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dalla redazioneA Scoglio quattro giornate
31/10/2009

 

La squalifica al nostro allenatore Gasperini, su “spiata” di un federale dalla tribuna di Cagliari, mi rimanda alla memoria una appassionante partita che risale al primo affacciarsi del Genoa di Scoglio alla Serie A.

 

Cremonese-Genoa 0-1. Io ero in tribuna. Andrò soltanto a memoria.

 

 


Arbitra Rosario Lo Bello, il figlio del grande Concetto. Sulle orme di tanto padre, verso la metà tempo, fischia un sorprendente calcio di rigore a favore del Genoa per una di quelle trattenute, su calcio d’angolo, che, poco visibili, di solito passano indenni.

 

Con mia perplessità alla battuta va un piccolino (al calcio di rigore deve andare un calciatore potente! Cosa fa Scoglio?). Saetta nell’angolo basso. Vantaggio del piede piccolo nel calciare! Si chiamava Aguilera ed era il suo primo gol in campionato.

 

La partita si mantiene in equilibrio per poco. Alla mezz’ora circa viene espulso un giocatore genoano. Al quarto d’ora della ripresa, un secondo.

 

Dunque il Genoa gioca la mezz’ora finale in 9.

 

Potete immaginare l’assedio continuo all’area di rigore genoana. In quegli spazi ristretti domina un gigante: Perdomo. I grigiorossi non passano, la partita finisce con la loro sconfitta.

 

Il sottopassaggio per gli spogliatoi si trova sotto la tribuna, al centro. Al momento di rientrarvi, Scoglio agita l’avambraccio a pugno chiuso, col gesto che  impareremo a conoscere.

 

Arriva la squalifica per 4 (quattro) giornate, su denuncia di un federale non intelligente.

 

Il grande Scoglio non si difese neppure, per quanto so. Fuori casa non si recò neppure allo stadio; al Ferraris non si piegò a telecomunicazioni di comodo.

 

Seguirono diverse sconfitte in casa.

 

L’incompletezza della squadra indusse Scoglio, verso la fine del girone di andata, ad annunciare che la permanenza in serie A era una conquista troppo importante, più importante del bel gioco, e che da allora avrebbe cercato un solo punto in ogni partita, calcolando che sarebbe bastato. Cambiò tattica: creò una difesa capolavoro, richiamando indietro Fontolan, conseguì il risultato voluto, la squadra rimase quasi imbattuta, il calcolo fu giusto.

 

L’anno dopo dovevano arrivare Branco, Bartolazzi e Skuhravy. La formazione era completata. Scoglio lasciava il posto a Bagnoli.   

 

 

Vittorio Riccadonna

 

 

 

 



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"A Scoglio quattro giornate" | 2 commenti
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Stai visualizzando i commenti del giorno 02/11/2009


Gasperini
di MAX64 il 02/11/2009 16.01

La squalifica di Gasperini come modalità è simile a quella di Zenga dello scorso anno. Ho messo un commento su pensieri in libertà qualche giorno fà.

 



La squalifica è di 30 giorni.
di MAX64 il 02/11/2009 15.47

Gasperini è stato squalificato in quanto l'arbitro ha inserito nel suo referto la denuncia dei collaboratori della Procura federale",

Scoglio era stato deferito in quanto la denuncia dei collaboratori non era stata inserita dall'arbitro nel suo referto, in più c'erano le norme antiviolenza che avevano introdotto quelli della federazione in quella stagione calcistica, ed avevano aggravato la sentenza.

Fu deferito ed il 7 ottobre 1989 (quasi un mese dopo)  fu squalificato per 30 giorni . Non andò in panchina con Genoa juve, Genoa napoli, bari Genoa, Genoa cesena.  

Allego alcuni articoli di giornale.   

VERONA E GENOA, OGGI PRIME PUNIZIONI

Repubblica — 07 ottobre 1989   pagina 37   sezione: SPORT

MILANO Emanate a sorpresa quest' estate dalla Federcalcio, le norme antiviolenza avranno oggi la prima, importante verifica. Si riunisce infatti la commissione disciplinare, che dovrà prendere in esame tre casi che scottano: l' allenatore del Genoa, Franco Scoglio, fu deferito dopo un gestaccio nei confronti del pubblico al termine di Cremonese-Genoa del 10 settembre; il sampdoriano Victor venne aggredito da un tifoso del Genoa fuori dello stadio di Marassi dopo il derby di Coppa Italia; a Verona, durante l' incontro di campionato del 10 settembre con il Napoli, vi furono numerosi episodi di inciviltà, razzismo e violenza, non solo sugli spalti ma anche al termine della partita. In base alle nuove norme sia Genoa che Verona sono responsabili anche di quanto succede al di fuori degli stadi e quindi rischiano un' ammenda sino a 50 milioni con diffida e, nei casi più gravi, può essere inflitta anche la squalifica del campo. Ieri, al termine del Consiglio Federale, il presidente Matarrese ha confermato la linea della fermezza: Le nostre norme, dopo un momento di smarrimento, sono state accettate dalle società e anche dalle tifoserie.Tutti hanno preso coscienza. Anche il consiglio comunale di Verona, finalmente, ha trattato l' argomento degli episodi incresciosi accaduti durante l' incontro con il Napoli. Insomma, la Federcalcio ha fatto scuola. E' da prevedere,quindi, per oggi una sanzione dura. A seguito degli accertamenti svolti dall' Ufficio Indagini in occasione e al termine di Milan-Fiorentina del 24 settembre, il Procuratore federale ha deferito ieri alla commissione disciplinare le due società, quali responsabili di fatti violenti addebitabili ai proprio rispettivi sostenitori. Pare infatti che gli 007 federali abbiano rilevato tafferugli già durante la partita,mentre al termine dell' incontro scoppiarono gravi incidenti fra i tifosi a Piazzale Lotto nei pressi di San Siro e della stazione della metropolitana. Duecento-trecento sostenitori del Milan aggredirono, lanciando sassi, i tifosi viola che stavano andando alla stazione Centrale. Intervenne subito la polizia, non vi furono feriti ma vennero identificati alcuni teppisti. Le due società rischiano un' ammenda.

BAGNOLI, IL GIORNO PIU' LUNGO

Repubblica — 08 ottobre 1989   pagina 24   sezione: SPORT

Squalificato Scoglio CORI RAZZISTI SOLO UNA MULTA AL VERONA MILANO Squalifica per 30 giorni all' allenatore del Genoa Scoglio e ammenda di 20 milioni di lire con diffida alla società ligure; ammenda di 30 milioni di lire con diffida al Verona per i cori razzisti e gli incidenti dopo il match col Napoli: queste le decisioni della Disciplinare, che ha applicato per la prima volta le norme antiviolenza. La sentenza ha riconosciuto responsabile Scoglio del gesto dell' ombrello, alla fine di Cremonese-Genoa: gesto definito come una manifestazione antisportiva di dileggio e irrisione e tale da ingenerare reazioni anche violente da parte dei destinatari. Le sanzioni non sono esecutive: lo diverranno dopo il giudizio definitivo della Caf. Quindi oggi Scoglio potrà essere in panchina ad Udine. - di LORENZO ROATA

 

PROFESSOR SCOGLIO ULTIMI MIRACOLI

Repubblica — 26 novembre 1989   pagina 24

Oggi che torna in panchina Francesco Scoglio trova la situazione radicalmente cambiata da quando è stato costretto a lasciarla per una condanna della disciplinare. A domandargli perché questo sia accaduto, perchè dopo un inizio scintillante il Genoa sia finito in zona retrocessione e l' immagine del suo allenatore si sia in qualche modo appannata, lui sicuramente direbbe che sono i tentativi riusciti del sistema di spezzare lui e con lui una squadra che è, come disse una volta, Scoglio-dipendente. E poi c' è sempre qualcuno felice se il Genoa va male. D' altronde l' hanno detto gli stessi giocatori che senza di lui in panchina la squadra perde qualcosa, ecco che allora il cattivo rendimento del Genoa coincidente con la squalifica ha un suo senso logico. E' facile d' altronde farsi affascinare dalle sue affabulazioni: recuperiamo il gioco degli anni ' 20, siamo una squadra da Uefa, tutte le magie verbali che incantano chi guarda ma ipnotizzano anche chi deve giocare. Poi c' è la concezione ossessiva del lavoro, di un monachesimo della professionalità, la sua stanza d' albergo piena di ritagli di giornali e di libri di sport, la sua pressione sui giocatori perché vivano anche loro il calcio in maniera totalizzante. In ultimo ci sono gli eccessi del carattere, spero che non sia una partita corretta, il volere al campo solo giornalisti solidali (l' ultimo match è stato proprio all' inizio di questa settimana), il famoso non voglio parlare ad minchiam, insomma tutto il suo tentativo di dare forza a se stesso, alla squadra e ai tifosi con la tensione delle emozioni e del tifo, con il suscitare elettricità in tutte le situazioni del calcio. A scuotere gli inerti con le scosse è la politica di Frankenstein: una volta che finisce la corrente il corpo non sussulta più. E il Genoa adesso sembra una squadra che non possa più reagire alle stimolazioni. L' inizio è stato all' altezza, la squadra ha fatto una grande gara contro il Milan, una buona partita con la Roma ma finita male, un pareggio con il Napoli. Poi è venuta la sconfitta con la Juventus, la difesa che non tiene, le incertezze di Gregori, la batosta con il Cesena. E così, a prescindere dalle sue intemperanze verbali e gestuali, c' è da vedere cosa resti di tanti buoni propositi. Certo la flessione di adesso dei rossoblù non stupisce, anche il Messina due anni fa declinò nella seconda parte del campionato e il Genoa della promozione, l' anno scorso, dovette amministrare con oculatezza il vantaggio accumulato nello sprint iniziale: tutto ciò fa temere che il peggio debba ancora venire. Il bilancio d' altronde è facile farlo. Il trio uruguaiano ha funzionato a metà, con Aguilera molto positivo, Ruben Paz sufficiente e il fallimento di Perdomo; Urban, strappato a viva forza alla Lazio, non si è rivelato certo un Michel, tra i pali ci sono le abituali amnesie di Gregori. La squadra ha subito una grave involuzione tecnica è la sua confessione ora che sta per riprendere il suo posto contro la Lazio al Flaminio. Non mi importa nulla di vincere, perdere o pareggiare: devo ritrovare il mio Genoa perso a Udine. E' un mese che sono nero, furibondo, non sento nessuno e non leggo i giornali: io non so vivere insieme alla sconfitta. Abbiamo voglia di rivincita. Ma quello che deve ritrovare Scoglio è il suo elettrodo acceso, che dia da una parte nuove scosse alla sua squadra, e magari un gioco, dall' altra riaccenda in tutti la voglia di stare a sentire le favole del liparitano. A cominciare dal presidente Spinelli, che lo ammira ma da uomo pratico è spesso spaventato dalle uscite del suo allenatore, per finire alla Juventus che aveva mostrato di apprezzare il suo spirito monastico, fino a farsi tentare da chiamarlo a sé. Com' è dura la vita per i ribelli che vogliono piacere.

 





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