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dalla redazioneLa multa
15/12/2007

 

Chi ha "fischiato" e chi ha contestato i fischi

 

 


Dal monono di oggi.

"Il pubblico rossoblù fischia il minuto di silenzio alla memoria del maresciallo Paladini ucciso in Afghanistan in un attentato. Il Genoa pagherà la multa inflittagli dal giudice sportivo devolvendo l’importo alla famiglia del militare novese. La proposta era stata avanzata nei giorni scorsi dalla dirigenza rossoblù e ieri la prima sezione della Corte di Giustizia Federale, presieduta da Gerardo Mastrandea, ha ratificato la significativa proposta genoana. Alla moglie del maresciallo del battaglione Pontieri di Piacenza andranno 10 mila euro. La giustizia Federale ha infatti ridotto la sanzione (inizialmente erano 15mila euro) di fronte all’impegno del Grifone."

Forse bisognerebbe essere meno superficiali ed approssimativi.

Infatti, scrivere che “il pubblico rossoblu” fischia il minuto di silenzio alla memoria del maresciallo Paladini ucciso in Afghanistan in un attentato è sbrigativo ed inesatto perché i fischi iniziali, di una parte della gradinata, sono stati sommersi dagli applausi partiti immediatamente dalla maggioranza dei tifosi genoani.

Ma non è questo il punto.

Penso, e non da oggi, che sarebbe molto meglio se la politica se ne stesse fuori dagli stadi.

Sempre e comunque (e Grillo non c’entra).

Altrimenti, ad esempio, si comincia con i morti di serie A e di serie B, perché un minuto per questo e non per quelli e non si finisce più (anche di litigare).

Penso però, anche, che se la Federazione ha sbagliato e sbaglia non sia mai, e non è stato ne umano né civile, prendersela con un morto e anche, dunque, indirettamente con la sua famiglia.

Famiglia che ora viene "risarcita": si discuterà anche su questo?

Ritornando ai fischi, c'è chi si è risentito, e non poco, per essere stato criticato abbastanza aspramente da chi ha visto in quei fischi, finiti in mondovisione via TV, anche un danno non indifferente all'immagine del Genoa e di Genova.

Chi ha fischiato si  vorrebbe "giustificare" lamentando ingiuste discriminazioni pensando al ragazzo morto per mano di uno sciagurato poliziotto, di cui non si conosce ancora il volto, ed ancora la poca attenzione della FIGC ad esempio per i troppi morti sul lavoro.

Si tratta d'argomenti seri e, magari, condivisibili, ma per quanto riguarda in particolare i morti sul lavoro: non è una tragedia che, forse, si scopre con un pò di ritardo?

Di più, è lo stadio il luogo meglio deputato per combattere questa pur sacrosanta battaglia contro quella che è (parlo di chi muore sul lavoro) la prima “precarietà” da limitare e sconfiggere?

Di più ancora quante altre motivazioni serie, gravi e plausibili ci sarebbero che meriterebbero pure il minuto di raccoglimento?

Vogliamo arrivare a che gli stadi si trasformino (esaspero il concetto per interderci meglio) in "sacrari di meditazione e silenzio"?

Legittimo poi, almeno credo, sia anche chiedersi: ma insomma allo stadio ci si va per distrarsi e svagarsi o per che altro?

Su questa strada, mi parrebbe, probabilmente non se n’esce, anzi facile che ti arrivi un provocatorio e sbrigativo "rumenta" se non sei d'accordo su quei fischi e lo esprimi chiaramente.

Perché?

Perché chi va allo stadio finisce per essere coinvolto in queste situazioni, perché mai?

Perché ancora allo stadio non si torna tutti fare "solo" i tifosi?

Esortazione che vale ovviamente a 360 gradi, Federazione in primis.

Lo ribadisco, si lasci una volta per tutte la politica fuori.

Ci mancava solo questo con tutti i guai che già c'erano, leggi teppismo, violenza, intolleranza, inciviltà, malinteso protagonismo di troppi e nella lista ci sarebbe ancora posto.

Chi ha vocazione, tempo e volontà faccia politica, anzi sarebbero un bene maggior partecipazione ed impegno della gente su quel versante, ma laddove si conviene.

Perché no?

Dai pensiamo positivo, ancora una volta, e speremmu ben!

Giancarlo Rabacchi



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