''Le parole e il silenzio'' di voce sommessa
Data: 22/08/2007 12.36
Argomento: l'opinione


 

Il 29 gennaio 1995 era una domenica di sole, e mentre entravamo al Ferraris quel sole poteva anche annunciare che l'inverno stava per finire.
Invece lì cominciava un inverno lungo dodici anni al quale eravamo impreparati.


 



Genoa e Milan stavano schierati a centrocampo, e stava per rinnovarsi una sfida che allora i più ricordavano con le maglie vere, il Genoa in bianco con la fascia rossoblù per dovere di ospitalità contro i diavoli rossoneri forti degli Schiaffino e dei Rivera, e noi ragazzi tesi nella speranza che quel giorno le geometrie sul prato verde avrebbero ristabilito antiche gerarchie di cui avevamo solo sentito raccontare.

In bilico fra realtà e memoria non sapevamo ancora che un altro ragazzo stava morendo al pronto soccorso, e solo molto dopo avremmo avuto chiaro che il cinismo di un vertice chiuso nella cura di interessi privati aveva lasciato Claudio Spagnolo in balia di una violenza più incoraggiata che contrastata, della quale furono di fatto difensori contro gli spalti in rivolta i dirigenti del Milan e il suo celebrato allenatore di allora.

Oggi il ricordo di quella domenica riporta alla sorpresa, all'incredulità, al rifiuto di una follia dalla quale ci sentivamo sopraffatti.
I dodici anni che sono passati hanno mantenuto la sinistra promessa di quella domenica a torto piena di sole: le regole, la legalità si sono sempre più allontanate dal calcio e la violenza, il denaro facile, l'intreccio fra media e politica hanno permesso l'ascesa di personaggi altrimenti impresentabili e il consolidarsi di rapporti di malaffare.

Tra le vittime la giustizia, come ben sappiamo noi che non dimentichiamo né gli esecutori né i mandanti, noi travolti da processi e da sentenze esemplari per la più veniale delle colpe e subito dopo beffati da una clemenza che premiava proprio coloro che hanno fatto del calcio una discarica inquinata.

Ma finalmente ecco Genoa-Milan, gara carica di simboli e di ricordi.
Ecco l'occasione per dare un senso alla morte inaccettabile di Claudio e per proporre alla riflessione di chi ama il calcio i valori delle origini.

La famiglia Spagnolo questa occasione non la perde, e le parole che accompagnano il ricordo del suo ragazzo sono quelle giuste.
Ad esse ha finora risposto il silenzio dei soli che in questa vicenda hanno titolo per dare un significato allo sventolare delle loro bandiere nel giorno della resurrezione: i tifosi.

Anzi: avrebbe risposto il silenzio.
Avrebbe risposto il silenzio se oggi non leggessimo quello che ha creduto di dover dire un controverso e discusso leader del mondo ultras che, anche lui nel modo giusto, è riuscito a interpretare valori che forse non gli appartengono completamente ma ai quali ha comunque dato in modo degno una voce.

voce sommessa


 







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