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il Grifone in campoTriangolare interlocutorio
08/08/2010

 

Il triangolare di Viareggio al Livorno di Spinelli, ieri sera i labronici più bravi di noi ai rigori.

 

 

 

 


Serata piacevole allo stadio dei Pini, molta genoanità e gran curiosità per vedere all’opera i nuovi Rafinha e Veloso.

 

Alla fine piuttosto arrabbiati quelli che vogliono sempre vincere, certo sarebbe meglio, altre però in questo periodo, credo, siano le cose che contano (e non solo per provare a consolarsi).

 

Il Genoa è un cantiere aperto, con tante novità, ci sono ancora problemi, ma si vedono già cose positive.

 

Chico la prima, comincia ad ambientarsi ed ha far vedere eccellenti qualità.

 

Se, come pare, è stato seguito a lungo, difficilmente deluderà e, in effetti, si comincia ad apprezzare qualcosa, ha caratteristiche abbastanza diverse dal Papa, probabilmente, più confacenti al tipo di gioco che pratica la squadra (fermo restando che il "Papa" era bravissimo ed è stato un dispiacerle perderlo, ma non si può, evidentemente, avere tutto).

 

Bene poi ancheb Palacio e Palladino, intanto pienamente recuperati ed abbastanza pimpanti.

 

Pregevole il lancio dell’argentino a Toni che aggancia da par suo e segna al Viareggio davvero un gol da urlo.

 

Palladino sta bene, come detto cosa principale, corre e catalizza molto il nostro gioco offensivo.

 

Magari è ancora più fumo che arrosto, ma pare avviato a fare finalmente un gran campionato, splendida la sua rovesciata volante parata a stento dal bravo portiere viareggino.

 

Bene e molto sicuro anche Dainelli, che svetta anche di testa nell’area avversa e su corner ci regala il raddoppio.

 

Di più belli e precisi i suoi lanci a Palladino che, saltando il centrocampo, innescano efficaci ripartenze sulla fascia sinistra.

 

Con queste aperture nel secondo tempo ci prova qualche volta anche Ranocchia, ma, per ora, con minor convinzione e precisione.

 

Bene, comunque anche lui, difficilmente superabile sulle palle alte, molto efficace ed elegante nei contrasti e nei disimpegni, dicono che sia solo al 30%, se tanto ci da tanto!

 

Il ragazzo dimostra di non aver complessi anche per i tackle più duri, tanto che ad un certo punto, dopo l’ennesimo scontro, resta a terra circondato dai compagni e lo si vede con le mani nei capelli.

 

Gelo sugli spalti, alè che semmu turna, sbottano i più pessimisti, in effetti la coreografia, come detto, qualche dubbio lo alimenta.

 

Poi, però, il ragazzo prima si alza ed esce con le proprie gambe, quindi alza il braccio e chiede subito all’arbitro di rientrare e si rimette a giocare come se niente fosse.

 

Dai è andata, certo che dopo certi gravi infortuni facile pensare male ad ogni piè sospinto, vedremo nei prossimi giorni, ma pare davvero tutto O.K.

 

Bene, anche stavolta, Kharja che, avendo saltato le ferie, indubbiamente è più avanti degli altri ed anche lui, tocchiamoci, pare fisicamente a posto.

 

Pochissimo impegnato Eduardo, non giudicabile scriverebbe il nostro pagelliere.

 

Poco da dire per Rafinha e Veloso, hanno buon tocco e buone movenze entrambi, s’intuisce che tecnicamente sono forti, troppo presto, però, per “capirli” a fondo.

 

Veloso batte i corner finalmente come si deve, e con tanti lungagnoni in squadra questa potrebbe essere un’arma in più.

 

Il brasiliano ha guizzi interessanti, appoggia bene e con intelligenza la palla ed è molto duttile, destra, sinistra per lui non fanno molta differenza.

 

Belle le maglie da allenamento nuovamente sfoggiate, certo il classico rossoblù è insostituibile, ma queste piacciono una cifra.

 

Molto rumorosa, anche per i botti, la presenza dei tifosi rossoblù sugli spalti, notato Sculli in borghese in tribuna a conferma che, oramai, è sulla rampa di lancio.

 

In campo con il Livorno anche Sasa Bocchetti che pare destinato al Milan, anche se lo scambio con Jankulosky non convince proprio tutti, come il prospettato conseguente arretramento Criscito.

 

Dopo, inserito anche Insua (complimenti per la recentissima convocazione nella nazionale argentina), nel complesso saremo più forti (e pazienza se Mimmo dovesse perdere la nazionale), chiosa Mario che sulla questione ha pochi dubbi.

 

Speriamo, ma l’esperienza insegna che le cose ben fatte funzionano da qualsiasi angolazione, anche quelle, magari, impreviste.

 

Quando, invece, cominciano i problemi e qualche stonatura, per quello che mi riguarda, sarebbe meglio lasciar perdere, chiaro che decidono altri.

 

Auguriamoci che abbiano valutato bene tutti i pro ed i contro e la scelta sia stata adeguatamente ponderata.

 

Alè Genoa.

 

Giancarlo Rabacchi  



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