A Ravenna una prova molto incoraggiante
Data: 05/09/2005 18.50
Argomento: il Grifone in campo


 

Ravenna            1 

(5' p.t. Cavagna)

 

Genoa                3 

(14' p.t. autorete Affaticato; 27' s.t. Rimoldi; 48' Ghomsi)

 

(sub iudice)

 

Il Ravenna rinuncia ai suoi colori giallo-rossi: si presenta in completa tenuta  nera. Il Genoa è spoglio di ogni tocco di rosso o blu e adotta un anonimo completo bianco. Colorate invece le opposte gradinate: prevalenza genoana, ma anche il pubblico locale partecipa e si fa sentire. Quasi deserti i distinti, cotti dal sole prevalente sulle nubi.

 

 



 

Siamo entrati nello stadio traversando una piccola battaglia, originata, sembra, da ritardata apertura di cancelli, ma poi tutto si ricompone.

 

Tedesco vince il campo alla monetina: spalle alla nostra gradinata. Comincia il campionato di Serie C.

 

PRIMO TEMPO. Si vede subito che il Genoa "tiene" a metà campo e la difesa dei locali sembra poco sicura e si rifugia in respinte a vanvera: la previsione della  sua annunciata solidità si rivela sbagliata. Anche la difesa del Genoa non è tranquilla sui lati. Filtrato sul nostro lato destro, Cavagna scocca un perfetto shoot dal vertice dell'area e la palla entra nella nostra porta nell'angolo alto più vicino. Sarà l'unico vero tiro contro la nostra porta.

Segue un periodo di prevalenza del Genoa, durante il quale raggiunge il pareggio su autorete per un pallone alzato di testa che scavalca il portiere con altrettanta maligna precisione.

 

Nel finale la partita si fa equilibrata. Il nostro gioco non ha sbocco. Rossi non trova la posizione e agisce d'istinto; Rimoldi, un po' pesante, gravita in zona difensiva sbagliando diversi passaggi; Coppola, numero 9 arretrato, lavora bene ma il reparto centrale d'attacco non trova un assieme efficace. Sotto Cosmi ci eravamo abituati alle "discese" dei difensori laterali; qui invece vediamo palloni rilanciati verso zone vuote, senza utilità. E' una squadra ancora informe. I locali hanno iniziato anche scambi di durezze, che l'arbitro contiene senza ricorrere ad ammonizioni. Ancora Cavagna, mi sembra, fa un altro bel tiro da posizione simile alla precedente, questa volta basso, che prende la rete sull'esterno, ma Gazzoli  era sul controllo.

 

Nell'intervallo, con un equo 1-1 che avrebbe potuto essere uno 0-0, ci domandiamo se i nostri giocatori sapranno durare la fatica, dato il caldo e gli scarsi allenamenti.

 

SECONDO TEMPO. Anche la previsione di un cedimento nostro si rivela sbagliata. Il Genoa prende subito il comando delle operazioni. Ora Rimoldi e Rossi giocano vicini e fanno reparto, richiamando anche i compagni in passaggi e  contropassaggi sul lato destro. Tutta la squadra conserva e gioca meglio la palla e la differenza di livello tecnico si fa evidente. Vavassori ha certo dato le giuste indicazioni. In una partita impostata sul dialogo tecnico, il Ravenna non ha più niente da dire; deve limitarsi ad una difesa che vorrebbe essere rocciosa ma che per fermarci deve ricorrere anche a nette trattenute in area, pur essendo il nostro attacco tutt'altro che travolgente. Si arrende alla fine ad un preciso diagonale di Rimoldi da destra e a questo punto la partita è finita, possiamo scacciare i ricordi delle beffe dei 2-2 finali. Al contrario segniamo ancora noi. Tutt'e tre le porte sono state marcate su azioni laterali.

 

Abbiamo dunque disposto del Ravenna con autorità. Troveremo sul nostro cammino squadre più forti, ma anche noi saremo cresciuti. Possiamo essere fiduciosi.

 

L'arbitro ha alquanto indispettito i sostenitori genoani per alcune piccole decisioni contrarie; alla agevole prontezza di fischiare falli sul portiere, non ha contrapposto una pari attenzione, in area, a irregolarità più evidenti e importanti.

 

TERZO TEMPO. Lo viviamo a bordo del torpedone al ritorno. Un cambiamento di atmosfera e di sentimenti che in pochi secondi tocca tutti e accende approfonditi  dibattiti. Accende anche i telefonini. Infine, quando scendiamo, a Genova, siamo più informati sulle carte federali ma meno sorridenti di quando abbiamo lasciato Ravenna.

 

Vittorio Riccadonna

  







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