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l'opinione''naming right'' di voce sommessa
13/10/2009

 

 

Questo del “naming right” è lo spot del momento nella campagna promozionale del nuovo stadio.

Spot lanciato sia per rassicurare circa l’equilibrio economico di un’operazione che invece si presenta spericolata e soprattutto per rimuovere la fastidiosa questione del nome di Luigi Ferraris, ancora un po’ ingombrante per essere sepolto nell’oblio.

 

 


Le obiezioni al progetto di un nuovo stadio sono affidate, in ordine sparso, a componenti diversamente credibili (alcune molto, altre meno) della Genova genoana.

Questo aspetto, che qualcuno rivendica con orgoglio, è invece un limite molto penalizzante che consente a media astuti e conniventi di confinare chi si oppone nella categoria del nostalgico un po’ generoso e un po’ patetico, tutto sommato da capire ma da non ascoltare.

 

Da qui la certezza che manifestazioni anche spettacolari e studi anche pregevoli avranno una efficacia modesta e risulteranno del tutto ininfluenti sull’esito di una partita ancora molto complessa.

 

Ma l’equilibrio economico del progetto e la suggestione del nome sono temi forti che si prestano a specifiche iniziative di contrasto.

 

Le Pubbliche Amministrazioni, in primo luogo il Comune, devono rendere conto anche in questa fase ad assemblee elettive circa la compatibilità delle decisioni in merito allo stadio con gli interessi della città, della provincia e della regione.

A questo riguardo nessuno ha finora prodotto nulla di utile e meno che meno un confronto fra le due opzioni di fondo, ristrutturazione o nuovo impianto, in fatto di investimenti (pubblici e privati), di modalità e costi di gestione, di impatti sociali economici logistici e ambientali.

In questa ottica si scopre che sono in gioco interessi e rischi che vanno ben oltre le “patetiche nostalgie” e che riguardano Genova e la Liguria per le conseguenze che decisioni avventate potrebbero avere sulla pelle della gente, genoana e no.

Certo è possibile chiedere con forza un intervento nelle rispettive assemblee ai consiglieri comunali, provinciali e regionali per ottenere informazioni oggettive da rendere poi disponibili alla pubblica opinione.

 

Il nome di Luigi Ferraris è dall’inizio il bersaglio di maggior pregio, e perciò ben nascosto, di un’operazione che tra i suoi obiettivi ha anche quello della mortificazione del Genoa e delle sue tradizioni.

Lo Sport (la maiuscola è un po’ retorica ma qui ci può stare) rappresentato dal Coni e dalla Figc ha assunto valenze sempre più legate allo spettacolo, alla tv e al denaro ma non può permettersi la leggerezza di sganciarsi del tutto dai valori fondanti delle origini.

Anche qui è possibile chiedere con forza ai vertici dello sport italiano una tutela dei “nomi storici” degli impianti sportivi, per evitare la perdita della memoria a favore del marchio di un detersivo o di una benzina.

 

Nel panorama un po’ flebile della genoanità che annaspa mi domando se iniziative di questo genere non siano alla portata di "Genoa domani", almeno come promotore.

 

voce sommessa

 

 

 

 



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