Un'autentica partita di Coppa
Data: 19/08/2007 09.18
Argomento: il Grifone in campo


 

Ascoli                         3

(33' I t. Soncin; 42' II t. Melucci; 7' II t.supplementare Centi)

 

Genoa                         2

(9' II t. Di Vaio; 44' Papa Waigo)

 

 

Questa volta ci siamo affidati un po' tutti alla radiofonia, come ai tempi del nonno, per seguire da lontano questa gara deserta anche dalle attenzioni televisive, legate alle regole del dio denaro.

 

E la vecchia radio ha lasciato sgocciolare, nelle orecchie di noi genoani che siamo rimasti a Genova, un rivolo agrodolce che alla fine ha lasciato gusto di amaro.

 

 



Ma che intensa vicenda sportiva tuttavia sa dare una partita secca, ad eliminazione diretta!

 

Questo dovrebbe essere sempre il segno delle gare di Coppa.

 

E' la formula inaugurata nel 1871 in Inghilterra con la cosiddetta Coppa d'Inghilterra, con la partecipazione aperta a ogni squadra, anche dilettantistica quando poi nacque il professionismo.

 

Il campionato venne soltanto 17 anni dopo e ancora adesso, si dice, viene laggiù considerato meno importante.

 

L'eliminazione su partita unica, specie nella prima fase della stagione sportiva, rappresenta un pericolo per le società più ricche, gelose della spartizione dei lucri finali. Ecco dunque che la Lega italiana mai come quest'anno, laddove è riapparso quel tipo di partita che offre un gusto tutto speciale e in passato ci ha saputo offrire emozioni memorabili (ricordo un Genoa-Torino andato ai rigori), ha cucinato una formula che alle società al potere garantisce le fasi decisive, sollevandole da buona parte della competizione.

 

Da vecchio lodatore del passato, sono spiaciuto da questa deturpazione dello spirito  sportivo.

 

Ma il Genoa quest'anno la questione più non tocca.

 

Due partite abbiamo fatto e la nostra corsa si ferma qui. Rientriamo in una tradizione che dal dopoguerra ci vede frenati in quella che si chiamava Coppa Italia (se ne sono venduti anche il nome).

 

Ma come è andata? Forse la difesa incompleta e giocatori non in forma spiegano la sensazione di scarsa efficienza che ha dato la squadra.

 

Potrei passarvi solo qualche intuizione, credo collimante colle vostre. Rimandiamo dunque a quando potremo orientarci de visu  circa le difficoltà che ci attendono e le speranze che ci sostengono.

 

Difficoltà che sono all'angolo, belle pronte ad aspettarci.

 

Ma, evviva, è questo che volevamo  E' infine la Serie A.

 

 

Vittorio Riccadonna

 

  







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