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il Grifone in campoPareggio tra due squadre poco incisive
03/12/2007

 

Torino  F.C.               1

(10' II t. Lanna)

 

Genoa  C.F.C.           1

(2' II t. Borriello)

 

 

 

Deprimente spettacolo.

 

Nella curva nord, cuore dei sostenitori granata, un intero settore rimane completamente vuoto.

 

I ragazzi torinesi si soffermano fuori dallo stadio per tutta la durata della partita, con lunghe scritte a caratteri enormi, a spiegare la loro protesta contro la proibizione delle autorità alla trasferta degli amici genoani.

 

Da fuori, salgono anche fuochi artificiali.

 

 


 

 

Dentro lo stadio la mancanza di calore dello scarso pubblico dà una sensazione di

vuoto. Due striscioni a sfondo rosso: "Vietato pensare", "Vietato essere".

 

In verità non manca a tratti un certo incitamento da parte della rappresentanza rossoblù, ben scarna rispetto a quella che avrebbe potuto. Poi, in altri momenti, si fa sentire l'incitamento al Toro. Ma sembrano atti dovuti, privi di calore, quasi atti di presenza senza passione.

 

In questa tenera nottata, le nostre autorità hanno dunque vinto nella loro ostilità alla partecipazione del pubblico. Non per essere riuscite ad evitare incidenti! Già si sapeva che non ne sarebbero successi. Ma per essere riuscite ad allontanarne gran parte, dando una lezione (per loro stesse dichiarazioni d'intenti) alla nostra tifoseria e meritando  riconoscimenti dalle aziende di televisioni a pagamento. La soddisfazione la lasciamo tutta a loro.

 

Noi, che eravamo presenti, non ci siamo esaltati per la partita. Tra pubblico e giocatori c'è un rapporto che ai tristi spettatori televisivi è negato. Se è vero che tra l'entusiasmo ambientale e il campo c'è un nesso reciproco, allora stanno facendo il male al giuoco stesso del calcio.

 

Venivamo dal visitare, nel pomeriggio, le "stanze del ricordo" di Superga. Su questo argomento, ci ripromettiamo di raccontare a parte.

 

Prima della partita sul terreno di gioco si è svolta una simpatica cerimonia per celebrare la fine del centesimo anno di vita del Torino, con bambini e ragazzi in campo e il presidente Cairo alla loro testa e molti palloncini bianchi e rossi.

 

E finalmente vorrete pur leggere della partita.

 

Il Genoa si è disposto col modulo solito, incentrato all'attacco su Borriello. Il Torino non si è manifestato temibile come molti suoi nomi facevano supporre. Si è schierato in attacco senza un centro fisso, vale a dire che i tre talenti Recoba, Di Michele e Rosina avanzavano a turno, ma le intenzioni di Novellino non si sono realizzate. Invano si è attesa da Recoba una grande giocata. Di Di Michele abbiamo visto un paio di tocchi da artista. Rosina ha fatto nel secondo tempo una lunga, grandiosa azione in velocità. Detto questo, il trio, come reparto, ha fallito, non ha "macinato" – ovviamente anche per l'opposizione della dinamica metà campo e della puntuale difesa del Genoa (due importanti interventi difensivi di Rossi al 5' e di Bovo al 27'). .

 

Il quale Genoa nel primo tempo ha controllato il gioco con una certa superiorità e, tra varie occasioni a favore delle due parti, lamentiamo al 19' un orribile passaggio di Papa Waigo, sfuggito in solitudine, al portiere avversario Sereni nello stolido tentativo di tiro a parabola.

 

Diverso il secondo tempo, perché subito alla ripresa ci riesce perfettamente una classica azione: Di Vaio con un colpo di tacco fa partire Fabiano che dall'ala sinistra centra basso, Borriello brucia la difesa sul tempo e sottoporta tocca con precisione a bersaglio. Uno a zero per noi.

 

Allora Novellino mette in campo un centrattacco vero: Ventola sostituisce il deludente Recoba e il Torino prova l'assalto. La fortuna lo assiste: un tiro proprio di Ventola su azione da rimessa laterale trova una deviazione favorevole e in mischia Lanna segna da due passi. Siamo appena al decimo minuto.

 

Ci saranno occasioni e qualche bel tiro da entrambe le  parti, ma ora la partita ha un altro carattere: le aggressioni del Torino, che si è un po' svegliato, mettono una qualche ansietà e una serie di punizioni battute a spiovere in area ci destano dolorosi ricordi. Ecco che infine, con l'ultima sostituzione, Gasperini fa entrare Santos in mezzo all'area di rigore, per rinforzare il gioco di testa, e Figueroa, che dall'intervallo e per tutto il secondo tempo ha fatto esercizi di riscaldamento, scompare nell'ombra.

 

Mi rendo conto di aver dato un tono un po' troppo crepuscolare al mio racconto e di essere rimasto un po' troppo condizionato dalla visita a Superga e dal sofferto comportamento dei tifosi granata. Posso concludere che è stato un equo pareggio e che mi sembra che ad entrambe le squadre, in diversa forma, sia mancato qualcosa per rendere efficiente in attacco il loro gioco.

 

L'impeccabile arbitro Rizzoli da Bologna ha avuto compito facile.

 

 

Vittorio Riccadonna

 

 

 



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