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dalla redazioneIl Mistero del Giudice Di Porta
20/03/2013

 

Il Giudice Di Porta segue lo svolgimento della partita con grande e persistente attenzione. Quando un tiro entra in porta, a volte una fotografia lo coglie chinato per vedere meglio, in modo che nessun particolare gli sfugga. Non appena la palla è passata tra i pali, con un codice segreto comunica all’arbitro di aver visto che il pallone è entrato e allora l’arbitro non ha esitazioni e fischia il gol, che il Giudice Addetto ha fissato senza alcun dubbio. Se ha segnato la squadra di casa, il pubblico ne gioisce, per lo scampato pericolo che il Giudice Di Porta possa non averlo visto.

 

 


Anche le Società che partecipano al Campionato si rallegrano della presenza del Giudice Di Porta: il costo aggiuntivo di una supplementare ventina di persone per settimana da muovere e pagare, è compensato dai benefici che dà la sicurezza che nessuna segnatura possa sfuggire all’Arbitro in Capo.

 

Infatti il Giudice Di Porta è proprio un Arbitro, non una persona qualunque; anzi, addirittura un Ufficiale Di Gara.

 

Come tale, gli è riconosciuta un’influenza sulle decisioni che deve prendere l’Arbitro Capo sui fatti che avvengono nei limiti di quattro metri dal palo accanto a cui il Giudice Di Porta è accortamente appostato.

 

Comprenderete che un fatto falloso avvenuto a quattro metri di distanza non potrebbe sfuggire a nessuno che soltanto stia guardando, anche se non fosse Ufficiale Di Gara.

 

Si origina tuttavia una serie di fatti misteriosi. Infatti, pare che le percezioni del Giudice Di Porta vengano periodicamente obnubilate da un intervento misterioso, come se fossero soggette a quel tipo di interferenze che caratterizzano certe trasmissioni di onde magnetiche. 

 

Le spiegazioni tentate per questo mistero sono le più varie.

 

Un noto studioso tedesco dei fenomeni paranormali, come quelli dei cavalli pensanti di Elberfeld del 1912, ci ha fatto notare che le interferenze agiscono direttamente sul cuore del Giudice Di Porta, poiché quelle onde magnetiche si dicevano una volta "onde herziane", cioè di Hertz, che come sappiamo vuol dire appunto cuore: ed esistono nel cosmo connessioni misteriose di cui non possiamo renderci del tutto conto.

 

Altri spiegano, più prosaicamente, che il fatto dipende dalle influenze esterne, alle quali il Giudice di Porta, obbligato a stare fermo, non può sottrarsi, al contrario dei guardalinee che almeno possono evitare, correndo, sputi e lanci di oggetti; per cui egli si sente più naturalmente predisposto ad assecondare gli istinti e le preferenze preponderanti nell’ambiente.

 

Una terza spiegazione si basa sulla condizione atletica. Sappiamo che l’arbitro ha varie difficoltà al suo veder bene: il correre, il non trovarsi sulla posizione, il dover controllare continuamente disparati fatti, il sudore e la tensione, i ritmi cardiaci, eccetera; ma sarebbe proprio questa complessa attività fisica a tenere sveglia la sua attenzione. Invece il povero Giudice Di Porta deve stare fermo accanto al suo palo: questo fatto, intrinsecamente antisportivo, produce una certa gravezza agli arti inferiori, dove il sangue tende a ristagnare, e di conseguenza da qui sale al cervello.

 

Ci sono poi, ohibò, i reprobi che sostengono che l’Italia è tutta un covo di scorrettezze e mercimoni e anche gli Arbitri non possono esserne immuni. Ma gli sportivi veri sicuramente non possono credere a questo, altrimenti, così affermano, il calcio stesso verrebbe meno. Anche la significativa parola del saggio Presidente del Genoa, Preziosi, concorda nel trattarsi soltanto di una serie di episodi sfavorevoli per noi e nell’escludere la cattiva fede degli Arbitri.

 

Io respingo fermamente tanto questa perfidia che le altre varie fantasiose spiegazione e mi rifugio, per trovare la chiave del mistero, piuttosto nel campo della psicologia della comunicazione. 

 

Partiamo dal presupposto che gli Alti Dirigenti del Mondo Arbitrale abbiamo suggerito all’Arbitro Capo: per quello che succede entro 400 centimetri dal palo, tu senti ciò che ti dice il Giudice Di Porta. Contemporaneamente, avranno detto al Giudice Di Porta: quello che succede vicino al tuo naso, riferiscilo subito, col tuo apposito aggeggio radiofonico segreto, all’Arbitro Capo. In Informatica, esiste uno stallo definito “abbraccio mortale”, che si può verificare quando due interventi concomitanti si bloccano reciprocamente. L’Arbitro Capo avrà pensato: sì, è certo palese che è stato spinto addosso al portiere; sì, mi sembra chiaro che ci ha dato di mano; eccetera (l’elenco come sapete sarebbe lungo); ma se il Giudice Di Porta non mi dice niente vuol dire che non ha visto, cosa che non potrei credere  ... E il Giudice Di Porta invece pensa: era una cosa tanto evidente che l’Arbitro Capo deve averla vista, avrà un suo giudizio sulle  intenzioni e vorrà condurre la gara secondo un suo criterio, sarei di disturbo a interferire...

 

Così, due persone capaci, “atte a deliberare”, vedono tutt’e due una grossolana irregolarità di giuoco, ma il fatto di essere in due le riduce a ... non essere nessuno.

 

 

Vittorio Riccadonna

 

 



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"Il Mistero del Giudice Di Porta" | 1 commento
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Stai visualizzando i commenti del giorno 20/03/2013


Esperimento fallimentare
di Franci il 20/03/2013 17.26

questo è ciò che penso della figura del giudice di porta.
Sia che il suo compito sia appunto quello di togliere eventuali dubbi sul fatto che la palla abbia totalmente oltrepassato la linea di porta, come indurrebbe a pensare il caso clamoroso del gol non visto appunto dal giudice di porta durante gli europei della scorsa estate, sia che il suo supporto si estenda pure a coadiuvare l'arbitro principale in talune decisioni.

Sarebbe opportuno che Braschi & Co. specificassero quali effettivamente sono i compiti loro demandati. Sta di fatto che tra quanto è dato vedere ed ascoltare in merito, non pare che la figura sia di secondaria rilevanza nell'assunzione di determinate decisioni.

Venendo ai casi che riguardano il Genoa, propendo per una totale condanna nei riguardi del giudice di porta che a Palermo non ha segnalato l'intervento falloso su Rossi mentre concedo una possibile attenuante a quello di domenica scorsa a Firenze in occasione del gol irregolare di Aquilani. Considerate cioè le modalità dello svolgimento dell'azione e la zona in cui la stessa si è svolta, credo che l'attenzione del giudice di porta e pure quella del guardalinee fosse focalizzata soprattutto nel controllare se la palla fosse ancora giocabile,  cioè non uscisse sul fondo. 

Compito, anzi dovere, di vedere la spinta a un paio di metri dal centro della porta era di Rizzoli. Hai due collaboratori in grado di seguire in posizione privilegiata l'azione, tu devi controllare anche cosa avviene nelle zone limitrofe. Cosa che, peraltro, dovresti fare normalmente...





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