''Il Progetto di Pairetto'' di Nemesis
Data: 26/05/2006 12.53
Argomento: l'opinione


 

L'arbitro Pairetto ha sempre amato gli animali e in particolare gli erano simpatiche le zebre.

Chissà, forse era affascinato da quel contrasto fra le strisce bianche e nere, quasi una metafora manichea della separazione fra il bene e il male, perché lui ha sempre saputo da che parte stare.

 

 

 



Fin da piccolo, nei campetti di periferia, mentre i suoi amici imitavano Sivori o Charles lui preferiva vestirsi da Lo Bello e si presentava con il fischietto in bocca.

Divenuto veterinario, si sposò con la veterinaria Carla e insieme aprirono a Torino uno studio molto rinomato.

Pare che le parcelle fossero particolarmente esose ma, d'altra parte, se vuoi farti curare il gatto siamese dal miglior arbitro italiano, te lo devi pagare.

La signora Carla si accorse ben presto che lui la tradiva con Bergamo e Moggi, e i due si lasciarono.

Ora ha una nuova compagna che è molto più giovane di lui e che ha alle spalle una importante famiglia dal solido patrimonio... che non guasta mai.

Pairetto è un figlio d'arte e  suo padre è stato il presidente della sezione Aia di Nichelino, piccola ma perfettamente integrata: in una delle intercettazioni, Moggi viene a sapere che alla squadra giovanile della Juve è stato assegnato contro un rigore inesistente, e proprio da un arbitro di Nichelino: "ma come si è permesso... ora a questo ci penso io, non ti preoccupare".

Nichelino è una ridente località a un fischio (!) da Torino: è proprio lì che Gigi si è fatto le ossa ma non nel calcio, bensì negli intrallazzi.

Come Assessore all'Urbanistica si è infatti distinto in alcune modifiche al Piano Regolatore che agevolavano il progetto MondoJuve, il mostruoso parco bianconero che fra campi di calcio e Centri Commerciali rischia di far impallidire Trasta e tutti i Filistei.

Al contrario di quel che si pensa, il bilancio della Juventus non quadrava per le azzeccate operazioni di mercato, ma grazie a oculate speculazioni immobiliari.

Nel 2001 la Juventus compra dalla Società Campi di Vinovo un terreno alle porte di Torino per 17 milioni. Dopo 2 anni ne cede un terzo a un referente di Giraudo, la Costruzioni Generali Gilardi, e incassa 37 milioni sanando così il bilancio per il 2003.

Ma alla Gilardi non sono scemi: loro si aggiudicano anche gli appalti legati ai progetti immobiliari e fanno assegnare alla controllata Semana la manutenzione e la gestione degli impianti sportivi, compreso lo stadio.

Speriamo che a Genova non leggano questo articolo, perché qualcuno potrebbe trarne ispirazione e rilanciare oscure strategie.

A Nichelino era come se Pairetto fosse già designatore solo che, invece di pescare una pallina segnata,  firmava una carta intestata.

E' lì che nasce il sodalizio con Moggi che si sublima in una genialata di Lucianone.

Poiché Bergamo era stato scelto dalle grandi squadre del Nord, gli si doveva affiancare qualcuno che tutelasse le altre e, scegliendo Pairetto, Moggi ha fatto bingo.

Di Pairetto "arbitro" i Genoani non hanno un buon ricordo anche perché, proprio al Ferraris, volle dar prova della sua rettitudine morale.

Era lui quello del famoso Genoa-Inter del 1983, partitaccia vinta 3-2 dall'Inter per un inatteso goal di Bagni all'86°. Fra accuse e tensioni stilò il rapporto nel quale affermava di aver udito il Ds Vitali gridare: "Non sono stati ai patti", e da lì il via a una storia infinita.

Ma il tempo passa e 20 anni dopo trova un compromesso con la sua onestà.

Gioca a battaglia navale con Moggi per sistemare gli arbitri sulla griglia e, divenuto delegato Uefa, spiana alla Juve anche la strada in Europa laddove, per sua fortuna, hanno dimenticato il mezzo scandalo a luci rosse in cui era coinvolto.

Insomma, Pairetto designatore è il "piede di porco" di Moggi per scardinare il campionato.

Dal "piede di porco" alla "carne di porco" il passo è breve.

Vuoi vedere che allora non erano le zebre a piacergli, ma le strisce; e chi ne ha più della Samp?

Per motivi "extracalcistici" (forse gli stessi della stangata al Genoa) decide di favorire la Sampdoria che beneficia di aiuti arbitrali straordinari, tanto che al telefono dicono di lui... "l'hai portata lì, ma lasciala lì no... mica ti puoi bruciare per la Samp".

Eh già, perché nel frattempo si è dato agli affari e cura le relazioni esterne di un gruppo che ha contatti con la Grande Distribuzione, molto interessata nell'espansione verso Genova.

Da un lato le "partite" che sappiamo, dall'altro le "contropartite" che non conosciamo ma che possiamo facilmente intuire.

Commette anche un peccato di vanità tenendo una rubrica sulla Gazzetta dello Sport, dove pretende di mostrare la casualità di errori arbitrali che invece lui stesso aveva preteso e ottenuto; io credo che questo piccolo fatto sia rivelatore di una scorza inossidabile e sgradevole, tanto che perfino Moggi gli chiede di lasciar perdere.

La storia della Maserati invece è un colpo basso: non è per lui ma è per il suo principale, di così tanto riguardo che Moggi telefona perfino alla famiglia Agnelli, come se le macchine le avessero nel garage di casa.

Alle prime tenui intercettazioni si mostra risentito e garantisce: "la mia buona fede è fuori discussione".

Poi esce la verità più cruda e veniamo a sapere quello che sospettavamo ma che non volevamo rassegnarci a credere: le partite e i campionati erano decisi al telefono.

Sì Pairetto, la buona fede è proprio fuori discussione, non esiste, non se ne parla proprio.

 

Nemesis

 







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