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dalla redazioneAllora, a che punto eravamo rimasti?
23/08/2007

 

Ricorderanno i meno giovani le semplici sentite parole con cui il ”genoano” Enzo Tortora si ripresentò in video a rifare il suo “Portobello” dopo le incredibili vicende di cui fu vittima.

Bene non mi pare eccessivo od azzardato fare un parallelo tra quella vicenda e le vicissitudini passate dal Genoa e dai suoi tifosi: ragazzi siamo finalmente tornati nel posto che ci compete, ma quante n’abbiamo dovuto passare!

 

 


Banalmente consoliamoci pensando che è bene tutto quello che finisce bene ed apprestiamoci a vivere questa nuova straordinaria avventura con tutta la gioia e l'entusiasmo del caso.

Siamo di nuovo (in effetti, lo siamo sempre stati) tifosi di serie A, umilmente mi viene da pensare: ne saremo all’altezza?

Abituati oramai a vincere sempre o quasi, sapremo adattarci a situazioni verosimilmente un po’ differenti?

Per chi come il sottoscritto segue principalmente e quasi solo il Genoa questo nuovo campionato sarà una scoperta totale d’uomini e situazioni, insomma una nuova cultura calcistica e nuovi parametri, un po’ come quando da giovinetto ho iniziato, per ragioni di lavoro, a frequentare, non pratico, hotel di un certo livello.

Parlando della prima squadra di calcio fondata in Italia potrebbe essere scontato l’accostamento, che però non esalta, alla figura del nobile “decaduto”.

Nessuno rinnega, anzi, il glorioso passato, ma qui preferisco immaginare una squadra giovane e sbarazzina, magari poco rispettosa delle gerarchie, che senza tanti riguardi, anche un tantinello indisponente, prova ad infastidirle un po’ tutte, grandi comprese.

Non sarà facilissimo, ovvio, anche perché la differenza tra A e serie minori, immagino, sia molta (vista recentemente in TV la replica di Empoli – Catania sono rimasto abbastanza “impressionato”) e poi credo sia davvero sbagliato credere che in A c'è più qualità, ma si corre e si “picchia” di meno, per quest'ultimo aspetto, vero il contrario.

La stessa ciclistica, vista per un quarto d’ora nell’amichevole inglese, ha mostrato di avere idee poche ed anche ben confuse, ma corrono tutti come indemoniati.

Il Genoa ha scelto la politica di puntare su giocatori per lo più giovani ed “affamati” di successo, ma anche già in possesso di un minimo d’esperienza, non dovrebbero far male.

E’ stata abbastanza tribolata la “costruzione” della difesa, ma ora dovremmo esserci finalmente assestati.

Desideravamo Campanaro, pardon Campagnaro, ma gli “altri”, che pare avrebbero voluto invece Lucarelli, ce l'hanno scippato (non molto elegantemente) e noi siamo stati ripagati dalla sorte (liti con Mandolini) che ci ha regalato il livornese: chi ci avrà guadagnato?

Un collega dell’altra sponda, a denti stretti, parlando dell’ex piacentino, mi ha detto abbastanza sconsolato…mi sa che vi abbiamo fatto un favore…..

Il fratello e la cognata genoani (un po’ apprensivi) giudicano invece quello perso un buon difensore.

Certo che il “nostro”, ancorché un po’ meno giovane, in A ci ha sempre giocato, l’altro, che certamente è stato un buon giocatore di B, no.

Il ritorno del Genoa in A è stato salutato da una “marea” d’abbonamenti, uno tsunami davvero, dopo il Milan campione d’Europa siamo quelli con il maggior incremento rispetto alla passata stagione (non ricordo la posizione in classifica della ciclistica, probabilmente arranca nelle retrovie, nonostante il “doping” Cassano).

Ben tornati, ben ritrovati, senza polemiche, anzi con gioia ai fratelli che sono di nuovo con noi a tifare Genoa.

Il Presidente ne è rimasto giustamente molto contento (forse un po’ meno di aver dovuto tirare fuori altri soldini per Lucarelli a causa di qualche infortunio di troppo: dai Joker che spesso non tutto il male viene per nuocere) e vive, come noi, se possibile con maggiore gioia, l’emozione del grande ritorno.

Un po’ meno entusiasta si è dichiarato per la “congrega” dei cosiddetti “writers” che popolano i vari siti.

Un po’ tanto irritato, ha lamentato di averne lette di tutti i colori.

Temo che un po’ di ragione ce l’abbia.

Come già  ebbe argutamente qui a rilevare, qualche tempo fa, l’amico, e grandissimo “writer”, Nemesis un po’ tutti  noi che ci dilettiamo a scrivere sui vari siti rossoblu ci siamo forse “montati” un attimino la testa.

Troppa supponenza, qualche volta arroganza, per non dire intolleranza: insomma nella pentola che bolle c’è molto di buono, ma anche del resto.

Sarebbe forse il caso di ridimensionarci un po’, direi anche di prenderci un po’ meno sul serio e provare a divertirci di più.

Insomma meno diatribe e giudizi trancianti, più ironia, battute e risate e magari ricordarsi anche che gli avversari non sono i genoani che possono a volte avere idee un po’ diverse dalle nostre categoriche certezze (quante volte smentite dai fatti.......), ma gli “altri”.

Al Presidente, sommessamente, vorrei dire che  qualche eccessiva aspettativa forse l'ha anche un po’ alimentata lui parlando di stella e quant’altro e non tutti, poi, riescono a tenere i piedi per terra (è vero che bello è anche solo sognare).

Certo che Presidenti di una squadra di calcio si diventa per propria scelta e per passione ( e, non parlo del Joker, a volte anche per altri interessi) e non per ordine del medico per cui …………

E’ però di tutta evidenza, com’è stato fatto a suo tempo rilevare anche a Spinelli, che uno non può vivere solo di ricordi, ma deve continuamente impegnarsi.

Chiaro anche che per il calcio non si può chiedere a nessuno di mettere a repentaglio famiglia e lavoro e, dunque, assurdo sarebbe stato pretendere E’Too (ma forse era lecito aspettarsi Lucarelli: complimenti!).

Forza Genoa sorprendici e sorprendili, facci vivere un campionato da ricordare a cominciare dalla partita di domenica con i campioni d’Europa: nell’albergo di lusso nel quale stiamo entrando il benvenuto ci viene dato da uno degli ospiti più illustri: che bello!

Giancarlo Rabacchi



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