''Genoani'' di Nemesis
Data: 19/10/2006 08.22
Argomento: l'opinione


Ecco una successione di numeri assolutamente non casuale. 

8 - 5 - 9 - 12 - 6 - 12 - 12 - 18 - 19 - 1 - 2  

Sono freddi, anonimi, chissà mai cosa vorranno rappresentare.

Ebbene, sono i piazzamenti del Genoa nei campionati di B dal 1995 al 2006, dove naturalmente gli ultimi due vanno letti con beneficio d'inventario.

 



Vengono i brividi a considerare quante delusioni sono racchiuse in questa sintesi, centinaia di partite umilianti, viaggi avvilenti, attese sconfortanti; uscire dallo stadio con la depressione negli occhi, tenere a freno il pessimismo che vuole evolversi in disfattismo.

Oggi si tende ad accomunare i segmenti di quel periodo in un unico blocco, come fosse un'era geologica o una fase della storia dell'arte.

E invece ciascuno di loro è un mondo, è un anno della nostra vita, è il recipiente di quella mediocrità che ogni Genoano si è portato dietro come un'ombra, sempre più scura, sempre più cupa.

E' stato un miracolo non disperdersi e non cedere all'ineluttabile, ma è stato drammatico osservare impotenti il progressivo rotolamento in un piano inclinato senza fine.

Il Genoa non vince nulla da 70 anni ed è questa astinenza che ci ha reso indistruttibili, molto più dei trionfi che facilmente gratificano e attraggono.

Il giorno dello spareggio di Firenze si è aperta una voragine e, nonostante questo, migliaia di ragazzi hanno aderito alla passione che i più vecchi trasmettevano.

Moltissimi non hanno mai visto la serie A e molti vedranno per la prima volta, tra poco, un Genoa-Juve: la storia non ha regole precise ma a volte lascia intravvedere quando gli eventi ne determinano la svolta.

Io mi sento così, euforico per la vigilia che sto vivendo ed emozionato per la lentezza con cui, giorno dopo giorno, ci liberiamo dalle catene.

E' per questa consapevolezza che non riesco a tollerare l'autolesionismo che percepisco intorno, sia che abbia la forma di uno striscione destabilizzante o che si trasformi in autogoal pirotecnici.

C'è nell'aria un vago sapore di futuro, e il Genoa mi sembra il maratoneta stravolto che, sentendo il traguardo vicino, trasforma la stanchezza in vigore e si lascia trasportare dall'euforia.

Io non ho più molto tempo e il conto alla rovescia prosegue silente, ma la passione non si occupa di questi dettagli e trasforma ogni giorno in meno in un giorno in più.

Il Genoa è stato capace di abbattere le differenze sociali e politiche, unico argomento che accomuna a prescindere, e il ricordare insieme episodi o partite lontane è un po' come appartenere alla stessa famiglia.

C'è chi pensa al Genoa dal risveglio del mattino fino all'abbiocco della notte, io fra questi; nessuno può misurare la Genoanità di nessuno perchè il sentimento non ha parametri o coefficienti.

Ciascuno fa i conti con il proprio contesto, e l'intimo tormento che strazia il cuore di uno equivale al gesto roboante dell'altro, entrambi Genoani e per questo affini.

Se domani arriverà qualcuno, chiunque sia, a scipparmi il sogno, sappia comunque che non potrà derubarmi di un bene che è dentro di me.

Nemesis







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