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l'opinione"Il 'Montgomery' di Praga" di Franci
04/12/2009


Sono un montgomery. Blu.

Sono passati un bel po' di anni dal giorno in cui fui acquistato. E infatti la pelle degli inserti che trattengono le allacciature è ormai del tutto sbiadita, consumata. Eppure non sono stato indossato molto...E' proprio una questione di età. So solo che, da un certo momento in avanti, non solo io ma anche i colleghi di armadio - cappotti, giacconi, giacche - non siamo più stati passati in rassegna per l'appello quotidiano.

 


Devono essere passati un bel po' di mesi perchè quando, finalmente - anche se, col senno di poi, dovrei dire purtroppo - le ante dell'armadio si spalancarono, la luce mi diede fastidio, tanto ormai ero disabituato. Ed io, che pure avrei avuto il compito di proteggere dal freddo, mi sentii rabbrividire nell'udire una voce, che riconobbi come quella della moglie del mio proprietario, che diceva strane cose. L'unica cosa che capii era che lui, non avrei più potuto proteggerlo. Come usano dire i tifosi di quella squadra di cui era tanto appassionato, il mio primo ed unico proprietario era salito al "terzo piano" di un posto che, sinceramente, non ho mai capito cosa e dove fosse.

Seguivo confusamente la voce della signora che parlava con qualcuno ma ad un certo punto mi si aguzzarono i bottoni: parlava proprio di me. "Il montgomery di papà...Gli piaceva tanto, ma se lo è goduto proprio poco...Perchè non te lo prendi tu? Guarda, è praticamente nuovo ed avrai un ricordo di papà". Udii allora una voce, che ricordai di aver già udito qualche volta, rispondere: "Mà, lo sai...Per ricordarmi di lui, mi basta pensare a quello che col suo esempio mi ha insegnato. Non ho certo bisogno di una camicia o di un montgomery per portare con me il suo ricordo...Comunque, se ti fa piacere, dammelo pure, lo prendo io..." e quasi non bastasse il senso di frustrazione che già provavo, precisò: "Anche se non lo metterò mai...".

Il tragitto in auto per uscire da un armadio ed entrare in un altro fu l'unica ora d'aria che mi venne concessa da quel giorno in avanti. Nemmeno non fossi stato capace di svolgere il mio compito e di proteggere dal freddo ed avessi fatto ammalare e poi morire qualcuno di polmonite..."Condannato per omicidio colposo a scontare l'ergastolo nell'armadio in puro ciliegio modello "Alcatraz"...

Ma i miei nuovi compagni di cella, pardon, di armadio, loro non scontavano alcuna condanna. Neppure i domiciliari avevano, perchè un giorno uno, un giorno l'altro, uscivano per tornare solo a sera. Devo confessare che i primi giorni ci avevo persino sperato e quando sentivo l'anta scorrere al mattino mi sistemavo tutto bene sulla gruccia e cercavo di far intuire tutto il calore, anche affettivo, che avrei potuto sprigionare. Ma niente... Giorno dopo giorno, mese dopo mese, per tanto tempo che ormai sarebbe da dire anno dopo anno, mai una volta venni degnato anche solo di uno sguardo. Al punto che, quando al mattino sentivo scorrere l'anta, speravo che la scelta avvenisse alla svelta e potessi così tornare a dormire. Pensando alla mia felice ma breve esistenza. E sognando...

Sinchè uno di questi ultimi giorni sentii la voce di quell'ingrato - e come altrimenti avrei dovuto definirlo? - che rispondendo ad una deliziosa creaturina che chiedeva stupita "Ti metti questo? Bello...Ma perchè non te lo sei mai messo?" pronunciò una frase che mi destò dal letargo e mi inferse un colpo al cuore che non so come ho fatto a resistere... Ma  questa volta, era per l'emozione. Gli alamari all'altezza del petto cominciarono a battere talmente che mi preoccupai: "Sta a vedere che ora saltano e non mi porta più..."

"Sai, amore, questo montgomery era del nonno. Non l'ho mai messo, e se devo dirti proprio la verità, neppure so perchè. Ma adesso che vado a Praga a vedere il Genoa, mi è venuto da pensare una cosa. Il Genoa, a Praga, contro quella stessa squadra, ci ha già giocato tantissimi anni fa. Quando il nonno non era più un ragazzo e cominciava a farsi uomo, forte dei suoi diciotto anni (e dei tanti sogni - ho pensato io dentro di me - che quell'età porta con sè e per lui e tanti come lui di lì a poco drammaticamente spezzati). E siccome quella volta ce le han suonate di santa ragione e il nonno certamente ci era rimasto male, ecco, ho pensato che indossando a Praga il suo montgomery, è come se lui fosse con me. Voglio che sia con me, anzi, voglio io accompagnare lui in questa ricerca di rivincita sportiva".

Così sono andato a Praga. Io, che non ricordo di essere stato in altre strade che non fossero quelle di Genova. E sono stato allo stadio per la prima volta in vita mia. Non ci ho ovviamente capito niente ma è comunque stata un'esperienza bellissima anche se, in certi momenti, quasi traumatica perchè il mio nuovo proprietario non è stato fermo un momento e mi ha anche fatto di tutto: mi tirava per una falda, le mani entravano e uscivano dalle tasche come i clienti dall'ascensore di un condominio di quaranta piani, righe di pattoni a due mani all'altezza delle cosce. All'ultimo momento è successo un qualcosa che mi ha fatto pensare fosse svenuto: un paio di secondi di gelo che han fatto sembrare la temperatura esterna quella delle Maldive e poi, quasi, ho avuto l'impressione che mi abbracciasse.

Due cose però, porterò per sempre con me, in qualunque armadio finirò. Ho imparato a sentire miei quei due colori (in fondo, blu già lo ero) ma la sensazione più bella è stata un'altra ancora. Ho sentito veramente che, l'altra sera, racchiusi dentro le mie falde, c'erano due persone, due cuori che battevano: si sono dovuti un poco stringere perchè potessi contenerli entrambi, ma ci sono stati ugualmente, perchè era da tempo che quel contatto, quell'abbraccio, mancava loro.

Un'ultima cosa voglio dire di questa magnifica avventura: sulla strada del ritorno, appoggiato sul pianale posteriore dell'auto, ho sentito il mio nuovo proprietario ed i suoi compagni di viaggio parlare in continuazione: ogni tanto tiravano in ballo il nome di un tale che sembrava uscito da un'operetta...il conte Danilo, forse Danilevicius o roba del genere. E giù risate...Comunque roba da "Paese dei campanelli". Da operetta, appunto. Ma soprattutto li ho sentiti ripetere "se battiamo...se passiamo..." e poi giù una sfilza di nomi strani: Celtic, Ajax, Sherif, Everton, Benfica, Anderlecht. Addirittura Fenerbahce e Galatasaray...Roba davvero da turchi! Io non sono forte in geografia - l'ho già detto, sino a ieri non ero andato più in là dei Giovi - e non so dove siano queste città, in quale Paese. Ma spero proprio che, dovesse davvero succedere "se vinciamo...se battiamo", il mio nuovo proprietario mi porti ancora con sè.

Quando siamo tornati a casa, mi ha rimesso sulla mia gruccia ed ho avuto persino l'impressione che mi abbia fatto una carezza. Quel che è certo è che l'ho sentito bofonchiare qualcosa. Non potrei giurarci, perchè già avevo iniziato a fare una testa così ai cappotti e alla giacche su Praga, ma mi pare averlo sentito dire "Ai tuoi tempi, manco a parlarne di turn-over, eh pà? E di sicuro non solo a motivo di quelle stupide disposizioni che proibivano l'uso delle parole inglesi..."


Franci

 



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