Genoa  C.F.C.                             5

(36’ I t. Zapater, rigore;  39’ Palacio;  43’ Sculli:  45’ I t. Rossi;  14’  II t. Milanetto)        

Cagliari C.                                    3

(16’ I t. Dessena; 41’ I t. Conti; 11’ II t. Matri, rigore)

                                                Giunt’è la Primavera e festosetti

                                                La salutan gli augel con lieto canto.

Dalla partita contro i rossoblù bolognesi vicissitudinevolmente perduta a questa, contro i rossoblù isolani, la stagione è passata dall’inverno alla primavera. I giocatori non devono più affrontare il contrasto dell’ondata di pioggia gelida, ma invece l’insidia del primo caldo. Il sole brilla alto.

Vince il campo il Cagliari e si dispone con le spalle alla Nord. Mal glie ne incoglie! La Nord detiene il cuore più pulsante del pubblico e lo butta proprio lì davanti, lo proietta sul terreno nel pieno della danza che immediatamente si inscena davanti al bravo portiere Marchetti. 

Il primo tempo lo dividiamo in tre periodi di un quarto d’ora.

In partenza gli attacchi del Genoa si succedono, la difesa del Cagliari voga nel mare delle procelle. Un palo di Sculli. Un palo su azione viziata da fuorigioco. Un palo di Bocchetti su azione di punizione e deviazione del portiere. E alla fine di questo quarto d’ora travolgente, segna ... il Cagliari!, in pratica alla sua prima azione. E’ un bel gol, con discussioni finali per un dubbio che la palla fosse uscita, cosa che non mi sembra sia successa – spesso siamo facili nel giudicare la palla fuori. Le discussioni sfociano in una coppia di ammonizioni, la dicono decisione salomonica, ma è dolorosa quella al nostro capitano.

Il Genoa sente il colpo e anzi subito dopo rischia lo 0-2, Amelia allunga i pugni verso il pallone in anticipo su Matri ma non arriva, abbiamo visto molti calci di rigore dati in tali situazioni, con nostro dispetto.  Nel successivo quarto d’ora il dominio di gioco del Genoa svanisce, a metà campo si fa equilibrio.

Infine la macchina da giuoco riprende a girare e l’ombra del Bologna, che ci faceva pensare a una maledizione incombente, si dissolve. Si innalzano i cori dei tifosi. Sculli prende di nuovo il paletto di prima. Palacio in fuga diagonale cade in area di rigore per una spinta tenue, l’arbitro ci dà l’occasione del pareggio:  classica realizzazione di Zapater. Poi Palacio in area di porta si impantana sul pallone e segna di tacco.

Risponde in immediato il Cagliari con la sua seconda bella azione e un tiro secco di Conti fa il 2-2.  E’ stato Cossu a centrare dopo aver svariato sull’ala, come spesso ha fatto nel corso della partita, nelle sue ricerche di posizione.

E’ un pareggio labile. Il Genoa è incontenibile. Sculli di testa anticipa il portiere.

(Il successivo calcio d’inizio viene fatto ripetere: finalmente! Una piccola nota di merito per l’arbitro Baracani da Firenze).

Poi Rossi, applauditissimo, ci porta all’intervallo sul 4-2.

Il secondo tempo ha una vita più serena. Il Cagliari è voglioso di reazione e si affaccia presso Amelia, raccogliendo il risultato di un calcio di rigore su due azioni almeno dubbie, ma a questo punto è Milanetto che con eleganza colloca in porta il pallone del 5-3 e la lotta si rilassa. Osserveremo ancora soltanto una spingardata di Barone su Amelia.

Il Genoa è piaciuto molto e i giocatori sono stati tutti bravi. I massimi onori a quelli dell’attacco, che era guidato da Sculli.   

L’arbitro si è trovato al centro di una serie di decisioni difficili agli estremi del campo. Ha condotto bene la gara nelle zone centrali.

Vittorio Riccadonna