Genoa  C.F.C.                                  1

(6’ II t. Crespo)

Valencia  C.F.                                 2

(46’ I t. Bruno; 50’ II t. Villa)

Abbiamo creduto di farcela, abbiamo visto la vittoria a portata di mano.

Il Valencia, superiore per struttura e funzionalità al povero Genoa rabberciato di ieri, nel finale di gara, sull’1-1, era stretto in ridotta, la palla rimbalzava davanti alla sua porta, il Genoa aveva il possesso del campo. Ricorrevano ai mezzucci per guadagnare tempo, gli spagnoli. Se è anche un pregio da grande squadra, è il meno pregevole.

La palla della vittoria non è entrata. Qualche errore nella giocata decisiva, la buona difesa avversaria, le respinte (quella su Rossi!), l’ansia, poi la legge del caso, che sa regolare le partite.

Già, il caso. Quel pallone da punizione che viaggiava verso Scarpi, nel ricupero del primo tempo, toccata appena di nuca da Bruno, ha cambiato traiettoria, si è alzato per andare poi dall’alto malignamente a cadere proprio nell’angolo alto più lontano della porta; è stato un colpo di genio oppure fatalità?

Già, la buona difesa del Valencia. Il consueto dribbling inarrestabile di Palacio ieri più arrestabile.

Già, Genoa rabberciato. Non solo Milanetto, ma anche fuori Palladino.

Poi, l’ultimo pallone della partita, sull’ormai inutile pareggio, con tutti i giocatori nella metà campo avversaria tranne Villa, mal rilanciato andava a finire proprio a lui e il Genoa raccoglieva gli applausi finali del pubblico da sconfitto.

Ma ammirevole il comportamento dei rossoblù, che hanno piazzato lo sforzo massimo nel momento risolutivo, anche se non è riuscito a risolvere. Il colpo di maglio di Crespo non è bastato. Di fronte ad una squadra più forte, il Genoa è stato all’altezza ed esce con onore.

L’arbitro irlandese è stato il meno bravo degli arbitri incontrati finora in Europa e tollerante verso gli spagnoli.

La Gradinata Nord si voleva difendere dal freddo facendo esplodere grossi petardi ma ha smesso per la minaccia di sospendere la partita. Diamine, sarebbe dispiaciuto.

L’urlo: “rigore!” per una respinta di mano veniva spontaneo, nel primo tempo, prima di distinguere che l’aveva fatta il loro portiere, fuori porta in mezzo all’area.

Invece su rigore ci salviamo, prima del fattaccio: Villa lo spara fuori. Ma che stupido il fallo di Bocchetti, Scarpi era già sul pallone.

Questa volta il telone dei preliminari l’hanno messo diritto. Quando ancora lo rivedremo?

Termino questi appunti slegati ripetendo il pensiero del Presidente: l’Europa è stata una prima esperienza.

Vittorio Riccadonna