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il Grifone in campoUna vittoria conquistata due volte
06/11/2009

 

 

Genoa C.F.C.                                   3

(14’ I t. Palacio;  13’ II t. Crespo;  48’ Sculli)

 

Lille O.S.C.                                       2

(31’ II t. Frau; 40’ autorete Tomovic)

 

 

 

Dura ma gioiosa, la vita di noi genoani. La tempesta, con lampi e tuoni, mi ha colto giù da Manin; camminata di sofferenza l’aggiramento dello stadio. Bagnato e intirizzito, con la giubba appoggiata alla ringhiera, il mio sistema cardiovascolare ha potuto rilassarsi sul 2-0, ma l’aspettava la convulsione del finale.

 

Nessuna paura. La cassetta toracica ha retto ancora una volta.

 

 


La prima cosa che vedo, entrando, è l’incommensurabile tendone rotondo al centro del campo, che non ha i colori giallo e rosso visti nei preliminari con lo Slavia, ma degli smorti beige e viola. Quando un circolo di ragazzini, vestiti di bianco e nero, lo rialzano, capisco. Era stato messo a rovescio!

 

Questa volta le formazioni sono porte alle nostre orecchie soltanto da un parlatore italiano: i nomi francesi sono ben pronunciabili, ma per senso di ospitalità mi aspettavo anche un dicitore di madrelingua francese, come usato le altre volte.

 

Il Lille non ha la maglia color lilla, come mi sembrerebbe giusto (altra delusione in passato aver visto il Bordeaux con la maglia blu) ma pazienza, bisogna rassegnarsi al solito cromatismo degli avversari in maglia bianca.

 

Scusate se ho detto delle cretinate, è l’effetto dell’emozione. La partita, la partita! (ma ormai i lettori sono già edotti).

 

Il Lille riceve molti fischi dal pubblico genoano.

 

Il Genoa si schiera bene organizzato per la difesa, coll’intento di non concedere più alcuno spazio ai veloci attacchi del LOSC che ci hanno travolto all’andata. La contrapposizione uomo a uomo è estremamente attenta. I francesi schierano tre attaccanti, noi quattro difensori, sempre bene protetti. Poichè anche noi puntiamo su un attacco a tre (Palladino e Palacio aperti), la nostra tattica concede una superiorità all’avversario a metà campo; o forse è la stessa forza fisica dei giocatori del Lille (noi, più tecnici) che la pretende.  

 

Già questo era l’andamento iniziale, quando Palacio, sorpresa scoperta la difesa avversaria, si liberava e sospingeva in porta un pallone che sembrava manifestare come una certa renitenza ad entrare (cuore mio plàcati) ma infine entrava.

 

Il Genoa controllava, il Lille non otteneva concrete possibilità di segnare, il Genoa sprecava quelle che otteneva, non molte ma assai favorevoli. Fino a quando in un mischione orrendo a due metri dalla porta Crespo riusciva a ribattere in rete il secondo pallone.

 

Annotavo questa volta con particolare soddisfazione l’uso parco che l’arbitro olandese dal nome indecifrabile ma che si scrive Nijuis fa del fischietto. Il gol è regolare, ma chissà quanti arbitri italiani avrebbero fischiato l’inesistente. Costui lascia andare molto e la partita ne sorte intensa e palpitante. I giocatori devono correre alla disperata, il terreno e il pallone non sono facili, certo la stanchezza opprime.

 

Ma quelli non si fermano e una papera di Scarpi, quasi autogol, riapre la partita.

 

Mancano 6 minuti alla fine quando come ultima sostituzione entra Figueroa. Assistiamo a questo punto ad un piccolo commovente dramma umano.

 

Sei minuti alla fine, come tanti anni fa l’entrata di Rivera su Mazzola nella finale persa 1-4 dal Brasile.

 

Una volta Scoglio, che era concettualmente contrario alle sostituzioni e molto attento al gioco d’insieme, disse che una sostituzione negli ultimi minuti, magari fatta per frenare il ritmo, può essere pericolosa, in un frangente decisivo, in quanto un giocatore abbisogna di qualche momento per inserirsi nei meccanismi della squadra.

 

Non ho avuto tempo di pensare tutto questo. Figueroa, al primo pallone toccato, sbaglia un passaggio, non per errore di tecnica ma per difetto di intesa col compagno, e destino vuole che questo pallone, percorsa in lungo palleggio tutta la larghezza del campo, trovi la sua meta finale dentro la porta di Scarpi, su un tiro deviato da Tomovic.

 

Figueroa ha la testa tra le mani.

 

Il finale di gara consiste in pochi minuti ma quanto intensi. Il Genoa qui dimostra la sua grandezza. Le circostanze sono difficili, ma i giocatori si superano. E infine, a un minuto dal termine del ricupero, un’apertura di Palladino viene raccolta e trasformata da Sculli, come certo tutti ben sapete.

 

Il portiere Landreau protesta, si rivolge al quinto arbitro, fino a farsi ammonire. Io non ho visto irregolarità, ma non posso pretendere di sapere.

 

Figueroa fugge nel sottopassaggio. Gli altri giocatori vanno a festeggiare davanti ai sostenitori.

 

E’ stata dunque ottenuta una vittoria non indispensabile ma molto importante.  La situazione del girone è fluida e persino lo Slavia non è matematicamente tagliato fuori. 

  

 

 

 

Vittorio Riccadonna

 

 

 

  



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"Una vittoria conquistata due volte" | 3 commenti
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Figueroa
di voce-sommessa il 06/11/2009 16.03

La storia di Figueroa al Genoa è interessante perché dà modo di misurare quanto le cose siano cambiate negli ultimi tre anni.

All'origine la scommessa su un nazionale argentino fermato da un incidente grave, poi la vicenda tormentata delle ricadute e delle convalescenze, l'attenzione e la partecipazione della gente, l'affetto per un ragazzo sfortunato che poteva forse diventare un punto di forza per la squadra.

Nel frattempo il Genoa otteneva la promozione in A e lì per due anni di seguito arrivava fino all'ultima giornata con al centro dell'attacco due diversi possibili capocannonieri; per Figueroa un ostacolo impervio, aggravato dai dubbi sul suo completo recupero e dalla strumentalizzazione della situazione in polemica con l'allenatore da parte di alcuni commentatori e tifosi.

Oggi, rimasto al Genoa in parte per ripicche e in parte per carenza di richieste, Figueroa è la scelta più flebile, tecnicamente e in prospettiva, fra quelle a disposizione. Prima ancora del suo errore, ma non è mica solo lui a poter sbagliare, è stato il suo ingresso in campo a dare a molti la sensazione di essere ormai alla frutta; vero è che molti altri hanno sperato in una prodezza riparatrice dei presunti torti da lui subiti, ma tant'è: il Genoa di oggi è Palladino e Sculli (e il resto della compagnia), e questo ci dobbiamo tenere stretto.



filmati
di Adams il 06/11/2009 15.43

Ciao Rabax, la storia del presunto fallo di Figueroa l'ho letta anche sul giornale, ma non riesco assolutamente a capire su cosa si basi.  Sul gol di Sculli, Figueroa è a centro area, lontano dalla palla e soprattutto ben lontano da qualsiasi avversario.  Non entra in contatto con nessuno e non trascina via nessun difensore.  L'unico piccolo movimento che fa è  togliersi dal fuorigioco passivo in cui rischiava di finire.  Se c'è un possibile "blocco", potrebbe eventualmente essere di un compagno (direi Moretti), l'unico a contatto con un difensore vicino all'azione di Sculli. Di certo non Figueroa.  Il filmato mi sembra chiarissimo, direi che non esistono margini di equivoco.

Non ti ho invece più risposto sulla questione del sito "ostile" perché non volevo tirarla troppo per le lunghe. Condividevo le tue spiegazioni sulle origini di quei comportamenti e devo dire che li ho verificati con fastidio anche ieri sera: prima su una tv locale (la solita "vedova" cupissima e rabbiosa, guardata con stupore dagli stessi conduttori: anche su altri siti se ne sono accorti e hanno commentato...) poi sul solito sito che ricostruisce la cronaca a modo suo e distribuisce insufficienze a mezza squadra, con una media-voto del Genoa largamente sotto il sei!  Che ci vuoi fare: quando uno non vuol ammettere di aver sbagliato, rischia di rovinarsi anche tutti i momenti di festa.



Figueroa
di RABAX il 06/11/2009 14.36

diamo a questo giocatore il giusto merito (che non è davvero poco) d'aver propiziato la segnatura decisiva ostacolando con molto mestiere un avversario (per gli abbastanza polemici francesi, che hanno protestato non poco, non troppo regolarmente) e favorendo l'inserimento vincente di uno Sculli straordinario, da cineteca per l’aggancio volante ed il tiro di sinistro.

Tornando a Figueroa alcuni hanno notato che non se l'è sentito d'andare con gli altri a salutare il pubblico, non è il primo che lo fa.

Ci potrebbero essere molti motivi.

Certo Lucho non sarà felice d'essere impiegato con il contagoccie, cosa di cui però dovrebbe essere ben consapevole, ricordo, infatti, che a Neustift ai tifosi che lo circondavano, laconico, diceva che per lui al Genoa non c'è posto.

Poi gli infortuni ed i due gol decisivi con l'Odense gli hanno aperto un minimo di spazio in coppa, certo  lui, ma chiunque altro, ne vorrebbe di più.

Ieri ho sentito parlare di sue lacrime e cose simili.

Questo giocatore, indubbiamente recuperato sul paino fisico meriterebbe, qui od altrove di giocare di più, vedremo.

Un unica cosa, se possibile, stop, per cortesia, ad altre telenovole.





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