi tempi, sotto lo scrutinio delle televisioni, non era più molto approvata, richiedendosi agli arbitri oggi sopratutto la massima uniformità e un'applicazione severa anche verso piccole cose.

Quindi Morganti ha gestito la gara con apprezzabile tranquillità ma ha trascurato qualche fatto importante. (Anche l'incidente ad Adailton, certo senza intenzione, nasce da un aggressivo, pericoloso intervento di 2 contro 1 che una maggior attenzione arbitrale avrebbe meritato).

 

 



Addio Spezia
di RABAX il 07/04/2007 19.54

almeno speriamolo, davvero calcisticamente questa squadra, nulla da dire per la bellissima città del Golfo dei poeti, evoca ricordi e situazioni non belle, la serie C in primis e poi un certo sgradevole livore da parte loro che, chissà perché, ha dimostrato di travalicare spesso la sana ed anche accanita rivalità sportiva (si ricordino ad esempio le magliette "rievocative !?!?).

Tutte situazioni, in particolare la C, di cui ci si augura di fare per sempre a meno ed anzi di poterle dimenticare al più presto.

Non ultimo tra i brutti ricordi il grave incidente ad Adailton (tantissimi sinceri auguri Ada, speriamo di riammirare presto al Ferrarsi, oltre alla Tua bravura, il Tuo sorriso solare).

Visto e rivisto in TV, niente da dire per il comportamento di Ponzo dopo, certo che prima una certa eccessiva foga, senza troppi freni ne riguardi per l’incolumità dell’avversario, anzi quasi un furore che anche lì è sembrato oltre ai limiti ragionevoli di un massimo impegno agonistico: insomma, se mi si passa un paragone, magari un po' forte, in altri campi non sarebbe stato fuori luogo parlare di "omicidio colposo".

Auguriamoci, comunque, che le conseguenze si rivelino, alla fine, meno gravi di quelle che  si temono e che il giocatore, soprattutto per lui, possa riprendere la sua apprezzata attività professionale al più presto possibile.

Saper perdere, intendo con un minimo di signorilità, non è mai stato facile per nessuno, figuriamoci poi per "personaggi" come l'allenatore Soda dello Spezia (uno di quelli che se mio nonno avesse avuto le ruote sarebbe stato un carretto)  ed il suo Presidente, di cui mi scuso ma giuro di non ricordare in questo momento il cognome, autori d'esilaranti interviste prima e dopo la partita della serie che poi vorrei sprofondare......

Lo Spezia ha anche avuto le sue occasioni, ma ha palesato un’evidente inferiorità (l’abisso di 21 punti di differenza in classifica non è certo fortuito), questa volta anche sul piano della determinazione e della convinzione e senza quelle, che sono un po' le armi della disperazione, non poteva che subire e perdere.

Nessuno nega di essere stati un minimo facilitati dalle loro assenze, come di aver patito non poco nei dieci minuti finali dopo essere finiti, per due infortuni di seguito, in inferiorità numerica.

Ma è stato proprio lì, a mio avviso, che gli acquilotti hanno evidenziato i loro problemi dovuti, oltre che - come detto - alla cattiva sorte per le molte assenze, probabilmente anche di più, per l'affievolimento delle energie psico-fisiche e per l'eccessiva tensione, situazioni non escluderei conseguenti all'aver sin qui speso troppo ed ora, probabilmente, si paga il conto, specie con l'arrivo della stagione primaverile e, soprattutto, con i primi caldi.

Non è da escludere che gli stessi problemi possano affliggere anche altre squadre, come ad esempio il Piacenza, di cui non si era stati cattivi profeti quando si "paventava" l'eccessiva dispendiosità del gioco praticato.

Lo Spezia, specie con le “grandi”, grazie appunto alla corsa, al temperamento ho fatto spesso buone gare solo che ora, probabilmente, paga l'eccessivo dispendio d'energie, cosa, “temo”, preoccupante per questo finale di campionato.

Di converso c'è da augurarsi che il Genoa, oltre all'ormai collaudata organizzazione di gioco, possa godere invece dei benefici del turnover da tempo attuato, non a caso, dal nostro tecnico.

A me paiono questi alcuni degli insegnamenti che si possono trarre dalla partita del Picco  e, se le cose dovessero effettivamente stare così, c'è da essere ancora più contenti della piccola rivincita, ammettiamolo, però, decisamente gradita, che i nostri ragazzi ci hanno voluto regalare, perché alla fine, poi, quello che conta non è tanto vincere qualche battaglia (come in qualche occasione è riuscito allo Spezia) ma la "guerra", senza contare che i tre punti raccolti laggiù potrebbero essere molto importanti soprattutto in questa prospettiva.

Alè!

 





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