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l'opinione''Una lacrima sul viso'' di voce sommessa
18/04/2007

Gentile Signora Melandri,

cronache maliziose riferiscono del suo ciglio umido dopo la bocciatura di Cardiff, smacco forse più cocente perché inaspettato.

Se anche non fosse vero, eviti ogni smentita: inventata o no quella lacrima sul viso l’accompagnerà comunque, tanto vale accreditarla come segno gentile di femminilità, anticipatore del guanto di velluto col quale ricoprirà quel pugno di ferro della cui necessità stamattina si deve essere finalmente convinta.

 

 

 


Lei ha certo fissata nella memoria la faccia terrea che mostrava il presidente  Abete mentre farfugliava frasi consolatorie al limite dell’assurdo. Bene: quella resta la fedele immagine di un fallimento totale nel quale è rimasto impigliato anche il Governo di cui Lei fa parte.

 

Chi ama il calcio ora si attende una iniziativa forte che faccia piazza pulita di tutte le scorie (eufemismo) accumulate negli ultimi vent’anni.

Questa iniziativa compete a Lei, ed è anche una grande opportunità politica e personale: interessa la maggioranza degli italiani e non nasconde tagliole come quelle che hanno azzoppato Sue illustri colleghe (almeno stando a quel che trapela dai Palazzi Apostolici circa le conversazioni calcistiche fra Sua Santità e il Reverendissimo Cardinal Segretario di Stato, ancorché juventino).

 

Riparta dunque, gentile Ministro, dalla promessa (per ora disattesa) del Suo Presidente del Consiglio datata 17 marzo 2006: “Occorre fare pulizia nel calcio, riportandolo alla legalità e al rispetto delle regole”.

 

Faccia prima di tutto in modo che la gente perbene possa frequentare gli stadi, anche se non ipermoderni, potendo decidere quando vuole di andare alla partita trovando il biglietto in vendita senza dover sottostare a procedure tipiche dell’antiterrorismo.

In questo modo avrà le spalle meglio coperte quando in nome della legalità dovrà affondare il bisturi nel bubbone di un vertice autoreferenziale e manipolatore.

 

Veda poi di recidere il legame perverso fra le frange criminogene del tifo e le società, cancellando la responsabilità oggettiva di queste ultime.

In questo modo avrà l’appoggio senza riserve di tutti quelli che fanno calcio, finalmente liberati dai ricatti di pochi, conosciuti ma, con queste leggi, intoccabili personaggi.

 

Infine restituisca dignità alla magistratura sportiva, separandola dalle connivenze con i possibili imputati e dotandola di mezzi operativi e normativi efficaci.

In questo modo potrà capitalizzare la fiducia della gente nella regolarità delle competizioni.

 

Il caso Le offre anche un’occasione unica per annunciare la svolta in una cornice altamente visibile e soprattutto simbolica.

 

Sabato si presenti, gentile Ministro, allo Stadio Olimpico di Torino, dove si troveranno avversarie Juventus e Genoa.

Le verrà facile farsi capire da tutti, quando dirà che è finita l’epoca nella quale erano possibili i fatti ai quali le due squadre in campo hanno dato, ciascuna a suo modo, il nome e soprattutto che è finita l’epoca nella quale erano possibili processi e sentenze di così stridente difformità come quelli che hanno riguardato il Genoa della “valigetta” e la Juventus del “sistema Moggi”.

 

voce sommessa

 



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