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dalla redazioneUna decisione opportuna e tempestiva
03/11/2007

Il Presidente chiude il discorso del rinnovo contrattuale con Gasperini che firma per noi per altri quattro anni.

 

 

 


È la notizia del giorno, che era attesa e, dunque, fa piacere anche se si sa bene quello che valgono i contratti nel calcio, anche quelli pluriennali e, quindi, non credo sia il caso d’esaltarsi più di tanto (tra l’altro il Joker non è nuovo ad “exploits” di questo tipo: viene in mente, ad esempio, qualcosa di simile fatto ai tempi del “presuntuosetto” Di Canio).

 

Sia chiaro, non intendo certo guastare la festa a nessuno, anzi mi parrebbe il caso di dare atto alla Società d’aver scelto i tempi ed i modi giusti per dare corpo e continuità a quello che, specie dopo la campagna acquisti di quest’anno davvero intelligente e di “prospettiva”, appare sempre più come un vero e proprio “progetto": la speranza, l’augurio è che, finalmente, si sia passati dagli annunci ai fatti concreti.

 

Spesso, infatti, ed a volte con troppa facilità, nel calcio si parla di “progetto”.

 

Lo fanno regolarmente molti dei giocatori che hanno appena strappato un buon contratto, assolutamente sempre quelli più o meno di nome quando scendono di categoria.

 

Intendiamoci come “progetto” andrebbe bene anche solamente la voglia d’impegnarsi di un buon Presidente che metta sul piatto un po’, meglio se tanto,  denaro si prende un tecnico e dei giocatori di buon nome con la speranza d’ottenere dei risultati.

 

Molte meglio però se e quando ci sono invece :

 

-         passione vera (e non solo l’ambizione o la voglia di mettersi in mostra e/o crearsi pubbliche benemerenze);

-          la voglia e la capacità d’impegnarsi sul serio, di lavorar sodo per riorganizzare la società, completare e perfezionare strutture ed organigramma;

-         il mettere con convinzione risorse anche nel settore giovanile per dare un senso di stabilità e di continuità, e non un senso di provvisorietà a quello che si va facendo.

 

Insomma tutto diventa molto più “intrigante” quando si comincia ad avere la sensazione che si cerchi di lavorare con serietà per costruire qualcosa di solido, efficiente e di prospettiva, non vivendo alla giornata con espedienti e mezzucci (se non fossi di parte, per farmi capire, approfondirei ad esempio il discorrere su Montella e Cassano, ma lasciamo andare evitando polemiche ed i rigirare il dito sulle piaghe altrui).

 

Nessuno dispone di mezzi illimitati e lo stesso Prez, con notevole onestà, non lo nasconde ad esempio se gli si parla di Criscito (non si potrebbe ora tentare di riportarlo a casa prima che a Torino lo rovinino del tutto?), ma con altrettanta lealtà come non dargli atto dei non indifferenti sacrifici fatti, al famoso ed ingiustamente ironizzato “non mollo”agli investimenti effettuati e, cosa ancora più importante, con criterio, valutando ed ascoltando i consigli dei veri uomini di calcio di cui si avvale dopo averli “portati a casa” con decisioni insieme fortunate ed accorte.

 

Nessuno è e sarà esente da errori, neppure uno bravo, intelligente ed ambizioso come Gasperini, ma ora che lo si è scelto lo si dovrà mettere a suo agio e difenderlo con coerenza anche se e quando le cose dovessero (speriamo no e/o mai) andare meno bene.

 

Gasperini dimostra d’apprezzare e non poco la fiducia del Presidente e dell’ambiente rossoblu ed essendo, come si sta dimostrando, capace ed intelligente lascia ben sperare anche la circostanza da lui esplicitata che conta di crescere ancora e molto insieme al Genoa (sicuramente anche, perché no, per arrivare ancora più in alto).

 

A volte la presunzione tradisce gli uomini, ma è pure è abbastanza acclarato che l’eccesso d’umiltà è la virtù dell’asino, dunque non dobbiamo preoccuparci (già ora poi) se in un futuro, speriamo il più lontano possibile, l’uomo potrà anche coltivare l’aspirazione d’andare ad allenare qualche big.

 

Ben venga, anzi, questa sua eventuale più che legittima ambizione perché vuol anche dire che crede nelle potenzialità e nelle prospettive di un “progetto”, quello del Genoa che potrà metterlo in condizione di valorizzarsi ancora e molto di più.

 

In conclusione come non giudicare molto positivamente questa scelta societaria tempestiva ed opportuna che da sostanza ad un progetto dopo anni d’improvvisazione, di dilettanti allo sbaraglio e di "fa e disfa" (purtroppo anche di recente): ora anche nel Genoa, si cominciano a declinare parole come programmazione, continuità, insomma normalità, finalmente!

 

Scrivo tutto questo non per pruderie o smanie snobistiche o per una visione un po’ elitaristica del calcio, ma proprio perché queste, e non altre, sono le strade da percorrere per ottenere risultati e soddisfazioni.

 

Sinceri auguri, dunque, di buon lavoro al tecnico ed alla Società ed ad entrambi molti complimenti.

 

Cin, cin!

 

Giancarlo Rabacchi



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