''Genoa in Mi Be... MOLLE'' di Nemesis
Data: 25/02/2007 11.53
Argomento: l'opinione


 

Il Genoa di oggi sembra sfornato dalle vetrerie di Murano tanto è fragile e trasparente, e il cristallo del suo equilibrio s'incrina al primo scossone.

La tattica degli avversari non ha bisogno di molte finezze: basta buttare la palla in area genoana e vedere l'effetto che fa: qualcosa succede sempre.

L'errore di giornata è sempre fatale perchè la sorte non concede clemenza ai recidivi, e la casistica degli svarioni è costretta a inventare neologismi per definirsi.

 

 



Ricordo che Cosmi, nelle ultime 5 partite, si arrese all'evidenza dichiarando che gli errori difensivi non erano più sanabili e tanto valeva puntare a segnare un goal in più di quanti ne avremmo presi.

Prima di lui De Canio tentò di vaccinare la squadra contro le palle inattive, salvandosi all'ultima giornata.

In settimana Gasperini, fra i sorrisi e le battute del suo cliché, ha detto cose che quasi tutti hanno rimosso perché ipotecavano il futuro... però le ha dette.

Ha dichiarato che il Genoa punta alle vittorie in casa perchè in trasferta... si fa quel che si può, tentando qualche colpaccio laddove riusciremo, ma il tono era quello di Prodi quando afferma di avere la maggioranza in Senato: ben altro profilo rispetto al muso duro di quando si imponeva il gioco a tutti.

Questo vuol dire che ha compreso i limiti attuali di una squadra che non sa decollare, che non riesce a travolgere, che non sa più infilzare le sue frecce nel bersaglio.

Una volta manca la concentrazione, l'altra la fortuna, oppure s'inceppano gli schemi, o c'è l'arbitro contro, o giochiamo in 10, ma oggi è mancata anche un po' di voglia.

Non tragga in inganno il pallino del gioco tenuto nel secondo tempo: è normale così quando una squadra vince per 2-0 e lascia il campo agli altri; l'unica differenza in quei casi è che noi ci facciamo rimontare mentre gli altri fanno il terzo goal.

Il Genoa di prima giocava in Sol Maggiore; ultimamente in Do Minore; oggi purtroppo lo spartito è stato in Mi Bemolle... molto molle, quasi languido.

Pazienza, vinceremo i playoff.

Gioco lento, sfinente, orizzontale, stimolatore di latte alle ginocchia.

Ogni verticalizzazione torna indietro come sbattesse in un muro; cross non se ne possono fare perchè manca l'ariete, affondi neppure perchè manca il toro, rapine neanche perchè non abbiamo lo scorpione: dobbiamo arrangiarci con un sagittario o un capricorno in giornata no perché la Luna è entrata nel Leone, ma Leon è uscito.

Il furore del Genoa è rimasto sullo scintillante pullman dell'avvenire posteggiato fuori del Garilli deserto: forse il magazziniere si è dimenticato di scaricarlo.

A proposito, gli spalti vuoti sembravano una valle alpina dove il bisbiglio diventa un urlo, e l'eco di chi invocava Fabiano si traduceva in sconvenienti desinenze... ano... ano... ano...

Il Genoa non ha saputo capitalizzare neppure il vantaggio del silenzio piacentino, anomalo ma preferibile a una curva che con il suo urlo può condizionare un arbitro insicuro.

Patetico il cronista Rai che, alle 14,15, annotava: "lo stadio è ancora vuoto".

Rubinho ha dormicchiato e solo le vibrazioni della traversa di Cacia l'hanno un po' scosso.

Dalla panchina Scarpi ripensava a quel goal che da lontano gli fece Di Vicino, praticamente la svolta della sua vita.

Galeoto è evaso scavando un sentiero sulla fascia: molto bravo, ma in difesa lasciava un post-it con su scritto "torno subito".

Juric lavora a cottimo ma non incide, e anche Coppola ha sgobbato pur senza entusiasmare.

Milanetto, oggi criticato, a me è piaciuto anche se si è livellato alla scarsa brillantezza complessiva.

Su Rossi sono prevenuto e taccio: un bello spunto con appoggio a rientrare e poi recita a soggetto "lo smemorato di Collegno".

Criscito ha tali meriti acquisiti che sarebbe ingiusto classificarlo oggi, però ha rasentato il disastro.

De Rosa in attacco ha divorato un goal fatto e in difesa, in omaggio allo svizzero Nef, ha giocato ai 4 cantoni contribuendo alla paralisi di gruppo che ha contagiato il reparto.

Se il danno di prima erano le palle inattive, ora il problema è la difesa inattiva sulle palle in movimento, e tutto questo fa girare le palle.

La fotografia del terzo goal è un'istantanea da immortalare: un fantasmagorico flipper dove la pallina va sempre agli altri, fra luci che si accendono e campanelli che trillano, mentre lo score aumenta impietosamente: game over.

Lo sfinente Di Vaio fa la sponda, ma restituisce sempre il pallone a chi gliel'ha passato, e come al Monopoli si deve tornare alla partenza senza passare dal via.

Se non è un fromboliere, perchè gioca prima punta?

Dice... anche la Roma gioca all'attacco senza attaccanti... sì, ma loro hanno Totti e Perrotta, noi Adailton a part-time.

Il brasiliano ha un sinistro magico, ma oggi si è visto bene che qualcosa gli impedisce di calciare come sa.

Corner, punizioni, cross, lanci lunghi, tutto era flaccido e spompato. Poi, sfinito, ha scelto di fare il Palo dell'Ortica azzardando passaggi di due metri.

Infine Leon: è l'unico imprevedibile, insieme a Gasperini che l'ha sostituito.

Con il suo passo da giaguaro usciva dalla jungla con sprazzi di vivacità, ma la fitta vegetazione del centrocampo lo inghiottiva di nuovo.

Se penso a Barasso mi accorgo della relatività del tempo: sembrano passati anni da quando è partito, ma è niente rispetto ai secoli trascorsi da quando il gioco a terra del Genoa brillava di luce propria.

E mentre il rosario degli "approcci errati alla partita" si snocciola fra i misteri dolorosi del sabato, l'allenatore dice che gli esperimenti sono finiti: bene, adesso ricominciamo a giocare.

E come direbbe "Quelo" a Gasperini... "la seconda che hai detto; la risposta è dentro di te... epperò è sbajata".

Nemesis

 








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