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il Grifone in campoIl Genoa colpisce con l'arma di riserva
29/08/2010

 

Udinese C.                             0

 

Genoa  C.F.C.                       1

(37’ II t. Mesto)

 

 

 

Attendevamo tutti il rinnovato Genoa alla prima prova ufficiale. A questa partita chiedevamo risposte, chiarificazioni.

 

Cosa ci ha detto?

 

Che il rendimento della difesa si è molto elevato rispetto all’anno scorso.

 

Che il gioco d’attacco è imperfetto, non trova facilmente corridoi per lo sbocco delle azioni.

 

Che il valore individuale dei nuovi giocatori è ragguardevole.

 

 


Che l'equo pareggio senza segnature su cui la partita per natural conseguenza era avviata, è stato rotto da parte nostra nel finale non con un’azione “razionale” ma con un colpo si abilità occasionale, personale, inventato.

 

Circa la nostra difesa, rileviamo le ottime prestazioni del “nuovo” Dainelli, del nuovo Ranocchia, del “vecchio” Criscito, protetti dall’eterno Rossi, e la conferma assoluta del portiere portoghese. Ci sono state occasioni di pericolo, alcuni attaccanti friulani hanno impostato azioni ficcanti negli gli spazi; insidiosi sopra tutti Di Natale nel primo tempo e Sanchez nel secondo; ma sempre tempestivo è stato il rimedio contrapposto dai nostri puntuali difensori. Un merito, oltre che ai singoli, va anche allo schema mobile manovrante davanti.

 

Circa il gioco d’attacco lacunoso, rileviamo quanto sia ancora lontano il meccanismo ammirato in un passato: è evidente che i lavori di costruzione sono ancora in corso. La nostra manovra non ha mai potuto presentare un attaccante libero davanti al portiere avversario.

 

Circa il valore individuale, esso ci ha dato una superiorità di insieme che ci ha permesso di tenere in mano per lunghi tratti lo svolgimento delle azioni a metà campo. Nei momenti di supremazia avversaria, il valore individuale ci ha protetto.

 

Circa il risultato, prendiamo nota che non potremo contare sempre su un “lucky strike” per risolvere a nostro favore le partite. Facciamo onore a Mesto, che ha estratto dal suo bagaglio ancora non del tutto esplorato la meraviglia di una rovesciata che ha sospreso un’Udinese che nel finale stava attaccando.

 

La conclusione finale è la considerazione che era nostra ed evidente già in partenza: ottime prospettive, molto lavoro ancora da fare.

 

L’arbitro Rocchi da Firenze ha mancato di accortezza in alcune valutazioni dei contatti tra i giocatori, di tipo tecnico e anche disciplinare.

 

 

Vittorio Riccadonna

 

 

 



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