Il Genoa si conferma
Data: 07/10/2007 22.37
Argomento: il Grifone in campo


 

Genoa C.& F.C.                            2

(14' II t. Borriello; 28' Di Vaio)

 

Cagliari Calcio                             0

 

 

Aria di festa.

 

Cielo terso, sole caldo, non c'è più il venticello fresco del mattino. Genova ci regala ancora una delle sue giornate luminose da fine estate.

 

Ma è tra i genoani che si avviano verso il Ferraris e si assiepano sugli spalti che si respira un'atmosfera diversa. Sono dissolte quelle tensioni che nel passato tante volte precedevano la partita.

 

Quanti anni sono trascorsi dal gol di Lopez contro la Salernitana? Cosa mi dite mai, neppure due? Suvvia, non vorrete scherzare. Eppure, no, a pensarci bene, sembra ieri che giravamo per quei campetti civettuoli... 

 

Oggi è davvero un altro giorno. Ce ne stiamo sereni ad aspettare questa partita che giochiamo contro un impegnativo avversario di serie A, tranquilli perché il risultato non sarà vitale ma con la fiducia sul progresso della nostra squadra.

 



E il Genoa ci ha dato conferma. La partita si può riassumere in due parole: risultato chiarissimo.

 

Il Cagliari era ben disposto in campo. Ha dovuto difendersi per quasi mezz'ora, poi ha preso addirittura a prevalere alquanto nel gioco di metà campo e verso la fine del primo tempo ha portato qualche pericolo. Il gioco dei rossoblù genovesi era di buon assieme, corale, insistente, ma con pochi sbocchi: richiedeva molto sforzo per ottenere occasioni un po' raffazzonate. I sardi correndo meno e facendo meno si rendevano presenti in attacco.

 

Era evidente che il Genoa si era schierato con molto occhio al temibile attacco degli isolani. Unica punta fissa era l'ottimo Borriello, capace di fare reparto da solo, e in attacco mancava qualcosa.

 

Questo qualcosa Gasparini lo giocava dopo una decina di minuti della ripresa e il suo nome era Di Vaio. Eccolo dunque, forse per la prima volta, schierato in quello che si potrebbe considerare il suo ruolo naturale, vale a dire come seconda punta. L'equilibrio tattico in campo si rompeva istantaneamente, non tanto per il valore apportato dal giocatore in sé, quanto per il migliore sfruttamento degli spazi nel giuoco d'attacco.

 

Quarto d'ora del secondo tempo: dove tante volte si risolvono le partite! E Borriello colpisce, ancora una volta mirabilmente, e il Grifone vola.

 

Ma nel corso dell'intera partita, in tutti i reparti e in tutti i giocatori, per compattezza, per fusione, per intesa, per rapidità, per impeto, il Genoa ha fatto blocco compatto e ha fatto sentire il peso dei suoi artigli sugli avversari.

 

L'operato dell'arbitro mi è sembrato apprezzabile in quasi ogni occasione – non proprio in tutte -, ma principalmente mi è piaciuto il suo atteggiamento e la sua interpretazione del ruolo, per così dire. Già al suo apparire in campo, Girardi da San Donà del Piave ha trasmesso anche a me spettatore il senso di una simpatica assenza di ogni alterigia o autoritarismo arrogante e non ha mai fatto pesare il suo potere. Una partita condotta molto bene, che è la cosa importante.

 

Mi resta un'ultima domanda un po' malignetta. Per quale meccanismo mentale l'esultanza per aver segnato un gol induce a levarsi la maglia?

 

 

Vittorio Riccadonna

 

 

 







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