''GENOA – MANTOVA, racconto di una serata'' di mircoraba
Data: 20/01/2007 17.14
Argomento: l'opinione


Voglio iniziare il mio racconto di Genoa - Mantova dal momento peggiore: paradossalmente sull’1-0 l’arbitro Tagliavento fischia un rigore a favore del Grifone, è il momento di chiudere la partita e il miglior giocatore rossoblu, il verdeoro Adailton, si incarica della battuta.

Alcuni colleghi in tribuna stampa rumoreggiano, “vedrai che lo tira… turna de là.”

 



Passano pochi attimi di silenzio, probabile che le mani di molti fossero scivolate sotto la cinta per gli scongiuri, parte il numero 10 e Brivio vola come ai bei tempi del Vicenza di Guidolin parando alla sua sinistra.

Una sola parola riassume l’umore degli spalti e la conosciamo tutti bene: Belin.
 
Ecco che il Grifone, impavido, organizzato e rapido nella manovra fino a quel momento pare accusare il colpo, qualcosa si inceppa nei meccanismi, arrivano i primi errori di impostazione, alcuni dribbling di troppo che potrebbero costare carissimo.

La partita, grazie a un Mantova rilassato e appagato dalla sbornia- bianconera dell’ultimo turno di campionato non offre grandi cose fino a quando il pesantissimo Godeas avrebbe sul destro la palla del vantaggio ma la spreca con un liscio buono solo per le tre voci della Gialappa’s; dopo l’errore tornerà al suo vasto repertorio di lotte, cadute accentuate e squallori calcistici di vario tipo con i difensori rossoblu (assoluti protagonisti in positivo di giornata).

Quel goal poteva riaprire la gara, e il Genoa poteva “prenderle di santa ragione” nonostante un avvio deciso e un avversario, come detto, al di sotto dei suoi livelli.

La ripresa invece è stata solo festa, il goal del raddoppio di un De Rosa - bomber ha acceso gli entusiasmi, peccato che la favola non sia stata impreziosita dal piedone di Bega che a metà tempo sfiorava il palo alla destra del portiere con un pallonetto da distanza siderale che gli avrebbe consentito di guadagnarsi l’appellativo di “Bega de Oro” e una chiamata straordinaria nella selecciòn argentina.

Scherzi a parte nel finale il Grifone ha saputo anche amministrare il vantaggio con un ottimo possesso di palla fino al goal estemporaneo di Spinale in grado di riaccendere le speranze ospiti solo per pochi secondi e deprimere il nuovo arrivato Masiello, che negli spogliatoi si diceva soddisfatto dell’atmosfera di Marassi ma deluso dall’esordio con goal-lampo subito da un Genoa pasticcione solo in quel frangente.

Ci saranno solo complimenti invece per l’uomo partita Gaetano De Rosa, quel ragazzo dalle maniere ruvide nella propria metà campo che in avanti si trasforma, dimostrando un fiuto per il goal eccezionale; si pensi al goal del raddoppio, una girata volante degna dei migliori attaccanti.

L’italo-tedesco (Gaetano è nato a Dusseldorfnel maggio ’73) ha un pensiero per l’ex compagno di squadra Biasi (ritornato al Verona) e per tutti coloro che dicevano di lui che era un po’ troppo in là con gli anni.

Con l’entusiasmo e la rivalsa verso i critici questo giocatore incarna lo spirito del Genoa che sarà.

Un Grifone più forte e attrezzato in grado di zittire tutti a suon di goal e spettacolo.

Anche il Mister ne è convinto: “Con i nuovi avremmo ancora più alternative, saremmo più agguerriti e troveremo la giusta continuità di risultati.”

C’è da sperare.

mircoraba

 







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