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l'opinione''Oggi bisogna vincere'' di Nemesis
10/06/2007

Non è certo la prima volta che ci si confronta con una partita da vincere a tutti i costi (dimentichiamoci Piacenza-Triestina).
Ne ricordo a decine anzi, se ci penso bene, lo sono state praticamente tutte.
"Oggi bisogna vincere" è una frase consueta e abitudinaria, e quasi equivale ai gesti meccanici che regolano la nostra vita.
E' un po' come mettersi le scarpe per camminare o dare due giri di chiave alla serratura di casa.


"Oggi bisogna vincere" è la sintesi bestiale di un contorto ragionamento che, dopo aver vagliato le orbite del sistema solare, giunge esattamente al punto da cui era partito, e cioè "oggi bisogna vincere".
C'è un che di assoluto, di inequivocabile, di perentorio, e i fronzoli intermedi sono l'inutile zavorra dei pavidi e dei dubbiosi.
Mio padre la diceva tutte le domeniche, uscendo di casa per andare a strizzarsi il cuore, finché cominciai ad accompagnarlo e a precederlo nell'auspicio.
"Oggi bisogna vincere" fu l'etichetta di un giorno di maggio del '58, ultima di campionato col Milan a S.Siro, e il Genoa esagerò vincendo 5-1.
"Oggi bisogna vincere" gridava il Ferraris e nel '63, contro il Bologna, Carletto Galli fece il miracolo condannando proprio il Napoli.
E poi via, per altri 40 anni a clonare quell'imperativo: il derby perché è il derby, la Fiorentina perché è imbattuta, il Rimini perché si torna in B, il Lecco perché si torna in A, l'Atalanta per fottere la Lazio, poi il Napoli per fregare il Milan, il Cosenza per l'orgoglio, il Venezia per volare, la Salernitana per risorgere... e adesso Genoa-Napoli.
La vittoria non sempre arriva quando serve, ma il problema è che serve sempre.
Questo nostro modo di esporci sul cornicione per poi vedere se è così difficile cadere, ha il sapore antico del duello finale, siamo gli Orazi e Curiazi (possibilmente gli Orazi) dell'impero pallonaro, e ci mettiamo in gioco sfidando il destino come fosse una squadretta di C2.
Abbiamo conosciuto la travolgente euforia della vittoria decisiva, quell'estasi incontrollabile che nessuno saprà mai misurare, e chi come me volesse provare a descriverla, sarebbe costretto a citare l'esperienza altrui:

da "Febbre a 90" di Nick Hornby, quando l'Arsenal nell' '89 vinse lo scudetto che mancava da 18 anni segnando nel recupero il goal vincente.

... "siate tolleranti, quindi, con quelli che descrivono un momento sportivo come il loro miglior momento in assoluto.
Non è che manchiamo di immaginazione, e non è nemmeno che abbiamo avuto una vita triste e vuota; è solo che la vita reale è più pallida, più opaca, e offre meno possibilità di frenesie impreviste."

 

Nemesis

 

 

 



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"''Oggi bisogna vincere'' di Nemesis" | 1 commento
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Stai visualizzando i commenti del giorno 10/06/2007


Poche storie
di RABAX il 10/06/2007 10.15

è proprio così.

Di più la sorte ci ha risparmiato anche Maldonado.

Dettagli, forse..........





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