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il Grifone in campoUnghiata del Grifone
13/01/2008

 

S.S.  Lazio                          1

(23' I t. Mauri, azione angolo)

 

Genoa  C.F.C.                    2

(5' II t. Borriello, rigore; 10' Borriello, testa)

 

 

Felice ritorno del campionato.

 

Passate le lunghe feste, il Genoa si ripresenta all'inizio di questo 2008 molto determinato e deciso; ha cacciato alle spalle quella tale sua consuetudine di "ripresa morbida" e si era ben preparato a questa partita.

 

Ritroviamo il piacere della nostra squadra che, sostenuta come sempre dall'apporto del suo fedele pubblico, si distende a tutto campo, con i nostri giocatori che ripartiscono opportunamente la dedizione tra la difesa e l'attacco.

 

 


Come succede nelle corse in salita, dove le strade sono piene di curve, così questa partita ha vissuto tutto un succedersi di "svolte". Alla fine del percorso, possiamo dire che in maggioranza ci sono state favorevoli.

 

Anzi, la prima svolta a favore l'abbiamo avuta ancora prima dell'inizio, con l'infortunio in fase di riscaldamento di un giocatore della Lazio, che ha aggiunto la sua assenza a quella dei compagni squalificati.

 

Il Genoa inizia il giuoco molto bene, con una chiara superiorità che dura una dozzina di minuti nei quali sfiora il gol ripetutamente. Una  secca girata al volo di Borriello esce di poco; Juric poi, raccogliendo una palla allargatagli da Borriello in piena area ma ahimé un poco defilata sulla sinistra tenta una diagonale che fa fare bella figura all'esperto, anziano portiere laziale Ballotta: un tiro sul quale per piazzamento e intuito egli non poteva dar speranze di farsi buggerare.

 

La Lazio supera questa fase di difficoltà rimpolpando il mezzo campo e pian piano prende il comando del gioco. I più vecchi genoani cominciano a recitare: gol sbagliato, gol subito, e una sottile paura tra di noi va serpeggiando.

 

Ecco che infatti il patatrac arriva puntuale!  Konko provoca un calcio d'angolo bisticciando con la palla. Sul tiro, Rubinho, che non si può dire propriamente un dominatore dell'area di porta, esce su un compagno (Borriello) e respinge corto e in avanti; il secco tiro al volo di Mauri entra diritto in porta.

 

Dopo questo, vediamo il Genoa in difficoltà. Ma un'altra svolta sfavorevole per la Lazio arriva: il pericoloso Rocchi, nel saltare Rubinho in uscita, ricadendo sulla pista rossa si distorce una caviglia e deve essere sostituito.

 

Così il primo tempo finisce senza altri danni e col potenziale dei bianco-celesti  ulteriormente diminuito.

 

Alla ripresa del giuoco, il Genoa riparte all'offensiva e preme la Lazio nella sua metà campo. Milanetto si infiltra in area su un buon pallone ed avviene una serie di incroci nella corsa tra lui e il suo marcatore; Milanetto cade mentre l'avversario interviene a tagliargli la strada con un movimento contro l'uomo, tale da comportare scorrettezza, ma raccontano i commentatori armati di moviola che la caduta ha preceduto il contatto. Fatto sta che il bravo arbitro Stefanini da Prato decide per il rigore.

 

Dopo le proteste, realizza Borriello nello stesso modo usato contro il Parma la partita scorsa ma più angolato: movimento a calciare di interno sinistro che induce il portiere a spostarsi a vuoto sulla propria sinistra e palla dall'altra parte.

 

L'arbitro perdona una seconda scorrettezza di Mutarelli.

 

Il Genoa vede la possibilità di vincere la partita e l'afferra! Con una maestosa intercettazione di testa, Borriello scaglia un pallone imparabile nella porta avversaria!

 

Manca più di mezz'ora di giuoco e certo la Lazio vuole buttare nel campo tutte le sue carte. I giocatori avevano profuso le forze. In mattinata era piovuto, il terreno di gioco era scivoloso, gli interventi decisi. L'arbitro mantiene il controllo della situazione senza ricorrere al calcare la mano. La Lazio attacca sempre più insistentemente, il Genoa man mano riduce le sue uscite all'attacco che prima cercava ad ogni occasione.

 

La difesa ha successo. Il Genoa ha vinto. I giocatori salutano il nostro pubblico. I nostri sostenitori gioiscono.

 

 

Vittorio Riccadonna

 

 

 

 

 

 



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