''Se non ora, quando?'' di Achab
Data: 27/06/2006 12.59
Argomento: l'opinione


 

Eppure,  dal tono dei resoconti, dalle risate degli inquirenti, dalle difficoltà oggettive, dalla resistenza dei principi del foro chiamati in soccorso dei banditi, sento spirare il vento del perdono…

Specie stasera, che la nazionale ha stroncato la formidabile Australia, fermando fuoriclasse come Culina, Caghill e Davide Chipperfield, ed approdando trionfalmente ai quarti.

 

 



Sento tifosi strombazzare, là fuori; un abbozzo di carosello; urla liberatorie in questa Roma torrida  e -  come sempre - inopportuna. Credo sia una specie di esorcismo, contro il calore e contro l’attesa della punizione, del castigo, che temo non arriverà mai per i “furbi” di questo nostro paese tanto imbarbarito e tanto approssimativo.

 

Se ne parla – oh certo, se ne discute tanto – e ci si indigna, persino: ma Andreotti è lì, serafico e potente; come Geronzi, come Gelli, come Moggi…persino come Pieroni, ricordate?! No, si fa fatica a ricordare, e ci si riesce solo se si è tribolato tanto, come i Genoani.

 

Ma se oggi non si avrà coraggio di ripulire,  salvando le isole intoccabili (politiche, imprenditoriali, mafiose) perché “non si sa mai”, allora il Calcio finirà. In burletta, come troppo frequentemente accade alle vergogne nazionali.

 

Viviamo in un posto dove il 50% della popolazione si disinteressa della Costituzione e, tra coloro a cui sta a cuore, 4 su 10  vorrebbero abolire quella che gli consente (o gli impone?) l’ultimo barlume di dignità. Noi, per una serie di circostanze, abbiamo imparato a convivere con il compromesso ed il malaffare, che hanno finito per radicarsi nel costume, nella cultura; come il Messico ha un aquila, al centro del tricolore, io propongo nel nostro un piatto di pasta e fagioli, e nello stemma – sotto lo stellone – la dicitura “volemose bbene”. Che non è tolleranza (anzi!), ma complicità.

 

Non ci si intende neanche più sul lessico: io non mi vergogno di definirmi  giustizialista, che non è un vocabolo orrido da vendicatori, ma piuttosto esprime la volontà, tanto a lungo disattesa, di una applicazione ferrea delle leggi e delle sanzioni contro chi le disattende.

 

I signori di Calciopoli   verranno poco a poco dipinti come anziani burloni millantatori, giocatori di tressette un po’ scorretti, e le loro imprese si scioglieranno per noia e per vacanza come un gelato esposto sul davanzale.

 

Invece hanno truffato: non la “buona fede di tanti poveri tifosi sognatori”, ma fior di palanche! Milioni di Euro su uno spettacolo taroccato con protagonisti sleali, disonesti, ladri e bugiardi!

Hanno falsato bilanci, evaso tasse, drogato e ricattato giocatori, praticato la tratta degli schiavi (spesso minorenni), alterato risultati e inquinato l’informazione,  raggirando un popolo intero a fini di lucro!

 

Chi se ne fotte – infine – se la Giuve va in B (per quanto?) o fa la A a -9…questa gente deve andare in galera per 25 anni, dopo aver risarcito fino all’ultimo nichelino!

Ma guai, a dirlo! Siamo buoni, coredemamma… ci sarebbe da mettere fuori anche Ricucci (perché Tanzi e Cragnotti e Fiorani sì, allora?)…eppoi, eroicamente, abbiamo resistito in 10 contro la grande Australia e, alla fine, l’abbiamo spuntata; per cui, è meglio non prendersela.

 

Eppure questa sarebbe l’ennesima occasione per attivare anticorpi che pure ci sono, in un organismo che è, in fondo, normale; eppure bisognerebbe dimostrare – adesso – al mondo, ma soprattutto a noi stessi, che possiamo (sappiamo) vivere in un paese civile. Eppure…

 

“La filantropia è il nostro business più grande”: detto dai due più ricchi capitalisti globali fa un certo effetto; “gli italiani non hanno capito il senso vero delle riforme”: detto da Calderoli, fa un certo effetto; “Lo scudetto deve andare agli onesti”: detto da uno che fa parte di 61 C.d.A. senza sborsare un soldo, fa un certo effetto.

“Garrone sta facendo molto, per questa città”: detto da un genoano, fa molto effetto.

 

Ci sarebbe da ridere. Se non ora, quando?

Alè Genoa.

 

Achab

 







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