Dal calcio più elevato al calcio terreno
Data: 02/09/2007 22.15
Argomento: il Grifone in campo


 

Catania C.                                        0

 

Genoa C.F.C.                                    0

 

 

Con ancora negli occhi l'armonia elegante del Milan, disegnata sul prato ora bello del Ferraris, quale ritorno, oggi a Catania, al mondo del calcio normale, quotidiano, al mondo corruttibile che si agita sotto questo nostro cielo!

 

Un terreno di gioco che rendeva il pallone ballonzolante e indocile. Due squadre visibilmente non ancora al loro assetto completo. Conati offensivi dove la potenza non si traduceva in atto.

 

 



I commentatori del nostro sito hanno tutti mancato questa trasferta, così mi baso soltanto sulle immagini televisive, che, come penso, non rendono completa e vera la realtà. Quindi, un commento imperfetto di una partita imperfetta. Accontentatevi! Se avessi potuto andare anch'io a Catania non potrei essere qui adesso a scriverne, dovreste aspettare domani e temo che riuscirei ad interessarvi ancora meno.

 

Dal Catania ho avuto l'impressione di una squadra non ancora carburata, con un attacco non ancora giunto ad una buona intesa e fusione. Quindi oggi una squadra non molto valente però con attaccanti talentuosi, come ad esempio quell'uruguaiano Ramirez entrato durante la ripresa. In futuro sarà un campo difficile per tutti.

 

L'affollamento degli spettatori mi ha ricordato il caro vecchio Ferraris dei miei bei tempi, quando i genoani potevano ritrovarsi la domenica insieme in molti di più che non adesso.

 

Onore ai trecento genoani che non hanno avuto paura di affrontare il lungo viaggio.

 

Del Genoa, come già domenica scorsa, il reparto migliore è stata la difesa. E' merito dei difensori se ce ne ritorniamo col primo punto di questa serie A. Lode a tutti, in particolare al rientrante De Rosa.

 

Gasperini in fin dei conti ha deciso di scindere il tandem di destra dei due negretti, che aveva fatto qualcosa contro il Milan, pur sciupando tutte le conclusioni. Infatti ha arretrato Konko a difensore, contro l'attacco aperto del Catania, con Juric davanti, e ha confinato Papa Waigo al centro dell'attacco. Direi che questa è stata una decisione infelice, se non pensassi che le alternative erano probabilmente altrettanto infelici. Ha richiamato Sculli e Di Vaio ad uno spiccato lavoro di copertura e in pratica l'attacco del Genoa è quasi evaporato nel nulla. Il significato della rinuncia a Leon, rimpianto da alcuni miei consoci di club, sta nel privilegio dato da Gasparini al gioco di difesa. Probabilmente il nostro allenatore era pessimista circa le possibilità del nostro attacco, privo oggi di quel perno centrale a cui non vuole rinunciare. In base a questo pensiero difensivo ha anche rimandato l'esordio di Figueroa, privilegiando sostituti capaci di contenere gli avversari.

 

A metà campo ho notato una prevalenza del Catania, più aggressivo. Quindi era giusto premunirsi. Con l'umore balzano di certi nostri tifosi, una sconfitta avrebbe mandato loro il morale sotto i tacchi.

 

Tuttavia il Genoa ha toccato due volte il palo esterno della porta avversaria, anche se non propriamente con palloni irresistibili per il portiere, e sopratutto a un 7' dalla fine ha fruito di un'autorete per un mirabile centro in corsa di Rossi (impara, Papa Waigo!) su cui un difensore ha sciaguratamente anticipato il nostro Danilo sottoporta, ma la segnatura è stata annullata dall'arbitro Rizzoli per un contatto tra di loro e la decisione è accettabile, tanto più se si dà un'occhiata all'attuale regolamento di giuoco.  

 

Così come sembra accettabile ed equo il risultato di pareggio, che ha il pregio di toglierci dall'ultimo posto di classifica.

 

Abbiamo dunque superato senza danni questo momento di incompletezza e tra 14 giorni porremo il massimo interesse al nuovo assetto dell'attacco del Genoa.

 

 

Vittorio Riccadonna 

 

 

 

 

 

 







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