Cosa vogliamo fare da grandi
Data: 12/12/2006 09.06
Argomento: dalla redazione


A questo punto della stagione non vedo pleonastico chiedersi cosa si vuol fare da grandi, vale a dire, meglio precisando, quali potrebbero essere gli obiettivi più immediati e/o quelli di medio termine.

 



Tra gli addetti ai lavori ed anche tra i tifosi rossoblu si evidenziano tue tesi notevolmente agli antipodi:

- con questo organico, anche grazie all’organizzazione di gioco data da Gasperini, “saremmo già in serie A”;
- nell’intervallo della partita di Treviso, con il Genoa sotto di un goal, guardando la classifica, per fortuna solo provvisoria, secondo altri stavamo finendo nella parte destra del tabellino e sarebbe il caso di cominciare a "guardarsi le spalle".

Sono tesi estreme, entrambe francamente poco condivisibili.

Cominciando invece già, sia pure provvisoriamente, a tirare un po’ le somme, anche se, in effetti, mancano ancora un po’ di partite prima della sosta, tutto sommato, ci si può considerare abbastanza soddisfatti.

Il Genoa si è dato un minimo d’assetto societario (nell’organigramma ci sono ora persone, parlo di Capozucca, Gaucci ed il Mister Gasperini, che danno affidamento) ed alle loro spalle abbiamo un Presidente, nessuno è perfetto, appassionato vero e che ogni anno, bene o male, riesce a mettere insieme complessi vincenti.

Credo che sia giusto sottolinearlo e dargliene pubblicamente atto.

La squadra di quest’anno sta facendo niente male e, soprattutto, in organico ci sono anche tanti giovani di buone, speriamo qualcuno eccellenti, prospettive.

Certuni, penso a Criscito, Coppola, Greco ed anche Botta, hanno già dimostrato una discreta maturità, chiaro che anche loro hanno ancora qualche difettuccio da limare, ma per questi siamo sulla strada giusta.

Altri, come Barasso, Aurelio,Tavares e Forestieri, hanno fatto intravedere doti non comuni, ma devono ancora crescere.

Tavares, ad esempio, in Coppa contro l’Empoli ha sprecato due occasioni “giganti”, ma ha confermato di avere talento.

Il buon Lino Mormorato, uno dei giornalisti genovesi più simpatici e competenti, genoano di lungo corso, a settembre parlava di questo giocatore in termini molto lusinghieri, ora non rinnega quei giudizi, ma invita alla pazienza: “bisogna che maturi”.

Ha ragione, non dobbiamo assillarli troppo questi ragazzi se no si rischia di bruciarli, oppure peggio di farli andare via e poi, magari, vederli esplodere altrove.

Tanto per fare un altro esempio credo che ben difficilmente la ciclistica riuscirà ad annoverare ancora nelle sue file un talento come Mancini, eppure agli inizi, ricordo bene, quante critiche, anche astiose e malevole, da parte di molti supporters blumischiati.

Visto il “bene” che ci volete, in allora scherzavo, …..”sostenete che il povero Mancio sarebbe la vostra rovina, datecelo che così rovina noi”!

Passatemi l’escursus sicuramente poco gradito, ma solo per ricordarci che i giovani bisogna saperli aspettare e farli maturare.

Chiaro che non tutti gli uomini, e quindi i giocatori, sono uguali, i campionissimi come Pelè, Rivera, Maratona hanno bruciato le tappe, ma gli altri -più spesso- sono come il vino buono che migliora con il tempo.

Forestieri, ad esempio, ho il dubbio che non sia gestito al meglio.

Si allena con la prima squadra e non con i suoi coetanei e pare che nelle partite della Primavera, a volte, sia “inguardabile” perché, evidentemente, le “snobba”.
 
Credo che per il ragazzo in questa fase non guasterebbe, invece, un buon bagno d’umiltà: intanto perché non si allena, invece che con la prima squadra, con i suoi coetanei?

Poi magari che cominci a dimostrare nella primavera di essere il più bravo, di saper soffrire, di impegnarsi a fondo per migliorarsi: sarò un po’ severo, ma non credete che solo così riuscirà davvero a far emergere le doti naturali che ha ricevuto da madre natura?

Chi ha giocato contro Maratona ne rivede, a sprazzi, alcune giocate, ma per diventare un campione vero il percorso è impervio e c’è anche il rischio di perdersi per strada ed anche qui i precedenti non mancano, tanto per fare un nome significativo Mainetto.

Fa da contraltare, tanto per dirne una, l’atteggiamento del -tra l’altro- già molto più maturo, calcisticamente parlando, Criscito che, più umilmente, e nonostante le non poche sirene tentatrici, afferma di voler restare ancora nel Genoa rinviando al futuro i sogni di gloria e l’appuntamento con i massimi palcoscenici del calcio, probabilmente rendendosi conto, e non sottovalutando, che con la troppa fretta potrebbe rischiare di rovinare tutto.  

Ci si chiedeva, riprendendo il discorso iniziale, cosa si vuole fare da grandi e cioè gli obiettivi che il Genoa si vorrà dare a breve e/o medio termine.

Se si vuole la A subito, chiaro non si potranno “aspettare” più di tanto i giovani e si dovranno inserire in rosa elementi collaudati e di quelli con il marchio di fabbrica “pronti subito”.

I tempi sono molto cambiati, ma penso sia ancora valida l’approssimazione pratica e di buon senso del vecchio maestro Bernardini il quale per avere una squadra vincente sosteneva essere indispensabili un portiere, un difensore ed una punta eccellenti.

Se nel prossimo mercato di riparazione riusciremo a portare a casa almeno i tre giocatori di cui sopra, credo che potremo avere legittime aspettative di potercela giocare sino in fondo, pur in un torneo di B tanto difficile come questo dove, Juve a parte, le squadre ben attrezzate ed ambiziose sono più d’una.

Inutile nasconderci le ben note insidie del “mercato di riparazione” dove i giocatori bravi disponibili sono sempre pochi e, comunque, chi li ha, e sa che “hai bisogno”, ne approfitta per “prenderti per il collo” (pare stia succedendo per Bogdani che radio “gavetta” darebbe oramai per “sfumato” proprio per le eccessive richieste sia del giocatore sia del Siena).

Quindi o li paghi salati (leggi Tedesco) o, se cerchi soluzioni alternative, magari all’estero, raramente ti va bene (leggi Milito) e più spesso sono delusioni (leggi Lopez & Co.)

Diversamente, e per quello che mi riguarda non avrei nulla da eccepire, si potrebbe anche prendere atto della situazione chiaramente non molto propizia, visto appunto anche l’assetto di questo campionato, e decidere di far maturare in pace i nostri giovani, a cominciare dal portiere, rinviando i sogni di gloria al prossimo futuro, possibilmente il più prossimo possibile.

Sarebbe una scelta “coraggiosa, per alcuni improponibile (meglio illudere la gente?) che m’intrigherebbe non poco, anche se, come detto, molto impopolare.

Lavorare seriamente per il futuro, crescere i giocatori, costruire il mosaico della squadra pezzo per pezzo, darsi una continuità di lavoro e quant’altro serve per restare stabilmente in alto quando si riuscirà ad arrivarci.

No, come diceva l’amico Cosimo “Gino” Truppi passato, purtroppo, al terzo anello, fare e disfare ogni anno, possibilmente provare a tenere il più possibile i giovani migliori, tanto per cominciare Criscito ed avanti di questo passo.

Insomma tanti sono gli scenari possibili, vedremo quali saranno quelli che la società vorrà scegliere.

Banale ma assolutamente fuori di dubbio che, salvo imprevisti e/o miracoli, le decisioni di questo mese saranno determinanti per il percorso che andremo compiere almeno da qui a fine stagione.

Alè!  

Giancarlo Rabacchi







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