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il Grifone in campoLa conquista della Coppa Italia Primavera
09/05/2009

 

 

Genoa – Roma 2-0.

 

 

E’ con una dolce sensazione che i molti genoani presenti hanno assistito alla conclusione del cammino che, al Ferraris, ci ha consegnato la grande Coppa in premio a un anno e più di buon lavoro.

 

  

 


Una gioia di carattere diverso da quella che ci proviene nel mondo d’oggi dalle vittorie nel campionato maggiore, battaglie vigorosamente, duramente combattute, spesso sofferte. C’era un non so che di famigliare, una soddisfazione tranquilla di vecchi amici che si ritrovano.

 

 “Quel mediano mi ricorda ....”.

 

“Ma che bravo il numero ....!”

 

“Secondo me non sa ancora fare ...”.

 

“Questo qua è il migliore di tutti ...”

 

Le gare dei giovani sanno di tempo: sanno di futuro e di passato. Rimandano ciascuno ai propri ricordi, a rimpianti, a memorie carezzevoli, anche, ahimé, quanto lontane (o forse era ieri?); rappresentano e prefigurano l’avvenire, forse non più nostro, forse non più mio, che certamente sostanzierà il nostro Genoa venturo.

    

Anche ci rimandano agli antichi ricordi le belle e rimpiante maglie d’una volta, numerate dall’1 all’11 e senza il nome sulla schiena. (La maglia con nome è del giocatore, è dei commercianti; la maglia senza nome è della storia, è del Genoa).

 

Tuttavia la partita è stata anch’essa combattuta e sofferta. L'ho vista in tre fasi.

 

Nella prima i rossoblù hanno avuto superiorità chiara, hanno aggredito, costruito molte manovre, molte ne hanno sciupate; di sicuro ha giocato l’emozione. La nostra vittoria sembrava vicina.

 

A metà del primo tempo la Roma ha frenato il nostro slancio ed ha preso la supremazia della manovra. Per metà gara i nostri avversari, cui bastava lo 0-0, hanno prevalso nel gioco. La nostra vittoria sembrava lontana.

 

A metà della ripresa il Genoa ha ritrovato gli attacchi ficcanti, sopratutto sull’ala sinistra, e la Roma è stata costretta in difesa, che ha ceduto. In mischia e con un poco di fortuna sono arrivate le due segnature. La vittoria era nostra.

 

Queste segnature sono state celebrate da giocatori in campo da una specie di danza negra a tre, piacevole a vedersi e nello stesso tempo spiacevole. Lasciamo ad altre categorie e ad altre squadre queste manifestazioni! Per fortuna non l’avevamo mai viste da giocatori in maglia rossoblù. Voi giovani, particolarmente, siate spontanei nell’esultanza. Ricordate: We are Genoa.

 

Noblesse oblige.

 

Un godimento, per gli occhi e per il cuore, le scene finali della premiazione e dell’esultanza, con tutti i nostri dirigenti in campo. Un inno all'amore!

 

Sia festa per noi e onore al grande merito.

 

 

Vittorio Riccadonna

 

 

 

 



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"La conquista della Coppa Italia Primavera" | 1 commento
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Quasi stanchi di vincere sempre...
di RABAX il 10/05/2009 08.18

Lo hanno detto in più di uno, ma con un sorriso largo così stampato sul viso.

Bravi ragazzi, complimenti a Chiappino ed a tutto lo staff, a cominciare dai responsabili.

Da qualche anno la nostra "Primavera" sta dando eccellenti risultati che fanno piacere, speriamo anche che esca qualche giocatore per la prima squadra.

La cosa a mio avviso sarebbe anche più importante che questi bei risultati.

Per quello che mi riguarda, vedo in questo gruppo diversi ragazzi che potrebbero "uscire".

Penserei, ma senza pretese per carità, soprattutto tra difensori e centrocampisti.

Dicono tutti il portiere Lamanna, molto sicuro sempre anche se giovedì sera di paratone non ne ho visto, perchè la Roma, anche nella fasi a lei più favorevoli, quando non stavano “ore” per terra a perdere tempo (De Rossi dai insegna a giocare ai tuoi ragazzi, no queste inutili furbate…) non ricordo sia mai riuscita ad impegnarlo seriamente.

Bravo davvero D'Alessandro, che ha confermato le doti di personalità messe in mostra quest'estate in ritiro con la prima squadra e durante le prima amichevoli.

E' un difensore duttile e moderno, con molta personalità che esprime sia in fase di copertura sia di disimpegno.

Se dovessi scommettere se diventerà o meno un giocatore vero punterei decisamente sul sì.

E chissà che oggi non lo si veda in campo a Bergamo…

Poi Signorini, buon sangue non mente.

Straordinario nel gioco aereo, di testa ci da sempre lui, “pregevole” anche qualche anticipo di tacco, ma picchia anche come un ferraio (una volta si diceva così), insomma proprio come i “grandi”.

Poi i tre "negretti" che hanno un po' scandalizzato" Vittorio con le loro danze tribali (dai queste esternazioni le fanno, e di peggio, anche nel rubgy, sport "nobile" per eccellenza).

Parfait, piccoletto  robustissimo, potenza e classe da vendere.

Magari sa d'essere bravo e, a volte, se n’approfitta, ma cavolo come spinge e, “peppia”, vince sempre tutti i contrasti.

A questo livello meglio di Gattuso, ed è tutto dire.

Cofie è d'altra pasta, alto, con movenze e giocate molto eleganti.

Direi qualità e quantità insieme.

Cerca il difficile ed a volte sbaglia.

Ad un certo punto, dopo un paio di "cappelle" pareva andato in "tilt".

Bravo Chiappino a non sostituirlo perchè poi si riprendeva alla grande sino alla seconda importante rete che ci metteva al riparo dal disastro da una loro eventuale segnatura (sull'1-1 coppa a loro, sul 2-1 si sarebbe, invece, comunque andati ai tempi supplementari) .

Decisivo, infine, l'ingresso del terzo, Boakie, appena sedici anni (il giocatore più giovane in campo) , ma furbo ed opportunista come un veterano.

Di più agilissimo e giocatore moderno a tutto campo, appena entrato si distingue per alcuni recuperi di palla e ripartenze a centro campo ed anche più indietro, poi decide le sorti della partita quando, come un falco, all'Inzaghi in una mezza mischia, anticipa tutti e la butta dentro (e mi hanno detto che non era neppure in perfette condizioni fisiche, tanto che è entrato solo a metà ripresa).

Bravi anche gli altri, Grea dietro (altro difensore solido e tecnico, di prospettiva se non si monta la testa) e l'imprendibile Lazarevic in attacco, un folletto incredibile,ma con doti di agilità, velocità e tecniche non indifferenti, anche lui davvero interessante in prospettiva.

Poi bravi davvero anche loro D'Amico, Scotto, Ferraro, Polli, Parodi, BenDijemia, quest’ultimo fisicaccio niente male, anche lui oggi in panchina a Bergamo.

Negli anni scorsi i migliori a livello giovanile si chiamavano Criscito, Palladino, Floccari, quelli della Juve, ecc. che dopo non poca "gavetta" sono riusciti ad arrivare ai massimi livelli della serie A: forza ragazzi, ora tocca a Voi, se son rose fioriranno...





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