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il Grifone in campoLa capolista s'impone
01/11/2007

  

F. C.  Internazionale            4

(8' I t. Cordova;  5' II t. Cambiasso;  29' Suazo;  43' Cruz, rigore)

 

Genoa  C.F.C.                         1

(28' II t. Konko)

 

 

Giganteggiano davanti a noi, illuminati nella notte, i grandi torrioni dello stadio di San Siro. Le loro ampie volute sembrano abbracciare, sorreggere, proteggere il circuito del campo di gioco, senza interromperlo nell'interno, come le nostre al confronto piccole torri.  Tutto è in grande: Milano ha davvero ben messo a profitto l'investimento per i campionati del mondo del 1990.

 

 


Sono i pensieri che si riaffacciano a noi, finalmente ritornati in un campo storico dove da anni eravamo dimenticati.  Il grande stadio risuona delle voci della passione di tremila genoani. Di fronte, una zona vuota, guardata dal personale in giubba gialla, sembra rimandarci una eco del nostro incitamento continuo, predominante.

 

Il tifo è tutto nostro e il nostro "forza Genoa" vuole anche gridare: eccoci di ritorno, siamo ancora qua.

 

La partita ci toglie presto le illusioni di poter fare risultato.   

 

Il Genoa si snoda bene, tiene il confronto a metà campo, ma nelle opposte aree di rigore manifesta la sua inferiorità nei confronti della squadra campione d'Italia, internazionale di nome e quanto mai di fatto.

 

Alcuni bei palloni giocabili il nostro attacco se li procura, ma non sa metterli a segno e il portiere locale ha assai meno lavoro del nostro, quantunque, appunto, nella zona media del campo le azioni siano piuttosto in equilibrio.

 

Quanto alla difesa, non si può dire che sia perfetta. Rubigno alterna buoni interventi a prese non tentate o difettose che costano segnature e i difensori da parte loro si fanno  precedere in tali occasioni dagli attaccanti nerazzurri (con calzoncini bianchi, come anticamente). La nostra squadra però reagisce con volontà al fatto di essere andata subito in isvantaggio e durante il primo tempo si fa avanti con insistenza.

 

Il secondo gol, subìto nella ripresa nuovamente nelle battute iniziali, sembra mettere il Genoa, che non ha smesso di "giocare", in maggiore difficoltà nella fase difensiva, di fronte alle azioni larghe dell'Inter, però questa si mangia un paio di gol quasi fatti.

 

Ed ecco che un tocco rapido e misurato di Figueroa mette Konko davanti alla porta. Il quale Konko, che non ha la capacità di effettuare sempre la giocata migliore, questa volta, oltre al merito di correre e quindi di essere lì, ha anche quello di piazzare quel pallone piuttosto facile in fondo alla rete e pertanto siamo 1-2 e ce la possiamo ancora giocare.

 

Ahimé, è una possibilità che dura un minuto. Il nuovo entrato Suazo vola velocissimo contro il nostro De Rosa, che si trova da fermo a padroneggiare un pallone a mezza altezza. De Rosa, che, in quel momento ultimo difensore, sta rischiando di farsi soffiare la palla, la allunga di testa al portiere, da una posizione che gli rende difficile darle forza. Suazo, già in corsa, balza con le sue lunghe gambe sulla preda e anticipa inesorabilmente anche il portiere.

 

Qui in pratica la partita ha la sua conclusione agonistica.

 

Ho voluto soffermarmi sulla tecnica dell'azione poiché i nostri supercritici sostenitori sono facili alla caccia al colpevole.

 

Dobbiamo avere invece la serenità di riconoscere i meriti degli avversari.

 

Da parte nostra, una nota lieta, che speriamo tutti si riveli importante, l'abbiamo. Figueroa, nei non molti palloni che ha potuto giocare, ha esibito due splendide aperture e un tiro secco, parato mi sembra di piede, non molto preciso ma che rivela il tiratore.

 

Benvenuto Figueroa !

 

 

Vittorio Riccadonna

 

 

 

 



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