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dalla redazioneInformazione & Democrazia
26/09/2008

Lo scorso anno in Genoa-Roma fu annullato un gol regolare di Di Vaio.
Quest’anno è accaduta la stessa cosa col gol regolare di Pannucci.
L’allenatore della Roma, in questa circostanza, ha protestato in modo plateale e persino cafonesco, a differenza di quanto invece avesse fatto, con mia soddisfazione, Gasperini l’anno precedente.

 


E questa è già una cosa che non va bene, perché diseducativa nei confronti dei tifosi. Che sono gli unici, secondo il mio modesto parere, ai quali –e comunque entro i limiti della civile convivenza- si possano perdonare comportamenti accesi.

Ma ancora più grave del comportamento dell’allenatore della Roma, a mio parere, è stato il comportamento dei mezzi di informazione, quelli televisivi prima di tutto.
La tv, è risaputo, è vista da tutti e contagia tutti con i suoi comportamenti.
Non dovrebbe essere così, perché ognuno di noi dispone di un suo libero arbitrio, e dovrebbe usarlo, ma questo è solo un discorso teorico: nei fatti la tv influenza i comportamenti di massa.

Per questo motivo il primo dovere dei responsabili della pubblica informazione dovrebbe essere quello di ave cura di salvaguardare i princìpi di equità, di forma e quant’altro, nel dare le notizie.
Questo lo dico basandomi esclusivamente sul senso comune, perché per il resto di queste cose io non so niente. E non sta certo a me dire che cosa debba fare la pubblica informazione.
*
Sento però di dover protestare quando mi giunge notizia di cose come quelle accadute in merito a Genoa-Roma, dove giornalisti pagati dalla tv di Stato -e quindi tenuti, più ancora di altri, a comportamenti corretti- si sono lasciati andare ad atteggiamenti deteriori.
Così facendo hanno dato un esempio pessimo ai cittadini.
Peggiore anche di quello dato da quei tifosi violenti ai quali, poi, quegli stessi giornalisti pretenderebbero insegnare come ci si debba comportare per eliminare la violenza dagli stadi.

Non mi sfugge la differenza tra chi si comporta in modo deteriore in tv e chi invece accoltella tifosi di altre fazioni.
E’ evidente che la violenza materiale fa un danno immediato alla persona, molto più grave di quella ideologica.
Ma è altrettanto vero che la violenza materiale è facilmente riconoscibile e condannabile, mentre quella ideologica è più subdola e strisciante. E nei tempi lunghi può fare danni anche maggiori.
*
Purtroppo il nostro –di noi appassionati di football- infastidito disgusto per questa situazione, è destinato sempre a rimanere nel piccolo cortile sottocasa, del bar o del sito internet.
Ma temo che se anche potesse arrivare in alto, non troverebbe udienza alcuna presso mercanti adusi solo a volger l’orecchio al suon della moneta.

E’ un problema che non è da poco.
L’informazione, infatti, benché bara e bugiarda, resta fatto di primaria importanza nel mondo in cui viviamo, e non si può farne a meno.
Sarebbe bene, quindi, che le democrazie avessero più cura della qualità dell’Informazione, sempre che abbiano ancora a cuore la Democrazia.

Franco Venturelli



 



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"Informazione & Democrazia " | 1 commento
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Stai visualizzando i commenti del giorno 27/09/2008


Franco
di RABAX il 27/09/2008 08.47

sfondi una porta aperta.

In Italia, purtroppo, l'informazione non asservita al potente di turno oramai è merce rarissima, come trovare i famosi quadrifogli nei prati.

Morto Biagi, che peraltro era stato, appena possibile, abbastanza, emarginato, si fa fatica a trovare voci libere che informino l'opinione pubblica senza guardare in faccia a nessuno come si fa, almeno credo, ad esempio in America.

E le rarissime eccezioni se la passano, pure,  abbastanza maluccio.

Oramai è cresciuta e si è largamente diffusa l'erba maligna della faziosità.

Premetto subito a scanso d’equivoci che chi ha vinto, democraticamente e largamente, le elezioni è giusto che governi e che lo faccia per l'intera legislatura, si giudicherà alla fine.

Detto questo vorrei affermare che, a mio avviso, uno dei pochi giornalisti che, ancora (per quanto?),  dice quello che pensa senza remore e condizionamenti è Travaglio.

Guarda caso etichettato dalla pletora "in ginocchio" come "fazioso" (mio padre, in questi casi, mi ricordava quel corvo che diceva ad un merlo "guarda come sei nero").

Rarissimamente questo giornalista ha perso le peraltro ridotte cause legali subite per presunta diffamazione, ed allora è in atto da tempo una continua martellante campagna di delegittimazione (viene in mente il detto che una malignità ripetuta tante volte finisce per essere percepita, comunque, come verità).

Faccio fatica a ricordare qualcuno che entri nel merito delle sue affermazioni e ne dimostri l'infondatezza.

Più comodo, invece, sfuggire la sostanza e rifugiarsi a volte sui "modi", o sui "tempi", oppure ancora "sull'insistenza" e quant’altro.

L'altra sera in TV, piuttosto che niente, un "autorevole" ex ministro gli ha dato del  “sapientone".

Termino subito l'inciso politico, che mi perdonerete e che non ha altro scopo se non quello di capire il momento italico attuale su questo versante, per dire che, se dopo che in quella trasmissione TV, dedicata alle vicende dell’oramai ex Alitalia, si sono venuti a sapere i "maneggi" che ci sono stati dietro alla facciata di salvare posti di lavoro, di mantenere l'italianità e quant'altro (pare sia stata anche prevista per legge l'impunità qualsiasi cosa combinino, almeno questo è stato detto e non smentito), in un paese normale delle due l'una od un'immediata chiara smentita con tanto di querela o gli interessati dovrebbero rapidamente andare a nascondersi.

Qui no, si è liquidato tutto con un "sapientone" all'incauto che ha “osato”.

Se questi sono gli esempi che arrivano dall'alto, figurati un po' se qualcuno, nella stessa TV di Stato e, quindi, di tutti, riesce ad avere l’equilibrio di dire che sì al Ferraris c'è stato un grosso errore arbitrale, ma sono cose che possono capitare.

Per esempio lo scorso anno è successa esattamente la stessa cosa a favore della Roma, alla quale, magari, ricapiterà.

Dai Franco, non fare anche Tu il "sapientone"!





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