Non pochi si stanno lamentando che la stangata sui grandi del calcio finirà per danneggiare squadre, come il Genoa, che si stanno attrezzando per tentare, nel campionato a venire, il grande salto in A.

Sara più o meno vero, credo dipenderà dai punti di penalizzazione che resteranno dopo i ricorsi alla Corte Federale (e se la Juve continua a sbraitare, per me rischia la C) e sempre che, per effetto di qualche altro tsunami, non si ribalti ancora la situazione, come pare non sia stato del tutto escluso nella recente tavola rotonda del Convegno organizzato dalla Fondazione nella splendida Aula Magna dell'Università di Genova.

Restiamo ai fatti e intanto prendiamo nota che i club retrocessi perderanno fino al 50% dei loro ricavi.

Davvero una mazzata per i bilanci di Juve, Fiorentina e Lazio che valgono circa 350 milioni di euro di ricavi.

Va meglio per Lecce, Treviso (che schiena ripescato di nuovo!) e Messina che restano in A e potranno così salvaguardare i loro 70 miliardi di ricavi. Complessivi.

Il Milan, escluso dalla Champion, perderà tra i 10 ed i 20 milioni di ricavi, mentre sorride la Roma che vede la possibilità di un incremento dei ricavi di almeno 10 milioni.

E' proprio la Roma insieme all'Inter il principale beneficiario di questa sentenza sotto il profilo economico e sportivo, insieme a Palermo e Chievo (qualcun altro si morderà le dita….).

Nel complesso avremo una serie A un po' più povera, con ricavi complessivi dei 20 club di poco superiore al miliardo di euro, mentre la nostra serie B sarà un po' più ricca, non solo d'interesse ( e per gli abbonati rossoblù, dopo lo sconto, questo è un ulteriore indennizzo) per l'arrivo di squadre munite di contratti TV per diritti TV assai più ricchi della media di categoria.

Il meccanismo di solidarietà prevede che il 18% degli incassi dello stadio "virtuale" spetta alla squadra ospite.

In pratica la torta da ridistribuire si ridurrà nella serie A ed aumenterà nella serie cadetta.

Insomma non tutto il male viene per nuocere, banale, ma a volte è anche proprio vero.

Giancarlo Rabacchi