Una giustizia goliardica
Data: 09/08/2005 08.14
Argomento: dalla redazione


Francamente non so se ci sia stato complotto o meno.

Certamente mi pare un po' precipitoso escluderlo a priori come vorrebbe fare qualcuno.

Ad esempio i tre punti di penalizzazione, dal punto di vista sportivo praticamente irrilevanti, che senso hanno?


 



Ne possono avere molti, anche quello di voler favorire una squadra piuttosto che un'altra nel caso, a questo punto quasi scontato, di ripescaggi

Ci auguriamo tutti che sia la giustizia ordinaria a stabilire, con una seria ed approfondita indagine, se nell'iter della giustizia sportiva, tutto è stato lineare e trasparente.

Tutto questo non mi pare temerario, ma invece necessario vista l'assoluta autonomia che la giustizia sportiva rivendica e fa valere nei suoi atti e vista anche la "goliardia" dimostrata dai suoi componenti, definiti "irreprensibili" (?!) da Carraro che li ha designati.

I tempi del calcio impongono regole diverse, molto meno garantiste e soprattutto tempi rapidi.

Non si mettono in discussione questi principi che sono stati accettati da tutti.

Di converso in un regime "particolare" come questo sono però indispensabili misura, serietà, prudenza, moderazione ed anche, e sarebbe la cosa più importante, una specchiata e totale autonomia ed indipendenza.

Sono seri ed affidabili dei giudici che si scrivono tra loro W LA CAMORRA?

Come non pensare che in quei giudici ci sia il "desiderio", più o meno inconscio, di favorire una certa squadra?

Atteggiamento in parte spiegabile, visto che sono originari, vivono e lavorano da quelle parti.

Certo sono molto diversi dai giudici che vivono e lavorano invece da queste parti. 

Come cittadino non mi sento, comunque, di portare ad esempio il comportamento dei giudici della Disciplinare che inneggiano alla Camorra (ma, a parte i risvolti sportivi, siamo proprio sicuri si tratti solo di una una goliardata o non piuttosto di comportamenti da valutare in ben altra maniera, se non altro sotto il profilo disciplinare?).

Goliardate o meno a parte, come non domandarsi se possono essere indipendenti dei giudici che nella loro attività quotidiana pare siano gerarchicamente dipendenti dal Procuratore Capo della Federazione?

Potranno mai quelle persone andare contro il loro Capo dell'attività di tutti i giorni?

Sono indipendenti dei giudici che sono designati a discrezione del Presidente federale?

Potranno mai queste stesse persone sfidare il Palazzo, ammesso e non concesso che lì si desideri una decisione piuttosto che un'altra?

Non si dimentichi poi che lo stesso Presidente della Disciplinare, che ha emesso la durissima sentenza di primo grado poi confermata dalla CAF, ha scritto (nero su bianco) che possono aver pesato fattori esterni facendo neppure troppo vaghi riferimenti al mondo degli affari.

Questo fatto, che a me sembra anche più grave  degli oramai famosi bigliettini, non può non far nascere forti perplessità sull'autonomia ed indipendenza di questa giustizia sportiva e pare dunque doveroso chiedere che la Magistratura, quella vera, indaghi su tutte queste "strane" vicende e lo faccia con la stessa tempestività, solerzia e severità che ha adottato per i fatti imputati al Genoa.

Nessuno contesta che a fine campionato ci siano state delle irregolarità, solo che non ci si può fermare ai fatti più eclatanti, alle apparenze.

Intanto si devono ascoltare sul serio anche le ragioni della difesa e, soprattutto, non si possono lasciare zone d'ombra (vedi indagine penale che riguarda il Torino).

Non si può essere approssimativi, si deve arrivare a capire, valutare e sanzionare l'effettiva gravita dei comportamenti giudicati non leciti e la pena deve essere proporzionata all'effettivo livello di gravità di quanto è avvenuto.

La giustizia sportiva si è attenuta, nella sua pretesa e rivendicata autonomia, a questi semplici principi di equità?

Ai più pare di No.

Ci rendiamo conto degli enormi valori morali e materiali che sono in gioco?

Tutto questo va ben oltre la persona del Presidente Preziosi che può piacere o meno a qualcuno od a tanti.

Se ne rendono conto Carraro e tutti quelli che ora vorrebbero svoltare pagina ed archiviare in fretta questa poco edificante (ma per tutti) storia?

A questo punto credo sia lecito chiedere la revisione di un giudizio che non ha convinto quasi nessuno, non è accettabile tanta discrezionalità nelle mani di persone che si sono squalificate con il loro stesso comportamento.

Mi spiace, ma costoro non hanno la credibilità necessaria per giudicare.

Credo sia lecito chiedere l'intervento di altri giudici che sappiano con severità, serietà ed equanimità valutare quanto è effettivamente avvenuto, mi pare una richiesta legittima che c'è da augurarsi non sia disattesa.

Giancarlo Rabacchi

 

 








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