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dalla redazionePretesti e Tedio
05/06/2008

 

I discorsi che in questi giorni corrono su Cigarini sono in linea con quello che volevo dire parlando della necessità di distinguere tra notizie e opinioni.
Su Cigarini l’unica notizia mi sembra quella dell’incontro tra Preziosi e Gasperini per parlare del suo possibile acquisto.

Tutto il resto lo recepisco come facente parte del campo delle opinioni, se non peggio, come appartenente all’area dei pettegolezzi basati sul solito: “mi hanno detto che”.

 

 


Anch’io da buon genoano passo la giornata a scambiare discorsi sul Genoa con un sacco di amici e ognuno “mi dice che”.

E anche io a loro “dico che”.

Ma niente di tutto questo appartiene al campo delle notizie e troverei scorretto farlo passare per tale.

Eppure l’impressione (ripeto: è la mia impressione e potrei sbagliare) è che ci sia chi ci prova. Prova cioè a far passare per notizie dei fatti che appartengono solo al mondo dei propri desideri.

Sembra quasi che ci sia chi aspetta solo che Preziosi o Gasperini facciano qualcosa per interpretarlo subito in modo tendenzioso. Penso ai media, per esempio.

Modesto era un cardine della Reggina di Mazzarri, magari venisse alla Sampdoria. Ma se poi viene al Genoa, ecco che Modesto diventa si un buon giocatore, ma attenzione niente di più. Precisazione che, infatti, si sono subito affrettati a fare.

Palladino se va alla Sampdoria è uno dei giovani più promettenti, che non a caso la Juve non voleva mollare, ma l’abilità di Marotta… con quel che segue.

Se poi invece dovesse venire al Genoa, allora non è che uno dei tanti, magari un po’ leggerino e incostante, insomma uno così così…

Tutto quello che fa il Genoa è criticabile, tutto quello che fa la Sampdoria è encomiabile e da prendere ad esempio.

*

La storia dura ormai da troppo tempo.
A dire il vero va molto al di là degli attuali presidenti di Genoa e Samp.

Risale all’avvento di Mantovani, quando sul Secolo XIX in un’intervista a Sessarego dichiarò tranquillamente che uno dei suoi primi obiettivi era quello di avere la stampa a favore. Bisogna dargli atto che c’è riuscito alla grande.

Prima dell’avvento di Mantovani le cose andavano ben diversamente. Non che il Genoa non ricevesse critiche, ma una cosa è la sana critica di chi sta ai fatti con atteggiamento in buona fede e altra cosa è la critica pretestuosa di chi trasforma le proprie opinioni –o la propria avversione- in fatti.

*

Sto cercando di dire che è normale e auspicabile, ai fini di un dibattito, avere dei gusti personali in fatto di gioco e giocatori, e difendere questi gusti pubblicamente.
E’ meno accettabile invece sulla base di questi gusti personali, interpretare i fatti in modo opinabile per trasformarli poi in notizie che diventano capi di accusa  nei confronti di chi non ci piace.

Esempio: dire che Preziosi compra solo chi vuole Gasperini, senza tenere minimamente conto che, per esempio, a gennaio è accaduto esattamente l’opposto, non è corretto.

Gasperini voleva due esterni d’attacco pronti all’uso e Preziosi ha acquistato due sudamericani che richiedevano un lungo ambientamento. Gasperini puntava su Masiello e Preziosi ha mandato Masiello a Bari.

Mi sembra, sulla base dei fatti che l’affermazione che vuole Preziosi succube delle voglie di Gasperini sia ampiamente smentita dai fatti stessi. E quindi non si tratta di informazione ma di divulgazione di opinioni proprie anti-Gasperini.

Le opinioni anti-Gasperini, come quelle anti-Preziosi, fanno parte dei gusti personali e sono un diritto, le notizie tendenziose sono altra cosa e fanno male a tutto l’ambiente.

*

Questo modo pretestuoso di comportarsi alla lunga tedia.

Tedia noi tifosi, che a volte finiamo per piegarci ad esso e farci convincere, dando così origine a momenti di malumore, se non addirittura di malcontento.

Ma potrebbe anche tediare presidente ed allenatore.

Con una constatazione: che il mondo è pieno di squadre di calcio e nessuno è costretto a stare nel Genoa.

 

Franco Venturelli

 

 

 

 



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"Pretesti e Tedio" | 3 commenti
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perché?
di voce-sommessa il 06/06/2008 12.11

Perché il Genoa è un bersaglio per chi critica molto più attraente di altri?

In generale si può dire che il vezzo ricorda la storiella di quello che andava in città con moglie, figlio e un asino: comunque mettesse giù la formazione ii primo che incrociava gli indirizzava un commento feroce, tipo "padre padrone, lui sull'asino e gli altri a piedi...", "guarda il succube, moglie e figlio sull'asino e lui a piedi...", "povero asino, a schiattare con tre in groppa..." e così via.

In particolare ci sono due filoni, che hanno due "perché" differenti.

Il filone dei media è quello di una critica che "fa fino" (specie se a farla è un genoano), non ha sanzione e produce benevolenza ai piani alti. Su questo c'è poco da fare: il vertice del Genoa non è espressione dell'establishment e non lo è quai mai stato da tempo immemorabile, e non funziona il contrasto "fai da te" dei volonterosi. Funzionerebbe, eccome, un contrasto sistematico, severo, obiettivo da parte di una autorevole Fondazione, tema peraltro a quanto si sa intavolato senza successo.

Il filone dei "genoani" ha varie sfaccettature, tutte accomunate da una caratteristica: chi critica parte da una sua "visione del mondo" della quale è in perfetta buona fede convinto. Per esempio: "Gasperini non è obiettivo nella valutazione dei giocatori".  Da qui poi ci sta tutto (ex falso quodlibet), e non vale obiettare che uno così a fare il mister non dura un anno neanche in prima divisione. Anche qui non c'è nulla da fare, soprattutto perché la maggior parte di questi critici sono genoani di provata fede e dotati di qualità non trascurabili. Di loro si può dire questo: appartengono a quel tipo di persone che quando sono convinte non demordono. A me in questo momento ricordano due grandi cosmologi, Hoyle e Bondi, che per decenni hanno combattuto l'idea che l'universo abbia avuto un'origine e che avrà una fine elaborando a partire da questa negazione (ex falso quodlibet) una mirabile teoria fondata su una "creazione continua di materia" della quale naturalmente mai si è trovata traccia.





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