Mi recherò al Ferraris festosamente e serenamente: l'impresa è già compiuta! Non abbiamo più da palpitare per ogni vicenda di gioco, disperati se il risultato non si mette bene. Come opportunamente scrive un altro redattore, andiamocene ad una festa.

Nei due campionati scorsi, in serie inferiori, ad ogni partita in casa era richiesto il massimo dei risultati, ne andava dell'esito finale. Scompare ora questa esigenza di passione.

Il nostro indimenticato Scoglio a volte fissava un obiettivo a gruppi di 4 partite.

Noi possiamo considerarne, qui, due, vale a dire che un risultato favorevole contro il Milan potrà subito essere controbilanciato da uno negativo sul difficile campo di Catania e viceversa una sconfitta domani potrà essere prontamente riscattata domenica prossima. Molte altre poi seguiranno.

Mi recherò dunque al Ferraris festosamente e serenamente, per questo avvento, memorabile per i nostri giovanissimi, di una finalmente assai debita Serie A. Sarà un avvenimento importante in sé medesimo e avrà certamente la cornice che merita.

Peccato per la scrematura del pubblico.

Tra le molte parole che a questo proposito sono state dette e scritte, ho notato, riportata dal Secolo XIX, una significativa frase del capo di gabinetto della Questura sig. Sebastiano Salvo:

< L'eventuale presenza di tifosi rossoneri sparsi nei settori Distinti e Sud non ci preoccupa, ... il "nemico" è il milanista ultra organizzato. >

Sono lieto che, forse per la prima volta, un funzionario intelligente esprima un principio all'estremo opposto della prassi tipo "decreti", riconoscendo, cioè, che le barriere stesse costituiscono anche un problema (*).

Vittorio Riccadonna

(*) Vedi nel nostro archivio "La barriera dell'incomunicabilità - Uomini e cani" del dicembre 2005.