''Grifo o Croce?'' di Nemesis
Data: 08/07/2007 23.32
Argomento: l'opinione


 

Quando sabato, davanti a Principe, ho visto un tizio appollaiato in cima a una gru in evidente atteggiamento di protesta, ho subito pensato che fosse un Genoano deluso dal mercato rossoblù.

Anche la scelta del luogo ("Principe") sembrava un messaggio alla dirigenza.

Ho cercato di immaginare la sua trattativa con i Pompieri e la Polizia: "o mi portate Maresca o mi butto giù"... "ti può bastare Legrottaglie?"... e per tutta risposta il tizio è salito 10 metri più in alto.

 

 

 



E che sarà mai questa serie A! Una specie di serie C, e cioè un campionato infernale, ma con il grande vantaggio che non si devono vincere tutte le partite e che saremo tutelati da Matarrese invece che da Macalli (buona fortuna).

Invece del Pizzighettone troveremo l'Inter e al posto dello Spezia ci sarà il Doria, ma in compenso noi sostituiremo Bacis e De Angelis con Mesto e Modesto (li ho scelti per la rima) e, se non verranno loro, per usare la frase più in voga... "ne arriveranno due migliori".

Invece che a S.Marino andremo a S.Siro, ma passando per S.Tommaso, perché finché non comincerà il secondo tempo della nostra prima partita (per non dover restituire i biglietti) io preferisco camminare rasentando i muri.

Osservo con attenzione le vicende di un mercato impossibile e impestato di trucchi e di tagliole.

I prezzi dei cartellini sembrano abbordabili ma dietro ciascuno si nasconde l'insidia dello stipendio: cifre pazzesche, immorali, vergognose; se però vuoi il campione ti devi adeguare, a meno che non peschi tra le giovani promesse, o tra i vecchi marpioni, o tra gli infortunati in convalescenza.

In ogni caso si rischia e, si spera, con il massimo della serenità possibile.

Io mi sono iscritto al partito dei fiduciosi e dei tranquilli, rifiuto le paturnie e dormicchio sereno, ma con un occhio solo... vedi il precedente discorso su S.Tommaso.

Oggi prendiamo uno schiaffo da Campagnaro? Benissimo, domani lo restituiamo a Bottinelli e alla fine "ne arriveranno due migliori", per l'appunto.

A proposito dell'Argentino: il mistero s'infittisce e le versioni non collimano.

Lo segui per 6 mesi, viene in Italia il Presidente del S.Lorenzo che, con l'occasione, si vende pure Lavezzi (e meno male che la mamma di Savino, annusando l'aria, è rimasta a casa se no avrebbe svenduto pure lei), patteggi il prezzo, vai in banca per organizzare i pagamenti e, quando manca la firma, ci si accorge che Gasperini non lo gradisce.

Ma va là, qui c'è sotto qualcosa di succulento, il preludio a un colpo gobbo (nel senso della Juve).

A questo punto però, pur non condividendo le diffuse preoccupazioni sugli acquisti, vado controcorrente e avverto il pericolo opposto: chi esprime perplessità o critiche ha tutto il diritto di farlo senza subire processi da Inquisizione, perché i Genoani hanno tante forme e nessuno lo è più di un altro.

Già, i Genoani, e chi li nomina rischia di essere un po' generico.

Certo, il denominatore comune è la passione per il Genoa, ma in quanti modi si può realizzare?

Negli ultimi anni, con l'avvento di Internet, un gruppo di persone contraddistinto da Nick ha preso il sopravvento e si è convinto di rappresentare l'anima pulsante della tifoseria.

Sto parlando di noi, uomini e donne del pianeta terra, che ci scrutiamo in un monitor e ci parliamo pigiando una tastiera.

Il pensiero corre veloce tra i fili e i modem, e il tasto "invio" è la moderna trasposizione del ciceroniano "dixit".

Quanti saranno questi Genoani, con la mano a forma di mouse e l'orizzonte a mezzo metro?

500? Forse 1000?

Fra muri e muretti e siti a tema, arriveremo a 2000?

Mettiamoci dentro chi non scrive e preferisce telefonare alle "comprensive" Tv locali: mi voglio rovinare, in totale 2500.

E tutti gli altri, silenti, cosa pensano?

Leggono i giornali, a sentir loro soltanto a scrocco, ma anche lì vi troveranno opinioni mutuate dai siti internet, ormai fonte inesauribile per giornalisti pigri.

Ed ecco che allora i writers del Web genoano si sentono investiti a rappresentare il codice genetico rossoblù, e inconsapevolmente rivendicano il potere.

Mi domando: questo zoccolo duro, ha qualche contatto con la realtà esterna, un confronto con le opinioni correnti?

Che so, un contraddittorio a livello di bar, di chiacchiere da quartiere, di giudizi esternati alla mensa aziendale, di pareri origliati sull'autobus, di voci raccolte fra le mille "similramette" della città?

O invece, ormai, lo scambio è fra simili e si riduce a un narcisistico gioco delle parti?

Dico questo perché le vicende del mercato calcistico stanno enfatizzando un singolare fenomeno.

Non c'è più lo spazio per una perplessità o una personale valutazione critica senza che la "Linea Maginot" scateni un'apodittica offensiva e ingoi l'eretico.

Sembra quasi che il mestiere di tanti writers si realizzi nel contrasto con lo sfigato di turno e, a fronte di uno che mugugna sulle qualità di Borriello, compaiono 100 scherani che lo tacitano e lo distruggono.

Ma non sul tema in oggetto, il che sarebbe lecito, ma con motivazioni metafisiche sulla tutela della genoanità che non va incrinata.

Alcuni di questi non sanno più riconoscere una preoccupazione da una provocazione e, per non sbagliare, riciclano lo stesso post scritto mille volte cambiando soltanto il nome del destinatario.

Un po' come il programma di una lavatrice: a seconda dello "sporco", ti becchi dal prelavaggio fino alla centrifuga, con qualche botta di doriano, accuse di disfattismo, richiami a Carfora e Pelliccia, inviti a curare l'ansia, consigli a rivisitare Dalla Costa.

E magari uno voleva soltanto dire la sua su un centravanti.

Tutto questo è il frutto di un danno esistenziale ormai radicato, perché lo scempio sul Genoa è stato praticato per anni, e oggi il sistema immunitario attiva l'allarme e aggredisce anche chi soltanto assomiglia a un virus innocuo.

E' di ieri la sindrome di Donadoni, quella speciale situazione in cui tutti difendevano l'allenatore mentre Preziosi lo silurava alla terza sconfitta consecutiva.

Diversa ma simile è invece la sindrome del già citato Campagnaro, quello che al mattino era un buon giocatore genoano e che alla sera è diventato un brocco doriano.

Anche la raccolta di firme per De Canio fu uno scivolone niente male, ma si continua a demonizzare chi non si allinea.

Bene, prendiamo atto che la tutela pubblica del Grifone ha scelto di sacrificare il dibattito, e affidiamo ai dialoghi privati il franco scambio di critiche e opinioni.

Durante il campionato è proibito criticare la squadra, il Presidente non si tocca perché ci ha salvati dal fallimento, Pastorello sa il fatto suo, Gasperini ci ha portato in A, ma quando si potrà sussurrare che Lavezzi o Bojinov erano meglio di Borriello?

Che poi magari non è neanche vero ma, porco giuda, è un'idea come un'altra.

 

Nemesis

 

 

 







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